Lunedì 4 novembre 2019 il Consiglio comunale ha approvato l’ordine del giorno chiede di presentare una protesta all’ambasciata del Cile a Roma e al Governo del Cile da parte del Consiglio comunale e di verificare il rispetto dei diritti umani nella repressione del movimento popolare di protesta in atto in quel Paese.

L’ordine del giorno è stato firmato, tra l’altro, dai consiglieri comunali PD Claudio Mazzanti, Raffaella Santi Casali, Francesco Errani, Michele Campaniello.

Di seguito il testo dell’ordine del giorno. Online è inoltre disponibile il relativo comunicato stampa.

Il Consiglio comunale di Bologna

PREMESSO CHE

L’11 settembre 1973 Le Forze Armate Cilene capeggiate dal Generale Pinochet, assaltano le Istituzioni democratiche cilene con un Colpo din Stato e bombardano La Moneda (casa di governo), chiudono il Parlamento, aboliscono i partiti politici e instaurano lo Stato di Assedio. Il Presidente Salvador Allende che tenta di oporre resistenza pur in minoranza viene assassinato.

Inizia il periodo piu’ oscuro della storia del Cile, morti, scomparsi, fucilati. Gli stati del Cile divengono campi di dentenzione, centri di tortura e sterminio. Chiunque si opponesse alla dittatura era perseguitato.

Dopo molteplici azioni di opposizione e resistenza del popolo cileno, la diddatura perde il referendum dell-ottobre del 1988, con cui Pinochet chiedeva di rimanere al potere per altri 8 anni. La vittoria del “NO” apri’ le porte per il ritorno alla democrazia dopo 17 anni di dittatura.

Ottobre 2019 iniziano le proteste degli studenti con una forma di disobbedienza civile: non pagare il prezzo del viaggio nella metropolitana per protestare contro l-aumento dei mezzi di trasporto pubblico. Una brutale repressione nei confronti dei giovani viene scatenata dalle forze dell’ordine rappresentate dai gruppi speciali di “Carabineros”.

Il Presidente Sebastian Pineras dichiara “SIAMO IN GUERRA” la risposta e’ stata “NON SIAMO IN GUERRA SIAMO UNITE”. Le successive “MARCHAS” dimostrano una fortissima e massiccia partecipazione a Santiago e le piu’ importanti citta’ del Cile.

Piu’ di 100 organizzazioni sociali e sindacali presentanola “UNIDAD SOCIAL” con un appello a manifestare a Santiago e le principali citt’ del paese, il numero di partecipanti aumenta in numero e rappresenta tutti gli strati sociali. La repressione e il Governo decide di instraurare lo stato di emergenza con il coprifuoco e affida l-ordine pubblico all’esercito.

Il popolo ha risposto con manifestazioni pacifiche e festose (solo a Santiago con un milione e mezzo di partecipanti) lungo tutto il Cile citt’ e paesi. Si puo’ dire in modo categorico la maggiornaza del paese di classe e di strati sociali.

Diverse realt’ umanitarie concordano e riassumono in : 20 morti, 2 mila fermati e un numero indeterminato di scomparsi.

In particolare, il report di INDH (Instituto Nacional Derecho Humanos) segnala 1051 persone ferite, 531 armi da fuoco, dei quali 125 agli occhi e in alcuni casi con la perdita della vista. Si evidenzia che i minorenni fermati cono 343.

Vengono inoltre segnalati episodi di violenza indiscriminata manifestata con torture, detenzioni illegali, violenze sessuali sulle donne, e in generale, soprusi, da p[arte dell-esercito e diverse forze militari dello stato, ecc.

SI INVITA IL SINDACO E LA GIUNTA

  • ad inviare una protesta all’ambasciata di Cile a Roma e al Governo del Cile da parte del Consiglio comunale;
  • ad invitare algri comuni dell’area Metropolitana ad inviare una formale protesta all’ambasciata e governo cileno;
  • a sollecitare l’invio di una delegazione per verificare il rispetto dei diritti umani.

f.to M. Piazza, C. Mazzanti, R. Santi Casali, F. Errani, M. Campaniello., E. Clancy, G.M. De Biase.