La consigliera comunale Simona Lembi è intervenuta ad inizio seduta in Consiglio comunale, nella seduta di lunedì 4 settembre 2017, presentanto il seguente intervento sul recente caso di aggressione ad una donna.

Con molta fatica e tuttavia mi sembra doveroso per chi rappresenta le istituzioni farlo, apro questo intervento di inizio seduta di ripresa dei lavori su un nuovo tentato stupro, un’aggressione avvenuta a Bologna nei giorni scorsi. Partiamo sempre dai fatti.

Una donna, rientrando a casa nella nostra città, in via Dozza, è stata aggredita da un uomo, gettata a terra, ha provato a stuprarla. Sono intervenute le forze dell’ordine su una immediata reazione della donna e una segnalazione di un automobilista che ha sentito le urla provenienti da una certa parte della città. L’aggressore è stato arrestato e attualmente è al carcere della Dozza in attesa di processo. Su questo faccio una primissima considerazione. La prima è quella di rivolgere parole per ora, però sentite, di vicinanze e di solidarietà alla signora coinvolta. Io voglio sottolineare il fatto che abbia saputo subito reagire ad un fatto grave come quello e l’augurio ovviamente è di superare quanto prima questi momenti così duri e che lasciano certo il segno per tutta la vita nella vita di una donna.

Vorrei anche esprimere parole di ringraziamento nei confronti dell’automobilista, perché ci dice che questa è una città indifferente a quello che accade. Si è fermato, ha chiamato le forze dell’ordine, ha fatto la sua parte, perché riguardava anche lui la sicurezza e la vivibilità di questa città, non solo la donna aggredita.

Poi, esprimo apprezzamento per le forze dell’ordine, che sono tempestivamente intervenute e hanno potuto assicurare (come si dice in questi casi) alla giustizia l’aggressore. Voglio però essere conseguente con le valutazioni che ho appena fatto su questo tentativo di aggressione, avvenuto nei giorni scorsi a Bologna, per ribadire ancora una volta l’urgenza e l’importanza che le misure di contrasto alla violenza contro le donne hanno nella vita pubblica e nelle scelte che fanno le Amministrazioni.

Siano esse locali, siano esse nazionali. Io penso che attenderemo con molta attenzione la presentazione del nuovo piano triennale contro la violenza che la sottosegretaria Boschi presenterà giovedì. Parteciperò, in rappresentanza di ANCI, al tavolo convocato a Roma tra pochi giorni e penso che sia molto importante continuare anche queste azioni più innovative del contrasto alla violenza. Bene i centri antiviolenza. Oggi si discute di azioni a sostegno degli orfani, vittime, a loro volta, di violenza e di femminicidio e si discute, finalmente anche a Bologna, di centri che possano contrastare la violenza maschile, partendo dall’accoglienza e dall’ascolto che gli uomini hanno di un racconto violento.

Ma vorrei anche sottolineare il fatto che c’è un’urgenza veramente sentita e che voglio continuare a ribadire per queste misure, anche per il corollario in cui queste violenze avvengono. Ne voglio indicare in modo molto preciso tre, che io considero veramente gravissime, nel corso di questo periodo storico, le più recenti.

Prima è stato ricordato il caso di un uomo e a me, che sia un assistente sociale, un muratore o un’altra cosa, francamente lo trovo secondario, è un uomo che ha espresso parole gravissime, sul fatto che in fondo in fondo alle donne poi piace essere stuprate. Non è cosa nuova, è una cosa antica, ma torna con molta forza in questo preciso momento storico e non va sottovalutata.

Secondo: Forza Nuova, a seguito di questa aggressione nella via Dozza, ha annunciato a Bologna “passeggiate per la sicurezza”. Io penso che occorra dire con forza, e anche qui pronunciare parole di disprezzo, cari colleghi dell’opposizione, esattamente come il caso di prima, che la vostra idea di sicurezza non solo è inutile, ma è dannosa e non ci interessa.

Terza questione. Sempre Forza Nuova esce in difesa, contro l’immigrazione con un manifesto: «Difendila dai nuovi invasori. Potrebbe essere tua madre, tua moglie, tua sorella, tua figlia». Non dirò del becero contesto storico; era già un manifesto di epoca fascista del 1947. Non dirò delle parole che riserva la liberazione, come una guerra di sconfitta, ma dirò invece del disprezzo profondo per le donne che questo manifesto presenta. Per cui, occorrono le stesse parole che voi avete usato per il caso di Sasso Marconi, anche per questo manifesto, che è letteralmente violento, perché non rispetta l’idea che le donne hanno conquistato nel corso degli ultimi decenni e continua a sostenere la proprietà del corpo delle donne come proprietà di una nazione. Anche questo bisogna contrastare.