Lunedì 25 settembre 2017 la consigliera comunale Simona Lembi ha presentato in Consiglio comunale il seguente intervento di inizio seduta relativo al rapporto uomo-donna e politica-religioni.

Di seguito è disponibile il testo dell’intervento. In allegato è disponibile il comunicato stampa.

Nei giorni scorsi, intervistato dal Direttore di QN, Andrea Cangini, il Ministro degli interni Minniti ha citato il caso della ragazza i cui capelli sono stati rasati a zero dai genitori, un caso avvenuto a Bologna, ha ricordato il Ministro, in cui è stata sospesa la patria potestà di quei genitori.

Il Consiglio ne discusse nei giorni in cui divenne un fatto pubblico; ricorderete la commissione consigliare svolta con gli assistenti sociali del Comune e l’odg presentato.

lo stesso conteneva un plauso alla scuola, che aveva saputo ascoltare il dolore della ragazza, alle forze dell’ordine che erano intervenute prontamente, agli assistenti del Comune apprezzandone il lavoro svolto.

È depositato ai lavori del Consiglio comunale. Mi auguro che presto potremo discuterlo.

Mi ha molto colpito il fatto che il Ministro citasse proprio questo caso, come estremo, ma emblematico, per affermare come non si debba cedere di una virgola circa il rispetto dei nostri principi.

Ha affermato: ‘sono profondamente convinto che il grado di civiltà di un paese si misuri soprattutto attraverso due indicatori: il rapporto uomo donna e quello tra politica e religione o se si preferisce, tra Stato e Chiesa‘.

Sono parole preziose, che aiutano anche noi nel nostro lavoro quotidiano.

Il Ministro Minniti non scivola sui luoghi comuni e sulle facili soluzioni. Avanza invece proposte chiare:

l’accordo siglato con l’Islam italiano, che prevede Prediche in italiano, Un albo pubblico degli imam, Moschee aperte a tutti, e l’adesione ai nostri principi costituzionali;

le misure per incentivare la conoscenza della nostra lingua, il rispetto dell’obbligo scolastico;

l’impegno a combattere e stroncare i flussi illegali;

Ho pensato alle parole del Ministro (il grado di civiltà di un paese si misura anche valutando il rapporto uomo donna) leggendo dell’ultimo caso di violenza raccontato dalla stampa a Bologna. Una signora di appena 20 anni è stata aggredita in via san Felice, a settembre.

Seguiremo questo caso e continueremo a sostenere azioni di contrasto alla violenza contro donne e minori.

Anche questo caso ci dice quanto lavoro ancora ci sia da fare per contrastare un fenomeno così radicato e diffuso.

Per questo ho trovato preziose le parole di Rita Querze’ che, commentando una recente ricerca secondo cui il 50per cento degli italiani condivide il fatto che le donne stiano a casa e gli uomini al lavoro, ha scritto: ‘l’appello alla necessità di cambiare perché vantaggioso sul piano economico è stato più volte riproposto. (…). La questione attiene agli equilibri interni delle coppie. Equilibri che hanno qualcosa di malato, visto lo stillicidio di violenze sulle donne. La relazione tra violenza domestica e sperequazione nella divisione privata del lavoro di cura meriterebbe a questo punto una seria riflessione’.

Questa lettura richiama ancora una volta il fatto che la violenza di genere sia l’effetto della disparità di potere tra uomini e donne.

Contrastarne le cause rimane una nostra priorità.