Lunedì 25 settembre 2017 il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità un ordine del giorno relativo al Trattato economico e commerciale CETA tra UE e Canada. L’ordine del giorno è sostenuto anche dai consiglieri del Gruppo Pd Loretta Bittini e Piergiorgio Licciardello.

In allegato il comunicato stampa, di seguito il testo dell’ordine del giorno.

Il Consiglio Comunale

Premesso che

  • il CETA (in inglese Comprehensive Economic and Trade Agreement, letteralmente “Accordo economico e commerciale globale”) è un trattato di libero scambio tra Canada e Unione europea;
  • i negoziati che hanno portato alla stesura del CETA sono durati cinque anni, dal 2009 al 2014;
  • gli Stati dell’UE e i membri del Parlamento europeo hanno ricevuto il 5 agosto 2014 il testo completo, che è stato quindi reso pubblico in un summit UE-Canada il 26 agosto successivo;

Visto che

  • il 29 febbraio 2016 la Commissione europea e il Canada hanno annunciato di aver terminato la revisione legale della versione originale dell’accordo, che è stato quindi firmato a Bruxelles il 30 ottobre 2016, mentre per l’Unione europea il trattato è stato approvato dal Parlamento europeo il 15 febbraio 2017;
  • il Senato della Repubblica ha recentemente approvato il CETA in Commissione Affari Esteri;

Considerato che

  • il CETA include l’Investment Court System (Ics), un sistema di risoluzione delle controversie tra i sottoscrittori che prevede l’istituzione di un collegio arbitrale e che le decisioni di tale collegio potrebbero limitare la capacità di legiferazione dei contraenti stessi;
  • il Canada non ha ratificato diverse convenzioni dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, tra cui alcune delle Convenzioni fondamentali: la Convenzione sul diritto di organizzazione e contrattazione collettiva, la Convenzione sull’età minima per lavorare, la Convenzione in materia di sicurezza e salute dei lavoratori, si pone quindi un problema di disparità di trattamento dei lavoratori e delle lavoratrici di cui potrebbero avvantaggiarsi le grandi aziende multinazionali, con possibile aggravamento del cosiddetto dumping sociale;
  • il CETA potrebbe potenzialmente aumentare i rischi per la salute, come ha sottolineato, in una argomentata lettera a deputati e senatori, Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti, protagonista insieme a Cgil, Arci, Acli Terra, Federconsumatori, Legambiente, Slow Food International, Green Peace, Fair Watch, Movimento Consumatori e tanti altri di un largo movimento per il blocco del Ceta. I rischi aumenterebbero ove l’applicazione del principio di equivalenza delle misure sanitarie e fito-sanitarie comportasse la possibilità per i prodotti canadesi di non sottostare alle normative sulla sicurezza alimentare, e i relativi controlli, attualmente in vigore nel territorio U.E.;
  • il CETA tutela solo parzialmente il nostro Made in Italy agro-alimentare: sebbene la situazione attuale non veda nessuna tutela per i prodotti nostrani, all’Italia sono riconosciute solo 41 indicazioni geografiche, a fronte di 288 Dop e Igp registrate, con conseguente rinuncia alla tutela delle restanti 247, lasciando quindi spazio ad imitazioni e “Italian sounding”;
  • l’accordo Ceta con il Canada potrebbe aprire le porte all’invasione di grano duro trattato in preraccolta con il glifosate vietato in Italia e a ingenti quantitativi di carne a dazio zero;

Appreso che

  • l’accordo non include norme esigibili volte a tutelare e migliorare i diritti dei lavoratori, contiene un capitolo non condivisibile sulla protezione degli investimenti, nella liberalizzazione dei servizi, l’accordo persegue un approccio basato su una lista negativa e non protegge adeguatamente i servizi pubblici;

DATO che

  • gli accordi di libero scambio debbono essere posti al servizio di obiettivi che tengano conto di compatibilità cruciali quali l’occupazione, i diritti umani, la coesione sociale e lo sviluppo sostenibile nonchè la tutela della salute dei consumatori. Ciò ha come premessa una logica di trasparenza e un principio di reciprocità fra i contraenti che copra tutte le clausole vincolanti e a proposito del CETA sia gli obiettivi che i processi negoziali non paiono rispondere con certezza a queste esigenze;

IMPEGNA

Il Sindaco e La Giunta

  • A richiedere, in ogni sede e luogo istituzionale, e comunque prima di ogni procedura di voto così come di ratifica finale del trattato CETA, l’apertura di un confronto ampio e partecipato sugli effetti dell’approvazione di tali trattati, con valutazioni che tengano conto del mutato contesto politico ed economico rispetto al momento dell’avvio dei negoziati, sul tessuto economico-sociale, l’ambiente e i diritti del nostro Paese;
  • a ribadire, nelle appropriate sedi istituzionali, il diritto degli enti locali di poter essere interpellati e coinvolti sulle questioni riguardanti gli impatti dell’approvazione dei trattati di libero scambio sui diritti del lavoro, sulla tutela dei territori da investimenti esteri insostenibili a livello ambientale e sociale, sulla tutela delle economie locali da competizione troppo spesso al ribasso.

F.to. : E. Clancy, F. Martelloni, P. Licciardello, L. Bittini, M. Piazza, E. Foresti, A. Palumbo, M. Bugani.

Allegati