Lunedì 22 maggio 2023 il Consiglio comunale di Bologna ha approvato un ordine del giorno, firmato tra l’altro dalle consigliere e dai consiglieri comunali PD Michele Campaniello, Mery De MartinoCristina Ceretti, Rita Monticelli, A. Di Pietro, F.Cima per un piano metropolitano di adattamento ai cambiamenti climatici.

Qui è disponibile il video della discussione in aula.

Di seguito il testo dell’ordine del giorno.

ORDINE DEL GIORNO PER UN PIANO METROPOLITANO DI ADATTAMENTO AI CAMBIAMENTI CLIMATICI

IL CONSIGLIO COMUNALE

Premesso che

Nelle ultime due settimane nella nostra regione sono esondati 23 fiumi in 41 comuni coinvolti, si sono prodotte 280 frane e oltre 400 strade interrotte. Nel comune di Bologna sono esondati molteplici volte il Ravone, il Navile e il Savena e si contano 90 frane. Nell’area che comprende i comuni della Città Metropolitana di Bologna emerge un quadro drammatico dei danni arrecati alle strade e alle infrastrutture del territorio bolognese, con centinaia di milioni di euro di danni e un orizzonte di ricostruzione di alcuni anni.

Secondo le stime dell’Osservatorio Clima di Arpae, dal primo maggio in Emilia-Romagna sono caduti 5 miliardi di metri cubi d’acqua, 151 volte il volume della diga di Ridracoli, un evento di eccezionale portata e mai verificatosi negli ultimi 100 anni, che però rischia di diventare una minaccia più frequente nell’attuale quadro di crisi climatica.

L’enorme quantità di acqua che ha provocato morti e danni in Emilia Romagna non servirà neanche, se non parzialmente, a mitigare la siccità che ha caratterizzato l’Italia in questi ultimi due anni, come ricordato da Erasmo D’Angelis, già segretario generale dell’Autorità di bacino dell’Italia Centrale e presidente della Fondazione Earth Water Agenda, perché manca la capacità di stoccare l’acqua che deriva da fenomeni intensi.

Paolo Pileri, docente di Pianificazione territoriale al Politecnico di Milano, valuta un trattenimento d’acqua fino a 4 milioni di litri per 1 ettaro di terreno sano, ma tra il 2020 e il 2021 l’EmiliaRomagna è stata la terza Regione italiana per consumo di suolo, più 658 ettari cementificati in un solo anno, pari al 10,4% di tutto il consumo di suolo nazionale.

Considerato che:

•Nel 2021 la Regione Emilia-Romagna ha aderito alla mission europea Horizon “Adaptation to climate change”, che prevede fra l’altro lo sviluppo di un piano regionale di adattamento ai cambiamenti climatici.

•Il 27/07/2022 La Città Metropolitana di Bologna ha siglato un Accordo territoriale con la Regione Emilia-Romagna che sigla lo stop a nuovi insediamenti logistici, rispetto a quelli già autorizzati, per contenere il consumo di suolo e favorire una crescita sostenibile, preservando i margini residui previsti dalla legge regionale per insediamenti di carattere manifatturiero e produttivo ad alto valore aggiunto.

•Nel 2012 il Comune di Bologna ha partecipato a un progetto europeo LIFE+ 2011 in partnership con Kyoto Club, Ambiente Italia e Arpae Emilia-Romagna denominato “Blue Ap” che ha messo in campo alcune prime misure sperimentali di adattamento ai cambiamenti climatici in un quadro che è profondamente mutato in pochi anni.

•Nello scorso mandato con la variante generale che ha determinato il passaggio dal PSC al PUG sono state cancellate tutte le previsioni di espansione in territorio agricolo, orientamento già definito dalla delibera di giunta che ha dato avvio al processo di revisione del piano, nel 2018, poi ribadito da apposita delibera di consiglio, e infine sancito in sede di adozione del PUG (7.12.2020).

•All’interno del Piano Urbanistico Generale, approvato a dicembre del 2020, è previsto che per preservare l’equilibrio tra esigenze produttivo-economiche e ambiente l’espansione edilizia o urbanistica non deve superare una determinata soglia dell’indice di Riduzione dell’Impatto Edilizio (RIE). A marzo 2023 è stato approvato dalla Giunta l’avvio del processo di variante al Piano Urbanistico Generale (PUG) nella direzione di amplificare gli strumenti di controllo urbanistico del comune per favorire gli obiettivi di mandato quali: conoscenza, neutralità climatica, transizione ecologica giusta, promozione dei diritti e lotta alle disuguaglianze e prossimità.

Evidenziato che

È opinione della comunità scientifica che i rischi idrogeologici degli eventi estremi discendano dall’alterazione del ciclo dell’acqua dovuto ai cambiamenti climatici, per questo vanno affrontati con azioni di mitigazione e adattamento impostate su scenari di contrasto. Non è quindi sufficiente agire sulle singole situazioni della rete fluviale, seppure necessario, ma occorre mettere in campo una strategia di sistema.

Formalmente Comune e Città Metropolitana non hanno competenze sugli alvei dei fiumi e su molte questioni ambientali, ma trattandosi di una questione sistemica, occorre che tutti gli enti coinvolti lavorino in convergenze e interazioni più estese.

SI INVITA

il Sindaco e la Giunta a

•A farsi promotore della nascita di un tavolo tecnico permanente tra gli uffici comunali e assessorati competenti su lavori pubblici e corsi d’acqua e gli enti esterni che si occupano della gestione delle acque che comprenda: il Consorzio della Bonifica Renana (responsabile per la manutenzione dei tratti collinari dei torrenti), Il Servizio Tecnico di Bacino (ex demanio delle acque regionale ora transitato in Protezione Civile), HERA (manutenzione tombatura su suolo pubblico), il Consorzio della Chiusa di Casalecchio (sul quale insistono gli sfioratori del Ravone), il Centro Funzionale di ARPAE-SIMC (responsabile per l’allertamento Idro-meteo regionale e il monitoraggio dei corsi d’acqua).

•A farsi promotore presso la Città Metropolitana di Bologna e presso la Regione per tutti gli aspetti di sua competenza di un Piano metropolitano di adattamento ai cambiamenti climatici. Un piano che comprenda tutti i temi che hanno impatto sui cicli idrici: una revisione dell’assetto idrogeologico della collina e la messa in sicurezza di tutte le reti idriche nel resto dell’area metropolitana, la prevenzione del rischio idrogeologico con invasi, operazioni di forestazione, gestione del reticolo minore, supporto ad una agricoltura conservativa e al pascolo, lo stop al consumo di suolo e la tutela del patrimonio arboreo, e che contribuisca inoltre a raccordare la scala metropolitana con il più ampio piano regionale.

•A proseguire il rafforzamento della strategia per il contrasto al consumo di suolo all’interno della revisione del PUG.

F.to S. Larghetti, D. Begaj, P. Marcasciano, S. Negash, G. Tarsitano, M. Piazza, M. Campaniello, M. De Martino, C. Ceretti, R. Monticelli, A. Di Pietro, F.Cima.