Lunedì 4 dicembre 2017 la consigliera comunale Mariaraffaella Ferri è intervenuto ad inizio seduta in Consiglio comunale sul progetto Non Solo Mimosa.

Di seguito è disponibile il testo dell’intervento, tramite link è inoltre consultabile il relativo comunicato stampa.

Prosegue il lavoro delle volontarie del Progetto Non solo Mimosa che a titolo totalmente gratuito dal 2014 intervengono continuativamente, e in modo coordinato, presso la Sezione femminile della nostra Casa Circondariale con moduli di attività finalizzate alla promozione della salute e del benessere delle Donne detenute.
In questo periodo e’ in corso il laboratorio di lettura ad alta voce e scritturaLe parole per dirlo“, proposto e sviluppato da tre volontarie di UDI Bologna.
E’ proprio in occasione di uno degli incontri di questo Laboratorio che martedì scorso abbiamo collocato il consueto appuntamento annuale per condividere con le detenute quanto la Città ha affrontato in occasione della Giornata internazionale contro la Violenza sulle Donne. Ha partecipato insieme ad un gruppetto di volontarie Non solo Mimosa anche l‘Assessora alle Pari opportunità e Contrasto alle Discriminazioni Susanna Zaccaria.
Ho ricordato nell’ incontro che il Festival della Violenza illustrata di quest’anno, promosso dalla Casa delle Donne per Non subire Violenza , si e’ intitolato “RI-USCIRE” e proprio sui molteplici significati di questo verbo si e’ sviluppata la riflessione comune: “ri-uscire” come meta auspicata, come prospettiva di quel fine pena che muove speranze e aspettative oppure preoccupazioni ed angosce, in base alla sua prossimità o distanza nel tempo.
“Riuscire” anche come capacità, come possibilità’ di farcela, come personale competenza che consente la consapevolezza di se’ nella situazione che si sta vivendo e la comprensione delle relazioni con gli altri con cui – in detenzione – ma non solo – si e’ ‘costretti’ a vivere.
La parola e’ salvifica, ci hanno detto le giovani donne che abbiamo incontrato, porta fuori e mette in comunicazione, fa uscire pensieri e sentimenti e libera la mente, anche – e forse soprattutto – in un contesto d’ isolamento e spersonalizzazione come e’ il carcere.
E invece, con l’aiuto empatico e sapiente delle volontarie, le ragazze che frequentano il Laboratorio stanno acquisendo la capacità di comunicare; quelle straniere che poco o pochissimo comprendono l’italiano, sono aiutate e si aiutano reciprocamente, attivando collaborazioni inaspettate, per condividere anche informa scritta, ciò che si pensa, che si teme, quello che si desidera, per se’, per i propri figli, per le persone amate.
Al posto delle parole tipiche della Violenza contro le Donne quali “maltrattamento, dominio, gelosia morbosa o sopraffazione” la parola più evocata e’ stata “Amore“: per i figli lontani, per la persona amata, per la libertà, per la Vita.
Fuor da ogni retorica e con la dura consapevolezza del contesto in cui e’ stata pronunciata, la parola Amore e’ stata quella maggiormente richiamata, Amore necessario come l’aria, come l’acqua, come la libertà, Amore essenziale per vivere, per poter continuare a vivere.
Negli ultimi minuti rimasti desidero informare che attualmente sono un po’ più di 70 le Donne detenute alla Dozza (a fronte di circa 780 uomini) e che in questi giorni non sono presenti bambini. L’ultimo Rapporto di Antigone recentemente presentato, come e’ stato ricordato anche da alcune domande di attualità’ di oggi, denuncia le criticità’ igienico sanitarie rilevate nella Casa circondariale, dovute prevalentemente al sovraffollamento crescente nelle Sezioni maschili. Al Femminile questo problema e’ meno rilevante, mentre e’ invece confermata la grave carenza di personale, con particolare riferimento alle figure degli educatori, psicologi o pedagogisti.
E’ del tutto evidente che in una tale situazione i numerosi e generosi volontari che operano nel Carcere bolognese svolgono compiti sussidiari fondamentali. Desidero quindi a conclusione del mio intervento ringraziarli tutti e credo di poter associare in questo grande Grazie anche l’intero Consiglio comunale.