Lunedì 20 dicembre 2017 la consigliera comunale Elena Leti è intervenuto durante la seduta del Consiglio comunale dedicata alla discussione del Bilancio 2018-2020. Di seguito è disponibile il testo dell’intervento.

Per conoscere in particolare le principali novità ed accedere alla documentazione completa relativa al Bilancio 2018-2020, unitamente ai testi delle delibere, e’ disponibile la sezione dedicata sul sito del Gruppo consigliare PD in Comune.

In allegato e’ possibile accedere anche al comunicato stampa e tramite link alla sezione specifica del sito del Comune di Bologna.

Il bilancio degli Enti Locali è un documento contabile di previsione oppure consolidato, con scadenza annuale, indicante le entrate e le uscite dell’amministrazione locale, relative ad un determinato periodo di tempo. In esso si rispecchiano le scelte della finanza pubblica relative ai bisogni della collettività, alle priorità dei diversi obiettivi preposti, alla pressione fiscale a carico dei contribuenti e così via.

Il Bilancio Comunale è materia di deliberazione del Consiglio comunale, e viene predisposto in via preliminare dalla Giunta, l’organo che ha il compito di scegliere e attuare le politiche locali.

I contenuti, la struttura e il processo di stesura del bilancio sono normati per legge e sono di competenza del Ministero dell’Economia e delle Finanze che li regola attraverso il T.U.E.L ( Testo Unico degli Enti Locali ). La sua costruzione rimane un documento contabile molto complesso che avviene attraverso conoscenze specialistiche economiche, legislative e tributarie ma che presuppone anche una profonda conoscenza del territorio, della composizione sociale e demografica della popolazione, del costume, della cultura e dei bisogni dei cittadini della propria città.

La Giunta conferma anche per quest’anno 2018-2020, la scelta di presentare il bilancio di previsione in tempi utili per l’approvazione da parte del Consiglio comunale entro fine anno, consentendo così la piena operatività gestionale dall’inizio del 2018.

La proposta di bilancio 2018 presenta una situazione di equilibrio di bilancio su un volume complessivo di risorse pari a 995,6 milioni di euro.

Per quanto riguarda gli indirizzi strategici relativi alle entrate mi piace sottolineare come la maggiore entrata corrente di natura tributaria e contributiva cioè l’IMU ( Imposta Municipale Propria) con un importo di 146 ml in leggero aumento, ha conservato invariata l’aliquota.

Come la TARI ( Tassa di servizio gestione rifiuti ) 90 ml ha segnato un leggero incremento dovuto al consolidamento dell’attività di recupero dell’evasione; l’entrata relativa all’Addizionale IRPEF, rimasta pressoché invariata sui 52 ml, prevede però l’aumento graduale della soglia di esenzione che passa da 13.000 euro a 14.000 euro annui fino a 15.000 euro nel 2019, esenzione per chi ha un reddito sotto questi parametri. Inoltre 4,2 ml sono il frutto di un incremento dell’attività di recupero dell’evasione.

Sono solo alcuni esempi che confermano l’attenzione di questa amministrazione (espresso attraverso il mantenimento costante delle aliquote o l’aumento delle fasce di esenzione) a non gravare ulteriormente sulle famiglie Bolognesi soprattutto quelle più in difficoltà.

Per quanto riguarda gli indirizzi strategici sulle spese, che hanno rilevanti conseguenze sulla vita quotidiana delle famiglie e sulla qualità urbana della città, vorrei indicare alcune importanti voci come quelle relative ai Diritti sociali, politiche sociali e famiglie con un importo di 126 ml di euro la voce più alta, e che mettono un accento sugli interventi per l’infanzia e i minori, gli anziani, i disabili e l’esclusione sociale. Oppure la parte che riguarda l’Istruzione e il diritto allo studio con un importo pari a 85 ml.

L’altro importante capitolo di spesa riguarda lo sviluppo sostenibile, tutela del territorio e dell’ambiente con un investimento pari a 105 ml, l’assetto del territorio ed edilizia abitativa con un investimento di 33 ml e trasporti e diritto alla mobilità con 70 ml.

Cifre che racchiudono investimenti sotto il ersante della dotazione di servizi in campo educativo, scolastico e socio-assistenziale e nella cura del territorio attraverso la manutenzione ordinaria e straordinaria della città.

In questi anni l’amministrazione ha concentrato le proprie politiche e risorse economiche su due importanti ambiti: la cura della comunità e la cura del territorio. Ha introdotto un nuovo regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura e rigenerazione dei beni comuni, attraverso la promozione della cultura dell’ascolto e delle politiche di prossimità. Ha introdotto un nuovo concetto di Servizio Sociale non basato esclusivamente su risposte di tipo prestazionale ma sviluppando un lavoro di “rete e lavoro di comunità” che meglio può rispondere al bisogno dei cittadini contrastando l’individualismo e la frammentazione degli interventi. Nuove centralità culturali nelle periferie, piano strategico dello sport, unità di governance per l’immaginazione civica, task Force antidegrado, idee e progetti importanti per contrastare la solitudine, far fronte alle nuove povertà e ricostituire quel senso di appartenenza e di identità del territorio.

Inoltre un piano dei lavori pubblici 2018-2020 importante e corposo che investe sul territorio e sul patrimonio pubblico con 100 ML di euro, attraverso la realizzazione di 170 progetti spalmati su tutto il territorio bolognese.

L’analisi veloce di alcuni dati ci aiutano a capire come questa amministrazione ha deciso di far fronte alle necessità della propria comunità, e meglio orientare gli investimenti.

La città di Bologna ha una popolazione residente complessiva di 388.367 in lieve costante crescita, di questi un 86,3% vive nelle zone periferiche, mentre quasi 1 bolognese su 7 vive e risiede nel centro storico. Un dato importante ci indica in 98.174 numero di persone anziane (con più di 65 anni) pari ad un 25,2% della popolazione complessiva. La popolazione è composta e organizzata in 206.050 famiglie di cui 105.867 unipersonali, nuclei di una persona. Una popolazione che vede emergere nuove forme di povertà. Fasce di persone e famiglie che hanno perso capacità di consumo per mancanza di reddito. Maggiore solitudine. Dispersione scolastica.

Un bilancio questo, che pur tutelando le fasce più deboli della popolazione, vedi anche Fondo per l’Affitto (dove il comune mette a bando 1ml di euro per i nuclei con redditi medio-bassi) o i fondi per le disabilità, investe sulla crescita della città sotto il profilo sociale, culturale, economico e del territorio.

Grandi progetti di riqualificazione urbana hanno caratterizzato lo sviluppo territoriale negli ultimi anni, attraverso un connubio virtuoso tra pubblico e privato.

Cito alcuni esempi importanti, Il MAST, l’Opificio Golinelli, FICO (Fabbrica Italiana Contadina), il recupero della caserma Sani (con un bando internazionale), il “cinema Modernissimo” recupero dell’immobile ex cinema Arcobaleno, il complesso immobiliare ex Manifattura Tabacchi dell’architetto Pier Luigi Nervi che diverrà sede del nuovo Tecnopolo e sede dell’Agenzia Nazionale della meteorologia e climatologia ed infine la rigenerazione urbana dello stadio dall’Ara.

Grandi e piccole opere che hanno come obbiettivo non solo la messa in valore del patrimonio architettonico, non solo inteso semplicemente come testimonianza storica del passato più o meno recente, ma anche come risorsa turistica, culturale, produttiva, da sfruttare come elemento costitutivo dell’identità collettiva e come elemento importante della qualità della vita.

Nell’ultimo anno trascorso (201672017) il comune di Bologna con grande orgoglio ha partecipato e vinto diversi bandi nazionali ed europei. Attualmente il comune beneficia del supporto di vari finanziamenti, fra i quali il Piano Città e il Bando Periferie, appena sottoscritto, dell’apporto di progetti europei come il progetto H2020 Rock di cui è capofila o la Urban innovative Action dedicata a villa Salus, di fondi come quelli di PON metro o del patto per Bologna.

La nuova legge urbanistica in procinto di essere votata in Consiglio Regionale e che prevede una semplificazione normativa attraverso una redazione di nuovi strumenti territoriali (PUG Piano Urbanistico Generale) in sostituzione degli attuali PSC, POC e RUE. Oltre ad un nuovo concetto di rigenerazione urbana, recupero dell’esistente incremento delle dotazioni di spazi pubblici, aree verdi, infrastrutture per la mobilità e i servizi e concorsi di progettazione. Bologna sotterranea.

In ambito infrastrutturale e della mobilità sostenibile gli anni 2018 e 2019 vedranno la realizzazione di grandi progetti strategici coerenti con le linee programmatiche del manato amministrativo. PUMS Piani Urbani per la Mobilità Sostenibile, il PGTU Piano Generale del Traffico Urbano, Fondi ex metrò, piano pedonalizzazioni, piano delle ciclabili, piano della logistica, piano incidentalità.

Così proseguendo, l’ambito lavori pubblici, la manutenzione generale degli spazi ed edifici pubblici, delle aree verdi, del nostro patrimonio pubblico.

Coerentemente con quanto detto fino ad ora ho presentato due O.D.G

Il primo relativo all’adozione del P.E.B.A Piano di eliminazione delle barriere architettoniche.

Tale piano è stato imposto dal DPR n.132/2013 agli Enti interessati dove si definisce la predisposizione dei piani di eliminazione delle barriere architettoniche (P.E.B.A.), quale strumento di individuazione degli interventi più idonei al superamento e al coordinamento delle azioni di eliminazione delle barriere architettoniche.

L’8 ottobre 2016 il comune di Bologna ha istituito la figura del Disability Manager, confermando la volontà di voler garantire a tutti i suoi cittadini pari opportunità e accessibilità ai luoghi dello spazio urbano e agli edifici pubblici.

In data 9/11/2016 e in data 23/11/2016 , si sono svolte due udienze conoscitive richieste dai consiglieri Elena Leti Presidente della commissione Urbanistica e Ambiente e Marco Lombardo, all’interno della commissione VIII. All’interno delle suddette udienze conoscitive si è valutato prioritariamente lo stato dei luoghi pubblici e convenzionati con il pubblico che non presentano condizioni di accessibilità per persone con disabilità al fine di rimuovere le barriere architettoniche. Sono intervenuti nei due incontri molti assessori che attraverso le proprie deleghe sono interessati alla costruzione di un P.E.B.A, con la finalità di intervenire attraverso una visione d’insieme che contempli tutta la città. Sono intervenuti inoltre il Disability Manager, la Presidente della consulta per l’handicap, un membro del consiglio direttivo del CERPA ( Centro Europeo di Ricerca e Promozione dell’Accessibilità), l’Ordine degli Architetti di Bologna, l’Ordine degli Ingegneri di Bologna, Università di Bologna, CAAD Centro provinciale per l’adattamento dell’ambiente domestico della Azienda USL di Bologna, i sindacati pensionati della CGIL, CISL, UIL e le tante associazioni che si occupano delle diverse disabilità .

Nel corso della discussione sul Bilancio di previsione 2017, su proposta del Consigliere Andrea Colombo è stato approvato dal Consiglio Comunale un emendamento al Documento Unico di Programmazione (DUP), con il quale è stato ufficialmente inserito per la prima volta il P.E.B.A. negli strumenti di programmazione del Comune di Bologna.

Un piano importante perché,le barriere architettoniche negli spazi urbani e negli edifici pubblici costituiscono un problema di rilevanza sociale che comporta ricadute negative in termini di inclusione sociale, economica e lavorativa.

L’argomento interessa tutta la popolazione e non solo chi è in una situazione di disabilità poiché il beneficio che può dare una città più comoda, sicura, accessibile e “più amichevole” riguarda chiunque e non solo chi è anziano, disabile o ha una limitazioni funzionale, temporanea o permanente.

Gli strumenti in grado di monitorare, progettare e pianificare interventi finalizzati al raggiungimento di una soglia ottimale di fruibilità ci sono.

IL P.E.B.A. pertanto, non è solo uno strumento di monitoraggio, ma anche di pianificazione e coordinamento sugli interventi per l’accessibilità poiché comporta una previsione del tipo di soluzione da apportare per ciascuna barriera rilevata, i relativi costi, la priorità di intervento. Esso racchiude in sé anche una programmazione delle opere per l’accessibilità, riconducibili ad un quadro d’insieme.

La necessità di rilanciare questi strumenti di monitoraggio e pianificazione è sempre attuale e ciò è stato ribadito anche dall’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, nel Programma di azione biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità.

Superare le barriere architettoniche e mantenere inalterate le caratteristiche di accessibilità così ottenute è l’obbiettivo dei Piani per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche. L’auspicio è che si abbia una maggiore consapevolezza dell’utilità di questi strumenti e si mettano in campo più risorse e competenze per la loro adozione.

IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA

A predisporre e sottoporre all’approvazione del Consiglio comunale entro il 2018 un P.E.B.A Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche (con una piattaforma che consente la mappatura dell’esistente, l’elenco degli interventi ritenuti indispensabili attraverso criteri e livelli di priorità, la messa a sistema degli obbiettivi prefissati, un apposita segnaletica che indichi il livello di accessibilità dei luoghi ed edifici pubblici e convenzionati);

Definire gli obbiettivi, attraverso un Atto di indirizzo della Giunta;

Prevedere all’interno del bilancio di previsione 2018 le risorse necessarie e le professionalità competenti per realizzare il Piano;

Istituire un Tavolo Tecnico permanente per la costruzione, la programmazione e il monitoraggio degli interventi da realizzare nel tempo;

Coinvolgere i Quartieri attraverso la Conferenza Presidenti ed applicare il principio della progettazione universale nella programmazione e nell’esecuzione dei lavori pubblici.

A tenere conto dell’attività istruttoria che si avvierà per costruire il P.E.B.A. anche nella progettazione degli interventi previsti nel Piano dei Lavori pubblici 2018 nonché nei percorsi di redazione dei nuovi strumenti di pianificazione territoriale (PUG) e della mobilità (PUMS e PGTU) previsti dal DUP”.

Monitorare, studiare e valutare la possibilità di adottare le buone pratiche delle realtà urbane europee che partecipano annualmente al premio delle città accessibili per raggiungere gli obbiettivi della strategia europea nella disabilità.

Secondo O.D.G riguarda il personale delle aree tecniche.

Ad utilizzare dopo le assunzioni previste nei piani 2016-2017, durante l’anno 2018 e gli anni a seguire, tutte le possibilità assunzionali consentite dalle norme e dalle risorse del bilancio per dotare il Comune di Bologna e dei settori afferenti le aree tecniche di profili professionali tecnici, Ingegneri, Architetti, Geometri,Periti per la progettazione e realizzazione delle opere architettoniche, urbanistiche e infrastrutturali strategiche previste nel corso del mandato.

Nello scorso mandato amministrativo, la decisione assunta, condivisibile, di attuare la gestione diretta dei servizi dell’infanzia come una delle priorità strategiche ha avuto e continuerà ad avere, anche nei prossimi anni, un impatto di grande rilievo sulle politiche del personale dell’Ente.

Contestualmente, la scelta condivisibile di rafforzare il Corpo di Polizia Municipale con circa 90 assunzioni di agenti nell’ultimo triennio in funzione dei nuovi obbiettivi e delle nuove funzioni in materia di sicurezza urbana, non potrà che condizionare le politiche assunzionali anche nel prossimo triennio, per evitare di disperdere il grosso investimento effettuato.

In maniera analoga, l’importante investimento avvenuto nel corso del 2017 nell’ambito dei servizi sociali, attraverso la costituzione di un Servizio Sociale Territoriale Unitario che ha accorpato le attività dei servizi sociali dei quartieri, dell’Ausl e dell’ASP di Bologna, ha visto l’assunzione di 32 nuovi assistenti sociali.

Per le suddette ragioni sopra elencate alcuni ambiti del Comune di Bologna, in particolare le aree tecniche, hanno sofferto in questi anni di una riduzione del personale professionalizzato e competente.