Lunedì 29 gennaio 2024 la consigliera comunale Rita Monticelli ha presentato un intervento di inizio seduta in Consiglio comunale dal titolo “La memoria come responsabilità della storia e del presente”.

E’ possibile accedere qui al video dell’intervento in aula.

Di seguito il testo dell’intervento in aula.

“Perché la memoria del male non riesce a cambiare l’umanità? A che cosa serve la memoria?” si chiedeva Primo Levi.

Per non dimenticare la Shoah e non sottrarci dalla responsabilità della storia e della memoria, nel presente e per il futuro, la scorsa settimana ha visto il tavolo interistituzionale unito per non dimenticare. L’evento artistico in aula absidale organizzato insieme all’Università di Bologna, a cura degli artisti di Archivio Zeta, si fondava sull’opera autobiografica di Elie Wiesel e su un video registrato prima della sua scomparsa. Cosa ne sarà della storia quando scompaiono i testimoni? A cosa serve la memoria? [[Riporto qui alcune sue parole, una testimonianza perché noi prima di tutto e le generazioni future, quelle che non hanno vissuto in prima persona quel trauma che ha cambiato la storia, sappiano e possano comprendere che portare il peso della storia, è un compito e imperativo etico di tutti e tutte a cui non dobbiamo sottrarci]]. Dopo il 7 ottobre, le sue parole ci colpiscono ancora di più al cuore e ci risvegliano ‘dal sonno della ragione’, dalle mostruosità della storia del passato e del presente.

“Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte …
Mai dimenticherò quel fumo.
Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto.
Mai dimenticherò quelle fiamme che bruciarono per sempre la mia Fede.
Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l’eternità il desiderio di vivere …
Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai. …
(Elie Wiesel)

Il trauma di quelle immagini dovrebbe essere per noi una assunzione di responsabilità collettiva per noi e per le generazioni successive, perché ciò che è accaduto non avvenga più. Il trauma è una ferita che grida per richiamarci al dovere della memoria.

E abbiamo tutti il dovere di ricordare e di non strumentalizzare la Shoah, tutti, perché la memoria deve servire a far sì che il male non si ripeta, perché la disumanizzazione dell’altro da noi non ci riduca a portatori di quel male perpetrato o subito. Perché la comune umanità lacerata, dilaniata, misconosciuta e annientata ci ricordi che abbiamo la responsabilità della storia anche di oggi e del futuro. Non c’è riconciliazione senza giustizia, ma una giustizia che riproduce il male non potrà che portare a riprodurre il male stesso. La pace sfugge dal campo della vittoria. Abbiamo tutti il diritto all’appartenenza, alla terra, alla vita. Anche questo ci ha insegnato la Shoah.

Il meccanismo di sterminio che ha soppresso milioni di ebrei, omosessuali, dissidenti politici, religiosi, disabili e Romanì, sono avvenuti anche con la complicità di migliaia di persone, carnefici sedotti da poteri oscuri, ma da esseri umani, non da mostri. E dall’indifferenza. Ricordiamocelo.

“La storia della deportazione e dei campi di concentramento non può essere separata dalla storia delle tirannidi fasciste e totalitarie in Europa … ne rappresenta il fondamento condotto all’estremo, oltre ogni limite della legge morale che è incisa nella coscienza umana” Ci ha ricordato il Presidente Mattarella nel suo discorso per il giorno della memoria citando Primo Levi

Perché nessuna causa, nessun Dio, nessuna idea astratta può giustificare il massacro e lo sterminio di innocenti. Ce lo ha insegnato la Shoah

L’ondata di antisemitismo che adesso si sta vedendo ovunque nel mondo, anche in Italia e che abbiamo visto anche nella nostra città, è terribile e pericolosa. La condanniamo anche da qui, come abbiamo sempre fatto e continueremo a fare, anche attraverso azioni di educazione nelle scuole, di contrasto al linguaggio d’odio, a costruire una cultura della pace e di dialogo interreligioso e interculturale. Richiamo anche io come il Sindaco lo spirito della marcia della Pace del 5 di dicembre e del 1 Gennaio che ha visto insieme le comunità religiose, ebraica, islamica, cristiana, le istituzioni laiche, il Comune, per chiedere una pace duratura e il cessate il fuoco. Il nostro impegno è e rimarrà sempre quello.

Liliana Segre ha sempre affermato che per lei la Shoah è un ricordo di ogni giorno, cosi come oggi ha perso il sonno di fronte alla tragedia in corso: “Quello che sta succedendo oggi e quello che è successo il 7 Ottobre, mi ha messo in una condizione mai vissuta prima … non c’è notte in cui io non rimanga in parte sveglia a pensare a quei bambini, di tutti i colori e le religioni, loro che sarebbero il futuro di popoli, uccisi per l’odio degli adulti, un odio che non si ferma mai … mi ha sempre fatto soffrire la spirale di odio tra le parti, la vendetta che non concepisco. E’ la notte dei tempi, la notte dell’indifferenza generale, il buio delle menti”

Come il Presidente Mattarella: “Ci ostiniamo a rimanere fiduciosi nel futuro dell’umanità. Nella convinzione profonda che un futuro intriso di intolleranza, di guerra e di violenza, non sia il desiderio iscritto nelle coscienze delle donne e degli uomini.

… Nel buio più fitto, nella lunga e oscura notte dell’umanità, prendendo a prestito un’immagine di Elie Wiesel, tante piccole fiammelle hanno indicato una strada diversa dall’odio e dalla oppressione.

Sono stati i “Giusti”, secondo una terminologia cara al popolo ebraico perseguitato, con il loro coraggio, con la loro speranza e il loro sacrificio ci indicano la direzione e ci esortano ad agire, con determinazione e a tutti i livelli, contro i predicatori di odio e contro i portatori di morte.”

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