Lunedì 8 gennaio 2018 il consigliere comunale Claudio Mazzanti è intervenuto ad inizio seduta in Consiglio comunale in merito alla discussione sulla collocazione di rifiuti romani a Bologna ed in Emilia – Romagna.

Di seguito è disponibile il testo dell’intervento.

Per quel che riguarda il secondo punto, rifiuti a Bologna, ricordo le polemiche feroci che ci sono state in Emilia-Romagna e nelle Regioni, dove si è lavorato per far sì che ci fosse un meccanismo di raccolta differenziata, si realizzassero discariche speciali per prodotti che non si possono nè bruciare e nè riciclare, così come centri di smaltimento dei rifiuti organici (e non solo) e termovalorizzatori.

Bologna e l’Emilia-Romagna si sono trovate a dover risolvere, vi ricordate, i problemi di Milano; a smaltire i rifiuti di Genova e della Liguria e per un periodo limitato quelli della provincia di Rovigo. Poi Napoli, Bari ed oggi Roma.

L’Emilia-Romagna e le altre Regioni che poi si sono adeguate (Lombardia, Veneto, Liguria, Piemonte), hanno creato una catena che smaltisce il rifiuto in modo corretto ed oggi si fanno carico di realtà che non hanno mai voluto risolvere il problema. Ricordo che ogni qualvolta veniva proposto un impianto, succedeva la rivolta. Si “cavalcava la tigre” e poi si continuavano a portare rifiuti a Monaco, in Svizzera, in Francia, dappertutto, pagando fior di quattrini, senza realizzare nostri impianti. Di tutti i tipi.

Ci si opponeva alle discariche, ci si opponeva agli impianti per lavorare il prodotto riciclato, ci si opponeva ai termovalorizzatori. Bisogna mettere un punto fermo una volta per tutte. L’Emilia-Romagna chiuderà a breve due inceneritori, i più vecchi e i più obsoleti, ma gli altri li tiene. Eccome se li tiene! L’Emilia Romagna controlla il ciclo dei rifiuti, così come oggi avviene in quasi tutto il nord Italia.

Abbiamo aiutato il Nord, il Sud e diciamo: fate gli impianti, perché questo è un modo civile di gestire i rifiuti. Bisogna farli. Anche se c’è sempre qualcuno in grado di fare e rispondere ai bisogni degli altri, credo che bisogna mettere un punto fermo, cominciare a dire no, anche a fronte di richieste formali scritte, come quella, agli atti, firmata dal Presidente di AMA, l’ Azienda comunale dei rifiuti di Roma.