Lunedì 19 febbraio 2018 la consigliera comunale Federica Mazzoni è intervenuta ad inizio seduta in Consiglio comunale in tema di accessibilità dei musei con i passeggini.

Di seguito è disponibile il testo dell’intervento, tramite link il relativo comunicato stampa.

Una famiglia di Rimini voleva visitare la mostra Revolutijia al Museo Mambo, purtroppo l’ingresso con il passeggino per una delle loro bambine di due anni è stato loro negato. L’episodio è diventato notizia oggi su Repubblica dopo che il papà, il signor Simone Serafini, ha inviato alla redazione una lettera per denunciare il fatto.
Un episodio davvero spiacevole che comprende, dal momento che qualche tempo fa è capitato anche a me in un altro Museo, non dell’Istituzione comunale, quando il mio bambino era ancora in carrozzina. All’epoca – e tuttora – non immaginavo l’eventualità che carrozzine e passeggini potessero essere usati come armi contundenti pericolose per i musei. Di sicuro non la pensano così al Louvre di Parigi, al Prado di Madrid, alla Tate Modern di Londra o al Metropolitan di New York. Neppure al MAMBO di Bologna la pensano così, per la verità, ed è qui giusto iniziare a fare delle precisazioni. Infatti l’ingresso al Museo, alle collezioni permanenti e alle mostre temporanee organizzate dallo stesso Museo sono assolutamente aperte e accessibili alle famiglie con bambini in passeggino e carrozzina! Quello che bisogna specificare è che la mostra Revolutijia – che tra l’altro sta ottenendo un buonissimo riscontro di pubblico- è organizzata e curata da una società esterna, la CMS Cultura, la quale per ragioni assicurative ha posto come condizione il non ingresso di passeggini e carrozzine. L’Istituzione Musei e Mambo hanno dichiarato sin da subito di non essere d’accordo e hanno tentato di modificare gli accordi per riuscire comunque a portare la mostra a Bologna, tanto è vero che ha preteso che la società esterna accentuasse la comunicazione su questo divieto -che continuo a pensare anche io sia sbagliato- si è dotata di marsupi di varie misure per ovviare al disagio e ha già da tempo fatto formale richiesta alla società CMS cultura di organizzare delle visite guidate specificamente dedicate alle famiglie e anche aperte a bambini in passeggino, il Museo ha garantito particolari condizioni di maggiore “sicurezza” (e lo uso tra virgolette questo termine), tale da far accettare la società; la risposta deve ancora arrivare, ma anche alla luce di questo fatto mi auguro sia positiva.
La stessa Direzione del Museo non intende minimizzare l’episodio e, come ho detto, era consapevole sin dall’inizio del disagio e infatti non era d’accordo, sono le stesse politiche di accesso e di accoglienza che attua da anni a testimoniarlo: è dal 2010 che Mambo offre alle famiglie uno spazio attrezzato e adatto dove le mamme e i papà possono cambiare e dare da mangiare ai propri bambini in totale tranquillità, la stanza delle coccole, con punto riservato all’allattamento che è stato uno dei primi in città.
Inoltre il Dipartimento Educativo del Mambo, proprio in concomitanza con Revolutijia organizza ogni domenica lo spazio “Rivoluzionari della domenica” dalle 15 alle 19, tutti questi elementi dimostrano che Mambo è un luogo culturale aperto inserito nella città che vuole essere vissuto da famiglie e bambini. E questo mi rincuora molto, dal momento che evidenzia la missione e i valori di riferimento che orientano un’istituzione culturale pubblica.
In futuro auspico che questi spiacevoli episodi possano non accadere più e chiedo all’Istituzione Musei e al Mambo di porre come condizione per i soggetti esterni organizzatori e curatori di mostre ospitate di adeguarsi alle proprie politiche di accoglienza e trattamento dei visitatori.
La “pericolosità” dei passeggini e delle carrozzine è presunta e non accertabile in sé, piuttosto sono i comportamenti delle persone a essere potenzialmente rischiosi se non attenti e rispettosi del luogo in cui si trovano. Più pericoloso di un passeggino potrebbe essere qualcuno che inciampa, oppure due visitatori che urtandosi vanno a colpire una teca, per esempio. Per essere sicuri di azzerare completamente il rischio, forse, paradossalmente, si dovrebbe non accogliere più nessun visitatore o selezionare il pubblico?
Inoltre, a mio avviso, l’effetto di tale divieto è chiaro: tenere lontani da un luogo pubblico di cultura le madri, i padri e i bambini più piccoli: non mi pare un risultato positivo e di riflesso neppure per la Bologna accogliente, europea e sempre più turistica e attrattiva che conosciamo e che sempre più desideriamo valorizzare e migliorare.
Questo piccolo grande divieto è emblematico. Asseconda e rafforza il fatto che la nostra società non è ancora abituata ai neonati e ai bambini, alle loro esigenze, anche ai loro pianti e vagiti, quasi non dovessero esistere al pari degli altri cittadini. Tale regola non riconosce che ci sono nuove generazioni di madri e padri non più disponibili a relegare i bambini in casa, disposti a stare chiusi solo in spazi privati, ma che desiderano anche vivere la città e viaggiare insieme ai bambini, non semplicemente portarseli dietro dietro “alla meno peggio” cercando di superare ostacoli e difficoltà.
Se i musei sono luoghi accoglienti, frequentati e vissuti anche da mamme, papà e bambini piccoli ho la sensazione che torneranno più volte e anche da più grandi, senza carrozzine e passeggini.