Nella seduta di lunedì 30 luglio 2018 il consigliere comunale PD Claudio Mazzanti ha presentato il seguente intervento in Consiglio comunale in merito alla Delibera sulla vendita delle azioni di Hera non soggette al sindacato di blocco nel triennio luglio 2018/giugno 2021 ed il relativo ordine del giorno collegato sul tema del reinvestimento delle risorse.

Tra i correlati è consultabile l’articolo sull’ordine del giorno approvato in Consiglio comunale nella stessa data.

Ho sentito gli interventi di alcuni Consiglieri e credo che le parole del Sindaco, in sede di illustrazione, siano state molto chiare e anche la linea politica che l’Amministrazione segue è altrettanto chiara. Poi, noi possiamo dire di tutto, possiamo inventarci anche dei percorsi strani… altre sono portate sul libero mercato e le farmacie praticano la politica del prezzo con un piano di concorrenzialità. Quindi uno scenario completamente differente, anche perché, giustamente, gli amministratori di allora adeguavano la propria realtà amministrativa a quella che era l’esigenza di quel momento e di quella prospettiva. Lo dico e lo ricordo a chi ha menzionato quella fase storica della nostra città.

Così come quando si citano le politiche privatistiche di questa Amministrazione, barzellette enormi, grandi come una casa. Vediamo un po’. Qui si è parlato, ad esempio, della Fiera; non c’è un atto, uno, che parla di privatizzazione della Fiera. È stata fatta un’operazione da parte dell’Amministrazione molto chiara: si è cambiata la governance, non si è privatizzato nulla, non si è licenziato nessuno. L’azienda, da posizioni di perdita è tornata in utile, quindi procura utili.

Si è aperta una fase, non cominciata da Bologna, ma da Parma, che ha fatto un’alleanza strategica azionaria con Verona, così come Rimini ha fatto la stessa operazione a Vicenza. Mi fa piacere, perché poi quando leggo sui giornali emeriti esponenti sindacali che dicono che Bologna non può stare alla finestra, non può guardare, ma deve muoversi per preservare le sue utilità, le sue capacità operative, mi fa piacere. Anche perché, da un punto di vista di affinità politica e sindacale, mi trovo perfettamente su quella linea. Vorrei inoltre dire che quando si parla di gestioni immobiliari, in questa Commissione, l’altro giorno, abbiamo visto come una proprietà, interamente pubblica all’80 per cento, al suo interno ha due società (e parlo del CAAB), una che gestisce gli immobili, facendo capo allo stesso Consiglio d’Amministrazione e un’altra che gestisce la gestione, facendo capo allo stesso Consiglio d’Amministrazione. Quindi vedete che questo non significa assolutamente privatizzazione. È talmente vero che in quel caso abbiamo presentato un ordine del giorno, che l’Amministrazione ha accettato, dove abbiamo chiaramente detto che anche lì si va a un patto di sindacato per garantire comunque la governance pubblica di quell’azienda.

Così come altre scelte. Qualcuno contesta l’operazione farmacie comunali. Vorrei ricordare che nel momento in cui abbiamo venduto le azioni delle farmacie comunali, non avendo toccato minimamente la capacità di risposta su quel fronte, ma anzi potenziandolo, da un lato sul piano delle farmacie non pubbliche – in questo caso – anche con una quota di minoranza. Dall’altra parte, addirittura, si è arrivati a conferire i medicinali particolari, per costi e per alta specializzazione, direttamente dalle farmacie degli ospedali, in dimissione o in cura, direttamente agli ammalati, senza passare nel percorso delle farmacie private, o parapubbliche che siano. Quindi, come vedete, sempre un occhio a quello che riguarda il piano della socialità.

Che dire, poi, delle scelte? Nel momento in cui le farmacie sono state cedute al 75 per cento, vorrei ricordare che 100 milioni di quelle risorse sono state spese per dimezzare il capestro economico-finanziario che il Comune aveva per mutui contratti in sede e in periodo di grossa crisi economica. Questo ha permesso due cose ed è bene ricordarlo, in accordo con le organizzazioni sindacali: non toccare i servizi, non aumentare i costi dei servizi, ridurre il debito e mantenere una capacità residua di investimento, se no ci saremmo trovati, come Comune di Bologna, al pari di altri Comuni del nord Italia, che sono falliti, o hanno bloccati completamente i piani degli investimenti, con dei rincari di tariffe spaventosi. Anzi, abbiamo mantenuto quell’accordo e abbiamo ridotto la pressione fiscale sull’IRPEF di tutti i cittadini bolognesi che si trovavano sotto dei 12 mila euro di imponibile fiscale. Questa è la realtà operativa. Sempre e comunque in accordo. Debbo dire che quando si parla di questo è veramente abbastanza ridicolo che si accusi il Comune di Bologna di questioni di privatizzazioni. Anche perché è veramente strano quando qui sento parlare di aziende come Seribo. Vorrei ricordare che quell’azienda è stata realizzata non certo dalla nostra Amministrazione, ma dall’Amministrazione di centrodestra, con il voto contrario di quest’aula, perché era chiaro e scritto che in quell’ambito non si poteva reggere. Difatti, oggi è completamente cambiato lo scenario. Qui invece no; qui siamo noi che abbiamo la governance, la manteniamo, la teniamo, la ribadiamo e le risorse che noi andiamo a prendere, così come il piano degli investimenti, sono tutte riferite al sociale, pur mantenendo strettamente in mano pubblica l’azienda e tale rimarrà. L’abbiamo detto e lo stiamo facendo. Debbo dire che, per fortuna, questo molti l’hanno capito bene e in modo molto chiaro e irreversibile da questo punto di vista. A meno che non succeda, com’è successo a Torino, che l’Amministrazione ha deciso, ad esempio, di vendere interamente il CAAB, o altri, il loro CAAB, non noi. O altri che stanno dicendo in modo molto chiaro, altri Comuni, non certo Bologna, o comunque nella sua complessità la Città metropolitana bolognese, che vedrebbero bene l’uscita ed un percorso di liberalizzazione totale di questa azienda. Non è la nostra linea e lo stiamo praticando.

Debbo dire che come gruppo di maggioranza, il Partito Democratico – lo abbiamo detto e lo facciamo – presentiamo un ordine del giorno collegato alla delibera, che qui leggo, per poi proseguire nel mio intervento.

Ordine del giorno che chiede alla Giunta di reinvestire risorse derivate dalla vendita delle azioni HERA non soggette al sindacato di blocco nel triennio luglio 2018/giugno 2021, per finanziare interventi nell’ambito della casa, famiglie con figli, giovani coppie.

«Il Consiglio comunale,

Permesso che

il Comune di Bologna detiene il 9,73% del capitale sociale di HERA;

HERA è un’azienda rilevante per la città di Bologna, quale strumento operativo al servizio della qualità ambientale e della vita dei nostri territori, per i servizi erogati ai cittadini, per la sua rilevanza dal punto di vista occupazionale e dell’indotto e le conseguenti ricadute economico-industriali sul territorio bolognese.

Considerato che

con deliberazione odg n 275/2018, PG. n. 131161/2018, il Consiglio comunale ha approvato il “Contratto di sindacato di voto e di disciplina dei trasferimenti azionari” che stabilisce il numero delle azioni libere che per il Comune di Bologna è di n. 33 milioni di azioni, mentre, per n. 111.951.776 azioni il trasferimento è vietato, mantenendo così il controllo pubblico;

con deliberazione odg n. 363/2018, PG. n. 299402/2018, il Consiglio comunale approva la vendita di azione HERA non soggette al sindacato di blocco.

Impegna il Sindaco e la Giunta

a reinvestire prioritariamente le risorse recuperate dalla vendita di azioni libere di HERA non soggette a sindacato di blocco nel triennio luglio 2018/giugno 2021 e dalla conseguente riduzione dell’indebitamento nei seguenti ambiti preferenziali: interventi di recupero di alloggi di edilizia residenziale pubblica, politiche a favore delle giovani coppie e famiglie con figli con attenzione particolare al tema delle famiglie numerose;

ad informare periodicamente il Consiglio comunale sui risultati della vendita delle azioni;

a valutare annualmente, con il Consiglio comunale, tramite le Commissioni competenti, gli interventi e le risorse impiegate e da impiegare, i progetti avviati e finanziati, grazie alla vendita delle azioni libere di HERA e l’andamento degli stessi».

Lo deposito naturalmente alla Segreteria come capogruppo di maggioranza e come capogruppo del Partito Democratico.

In ultimo, vorrei ricordare che quando noi facciamo queste operazioni, sempre a tutela e a salvaguardia di quella che è la socialità e di quelli che sono gli investimenti, non a caso, noi parliamo in modo molto chiaro dove queste risorse vengono messe, così come abbiamo fatto in casi analoghi.

Perché edilizia residenziale pubblica? Noi abbiamo avuto la possibilità, l’anno scorso, di assegnare oltre 500 alloggi, dopo trent’anni di abbandono, grazie a un piano dello Stato, del Governo Gentiloni, che ha stanziato 520 milioni di euro per il recupero del patrimonio in parte non utilizzabile. Questo è stato un fatto importante, così come la Regione Emilia-Romagna ha messo risorse. E siamo riusciti a sistemare oltre 500 famiglie, sfrattate in graduatoria pubblica. Questo è uno dei filoni, non avendo oggi garanzie di finanziamenti da parte dello Stato. Così come la Regione, così come il Comune, così come tutti, noi pensiamo che sia un’emergenza oggi prioritaria e, come tale, su questo noi ci siamo impegnati già nel bilancio comunale, già lo facciamo con questi investimenti straordinari. Vogliamo che ci sia un occhio di riguardo nei confronti delle famiglie e dei nuclei che hanno figli a carico in una situazione di difficoltà economica pesante, oltre tutte le politiche sociali che abbiamo fatto: sgravio dell’IRPEF per quelli che hanno redditi non più di 12, ma fino a 15 mila euro di imponibile; il blocco e la riduzione delle tariffe; piani di investimenti in settori importanti che danno posti di lavoro e occupazione, per una quota, oggi lo diceva il Sindaco, di oltre 100 milioni di euro. Questo è quello che faremo e lo verificheremo in sede di percorso, in sede di Commissione ed è per questo che lo precisiamo ulteriormente, anche se negli atti deliberativi che portano a questo provvedimento, erano già inseriti e noi li vogliamo ulteriormente precisare con questa delibera. Anche perché il Comune di Bologna è il primo Comune a livello nazionale a non aver tagliato ma aver incrementato, a non aver massacrato il sociale, ma ad averlo ampliato per continuare a svilupparlo contemporaneamente. Questo anche in una situazione di quattro anni di crisi economica pesante, dove i Comuni virtuosi sono stati chiamati a dare soldi allo Stato.

Il Comune di Bologna, così come il Comune di Verona, il Comune di Brescia ed altri Comuni, hanno dato 180 milioni di proprie risorse allo Stato per tappare il buco di bancarotta che ci siamo trovati a ottobre del 2011. Questa è la realtà, il resto sono chiacchiere. Chiacchiere di chi non vuol vedere la realtà per quella che è, e dovrei riprendere le parole del Sindaco, ma credo che siano state sufficientemente chiare. Chiudo con un discorso.

Ci apprestiamo, io ed altri Consiglieri, a chiedere udienza conoscitiva, con la ripresa dopo la pausa estiva, proprio per affrontare quei temi, che prima venivano enunciati, in tempo utile rispetto alla indizione dei concorsi per l’assegnazione, quindi non abbiamo bisogno assolutamente che la Consigliera Clancy ci venga ad insegnare, perché come ho cercato di spiegare, siamo già noi su quel tipo di indicazione lì, con un fatto però, che non mettiamo nei documenti e negli ordini del giorno tentativi di privatizzazione, di vendita dei nostri patrimoni, o i nostri beni e gioielli di famiglia. Queste sono barzellette strumentali e non vere che vengono dette sul nostro atto deliberativo e sulla politica della Giunta.

Noi su questo siamo ben decisi e fermi a portare avanti le politiche sociali ed a mantenere e consolidare le strategie che le nostre aziende portano avanti, visto che tutte sono in attivo e producono utili.

Le motivazioni sono state ampiamente riportate nel dibattito, sia dall’intervento del Sindaco che dai Consiglieri di maggioranza. È evidente la volontà, se non negarla per fatti di strumentalità politica, ma non è questo il caso. Noi crediamo che l’operazione del Comune sia un’operazione giusta, riversando sul sociale e mantenendo saldamente in mano pubblica la maggioranza di HERA. Da questo punto di vista debbo dire che tutte le volte che si parla delle partecipate del Comune di Bologna, si fa sempre un periodo fosco e buio.

Le partecipate del Comune stanno andando bene, producono utili e questo ci permette di fare delle operazioni di recupero di risorse importanti. Questo ci ha permesso di reggere in momenti cupi della finanza locale. Abbiamo passato quattro anni pesantissimi, dal rischio di bancarotta dello Stato italiano (ottobre 2011). Il Comune di Bologna è stato uno dei Comuni che ha meglio retto, ha mantenuto gli impegni in sede sindacale e vuole mantenere questa sua forza di incremento, di mantenimento e di equità fiscale. Questo ci permette di andare avanti, proprio perché riusciamo a gestire risorse. Bologna è una città in crescita. Bologna è una città che sta rispondendo in modo pieno alle istanze economiche e sociali al proprio interno ed è per questo che anche con questa manovra noi rinsaldiamo il bilancio, troviamo risorse in tre settori fondamentali importanti: le politiche abitative, in carenza di risorse dopo il finanziamento fatto dal Governo Gentiloni per 520 milioni, che ci hanno permesso di raggiungere un livello di assegnazione nel 2017 di oltre 500 alloggi a famiglie sfrattate; ci ha permesso di rigenerare e di ricreare (anche se lo Stato, da questo punto di vista, aveva una posizione debole) il fondo sociale; ad incrementare ulteriormente politiche verso i ceti deboli e, in questo modo, ribadendo con forza il meccanismo di salvaguardia sociale dell’Amministrazione. In più, abbiamo detto molto chiaramente, con l’ordine del giorno che colleghiamo alla delibera di HERA e lo facciamo in modo coerente e non c’è diversità fra quelle che sono le opinioni che qui, su quel settore, ha espresso il Sindaco – e mi dispiace chi su questo vuole strumentalizzare – rispetto a quello che quest’ordine del giorno prevede e considera. Questo è il tema. Ricordo che le politiche scolastiche sono il settore che più di tutti ha avuto investimenti, sia con mutui che con interventi di reti del Comune. Quindi, ancora una volta, dimostriamo la nostra linearità e la nostra coerenza.

Ci sarà pertanto un tavolo con le associazioni, con le organizzazioni sindacali, con le Commissioni consiliari, che più di tutti dovranno seguire questa parte, sull’utilizzo e la spesa di queste risorse, anche perché rientrano nel bilancio comunale. Rispettosi degli accordi e rispettosi delle risorse. Questo è quello che facciamo e che, in coerenza, ci permette sintonia fra il gruppo e la Giunta.

Per quanto riguarda l’ordine del giorno della Clancy abbiamo motivato come ci muoveremo, quindi voteremo contro l’ordine del giorno di Coalizione Civica e voteremo a favore del nostro ordine del giorno e della delibera. Naturalmente, ci faremo promotori, così come ha detto il Consigliere Errani, di udienze conoscitive, chiamando Atersir e, per tempo, predisporre quello che necessita per fare gare coerenti con quanto, da sempre, abbiamo sostenuto. Debbo dire che da questo punto di vista ci sono state, in questi giorni, anche da parte sindacale, delle prese di posizioni molto chiare, che ci hanno fatto anche piacere e che, coerentemente, manterremo in un confronto costante con le organizzazioni dei lavori, così com’è sempre stato nella storia del Comune di Bologna, per la predisposizione dei bilanci e delle spese che il Comune fa in ambito di servizi, piani investimenti e tutele sociali. Ed è questo il motivo che ci porta a votare sia l’ordine del giorno di HERA che il nostro collegato.