Lunedì 4 marzo 2019 il Consiglio comunale ha approvato il seguente ordine del giorno emendato in aula dal Gruppo consigliare PD e sottoscritto dai consiglieri comunali PD R. Santi Casali, M.C. Manca, G. Di Girolamo, M. Campaniello, R. Fattori e dal capogruppo PD Claudio Mazzanti.

Il Consiglio Comunale di Bologna

Premesso che:

la Regione Emilia-Romagna, con propria Delibera di Giunta Regionale 1190/2011, ha inteso normare l’applicazione a livello regionale dell’art. 17, comma 6, della legge 15 luglio 2011, n. 111, in materia di compartecipazione alle prestazioni di assistenza sanitaria, stabilendo il principio della modulazione della compartecipazione dei cittadini secondo un criterio progressivo basato sull’identificazione di tre fasce di reddito familiare: RE1 (fino ad € 36.152); RE2 (fino a € 70.000); RE3 (fino a € 100.000) e RE4 (oltre € 100.000);

considerato che:

basare la compartecipazione alle spese sulla base del reddito familiare, fa sì che un nucleo familiare composto per esempio da 1 o 2 persone ed un altro nucleo composto per esempio da 6 o 8 o 10 persone, ma con il medesimo reddito complessivo, siano considerate appartenenti alla medesima fascia di reddito e cioè parimenti capaci di contribuire alle spese sanitarie;
che tale meccanismo risulta penalizzante per chi contrae matrimonio e per chi investe nell’istruzione dei figli, con conseguente danno sociale ed economico per l’intera collettività nel medio-lungo periodo;
che seppur nelle intenzioni annunciate, tale sistema non risulta allo stato dei fatti, secondo quanto evidenziato dalla stessa Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna con la Risoluzione 901 del 12 gennaio 2016, né equo, né efficiente, in quanto “penalizza ancora molte famiglie e in particolare quelle con più familiari a carico” ed “evidenzia una possibile migrazione fuori dal servizio pubblico su alcune prestazioni in particolare per le fasce di reddito più alte”;

ritenuto che:

un sistema di compartecipazione alle spese sanitarie basato sul reddito procapite sarebbe da un lato decisamente più equo e dall’altro estremamente più trasparente rispetto a possibili comportamenti elusivi;

evidenziato che:

dal 1 gennaio 2019 la Regione Emilia Romagna ha eliminato la quota aggiuntiva sui farmaci e sulla specialistica ambulatoriale per le prime tre fasce di reddito, lasciando invariata solo la quota aggiuntiva attualmente prevista per la fascia di reddito familiare superiore ai 100.000 euro;
la Regione Emilia Romagna ha inoltre abolito il pagamento del ticket base da 23 euro sulle prime visite specialistiche per le famiglie con almeno 2 figli a carico;

sottolineato che:

si valuta positivamente questa misura di alleggerimento ed inserimento di una misura a sostegno con famiglie con figli; resta comunque, sia pur relativamente alla sola fascia di reddito superiore ai 100.000 euro, la discriminazione sui carichi familiari; nella nuova situazione, ad esempio, un singolo con 99.000 euro di reddito non paga nulla, mentre una famiglia di 10 persone con un reddito di 101.000 euro paga per ognuno dei suoi componenti la quota massima;

Invita il Sindaco e la Giunta:

a farsi promotori presso la Giunta Regionale e l’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna affinchè nelle prossime revisioni di ogni sistema di compartecipazione dei cittadini alle spese sanitarie, si adotti il principio delle fasce di reddito procapite aprendo con il Governo nazionale, se necessario, ogni opportuno confronto per arrivare a questo risultato a livello regionale e nazionale.

F.to: G.M. De Biase, G. Venturi, R. Santi Casali, M.C. Manca, G. Di Girolamo, M. Campaniello, R. Fattori, C. Mazzanti.