Lunedì 5 febbraio 2018 la consigliera comunale Mariaraffaella Ferri è intervenuta ad inizio seduta in Consiglio comunale sulla realizzazione di nuova struttura d’accoglienza per giovani richiedenti asilo presso l’Eremo di Ronzano.
Di seguito è disponibile il testo dell’intervento, tramite link il relativo comunicato stampa.
Ho avuto occasione di rappresentare l’Amministrazione comunale ieri all’inaugurazione di una nuova struttura dedicata all’accoglienza di minori richiedenti asilo, aperto dalla Cooperativa Sociale DoMani, in collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna e l’Ordine dei Servi di Maria ed ho piacere di riportare oggi in sede di Consiglio alcune informazioni e considerazioni sull’iniziativa.
Si chiama Casa Abba la nuova struttura allestita presso l’Eremo di Ronzano e da inizio gennaio ospita 9 giovani richiedenti asilo ma ha una capacità’ d’accoglienza che, se c’è ne saranno le condizioni, potrà arrivare progressivamente fino a 25/30 persone.
Casa dunque, non centro, perché il progetto intende offrire un’accoglienza dallo spirito familiare, che accompagni questi giovani arrivati soli e con i propri legami famigliari lacerati e lontani, in un reale percorso d’integrazione sociale, realizzato attraverso la formazione e il lavoro, e all’inserimento nella Comunità locale, attraverso relazioni interpersonali affettuose, stabili e robuste.
E proprio in un clima di Comunità si è svolta l’inaugurazione di ieri, con una festosa e numerosa presenza di famiglie, bambini, nonni, amici e molti volontari che si affiancano agli operatori della Cooperativa sociale DoMani, due giovani cooperatori poco più’ che trentenni che hanno però maturato già’ una lunga esperienza di lavoro in Etiopia, in Progetti di cooperazione internazionale allo Sviluppo, portati avanti dal’ Associazione salesiana Amici del Sidamo, di cui anche loro fanno parte.
La nuova struttura, pur non essendo formalmente inserita nel Progetto metropolitano Sprar già collabora attivamente con l’Asp Città di Bologna, in una logica di lavoro di rete territoriale.
‘Si tratta di un piccolo seme’ ha affermato ieri l’Arcivescovo Zuppi, che va coltivato per portare un frutto buono nella vita e per il futuro di questi giovani come pure nella qualità della nostra convivenza sociale. Un’azione buona, dunque, non buonista, ma anzi molto, molto realista e consapevole della complessità e delle difficoltà che devono essere affrontate nei percorsi di accompagnamento alla crescita di questi ragazzi.
Il Papa nell’incontro con i giovani bolognesi ha chiesto sia loro garantito il Diritto alla Cultura, alla Speranza e alla Pace e l’apertura di Casa Abba vuole rappresentare per la Chiesa bolognese e per l’intera città una risposta piccola ma concreta e convinta a questo appello.