Lunedì 30 ottobre 2017 il consigliere comunale Andrea Colombo è intevenuta ad inizio seduta in Consiglio comunale sui recenti fatti di cronaca inerenti ai numerosi incidenti stradali che coinvolgono le due ruote.

Di seguito è disponibile il testo dell’intervento, tramite link è inoltre consultabile il relativo comunicato stampa.

Su questo argomento, partendo dagli articoli di stampa di questi ultimi giorni, voglio dire due cose con grande chiarezza.

La prima. Tutti devono rispettare le regole del Codice della Strada e vanno multati quando le violano, punto. A prescindere che siano pedoni, ciclisti, automobilisti o scooteristi. Perché ce n’è veramente per tutti: pedoni che attraversano col rosso, ciclisti che pedalano sotto ai portici o contromano, conducenti di auto e motorini che vanno a velocità folli, non danno la precedenza sulle strisce, parcheggiano in doppia fila. Solo per citare alcuni esempi che vediamo continuamente per strada e leggiamo anche sulle cronache dei giornali locali: “Si attraversa fra auto e motorini a tutta velocità, residenti esasperati”, è il titolo del Carlino di ieri. Aggiungo che ogni violazione va sanzionata perché non ci devono essere alibi per nessuno sul rispetto del Codice della Strada, ma è innegabile che sia molto diversa la pericolosità e gravità degli effetti delle infrazioni in caso di scontri. Provo a dirla in un altro modo, per evitare ogni ambiguità. Le multe devono essere giustamente fatte a chiunque non rispetti le regole, per promuovere complessivamente un migliore senso civico nella comunità. Ma per riuscire a ridurre davvero morti e feriti, obiettivo diverso ma che dovrebbe starci a cuore più di ogni altro perché vuol dire salvare vite umane, le priorità di controllo e sanzione dovrebbero concentrarsi sulle principali cause degli incidenti, che per la stragrande parte riguardano i comportamenti dei guidatori di veicoli a motore – è un fatto statistico, laico, non ideologia.

La seconda cosa che voglio dire: smettiamola di insinuare l’idea odiosa che è colpa delle vittime. Se aumentano morti e feriti tra pedoni e ciclisti, è perché crescono i comportamenti pericolosi di chi va in macchina e in moto. Le cause degli incidenti gravi hanno un nome e cognome preciso, come ha ben denunciato l’Osservatorio regionale per la sicurezza stradale: violazione dei limiti di velocità, uso dello smartphone, guida sotto alcool e droga. Che non sono certo comportamenti degli utenti vulnerabili della strada. Dei 5 ciclisti ammazzati in strada quest’anno nessuno mi risulta andasse contromano o sotto il portico, per intenderci. Lo ripeto: smettiamola di insinuare l’idea odiosa che è colpa delle vittime. In questo senso può essere pericolosa anche l’equazione per cui più spostamenti a piedi e in bici uguale più incidenti, che potrebbe spingere per paura le persone a tornare al mezzo privato. E’ vero proprio il contrario: le città in Europa con più alti tassi di pedonalità e ciclabilità sono anche quelle con meno incidenti, per il noto effetto “safety in numbers”, per cui il rischio di incidenti cala al crescere di pedoni e ciclisti. Quindi faccio appello a tutti i cittadini: muoviamoci sempre più in modo sostenibile, perché siamo vicini al punto di massa critica in cui diventa anche più sicuro farlo.

Un’ultima sottolineatura. Sapete quante volte e con che forza, anche in quest’Aula, ho chiesto di usare in modo accorto le parole quando si discute di incidenti stradali. Sono stato contento di leggere finalmente, ad esempio su Repubblica di ieri, la parola “strage” riferita a persone, a vite umane, e non a multe per violazioni del Codice della Strada.