Lunedì 23 ottobre 2017 il consigliere comunale Claudio Mazzanti ha presentato in Consiglio comunale il seguente intervento di inizio seduta.

Inizio con le aree annesse sud, anche perché su questo veramente sono rimasto meravigliato, perché nelle notizie apparse sulla stampa, che più che altro mi sembrava – lo devo dire – una notizia fatta apposta per costringere l’Amministrazione comunale a prendere una posizione, anche se l’Amministrazione comunale nella persona dell’Assessore Orioli alcuni mesi fa disse molto chiaramente, che sulle aree annesse sud l’Amministrazione comunale aveva una posizione molto chiara e molto netta, che era di approvazione e mantenimento di un progetto di partecipazione fatto con il Quartiere San Donato. In più, ricordo che due gruppi consiliari hanno presentato due ordini del giorno per ribadire il mantenimento del planivolumetrico e del progetto approvato nel mandato precedente, sulla base di un percorso di urbanistica partecipata. Per cui vedere apparire su un giornale bolognese questa notizia e i commenti, la sensazione – ripeto – nettissima che ho avuto, è che qualcuno volesse forzare la mano all’Amministrazione comunale per modificare un progetto delle aree annesse sud, che è molto chiaro, è definitivo, è esecutivo e credo che a breve anche qui in Consiglio comunale dovremo discutere due ordini del giorno che ribadiscono questo. Tra l’altro credo che un ordine del giorno sia stato presentato dai Cinquestelle e uno da parte del Partito Democratico. L’altra questione che è abbastanza su questa vicenda indicativa, è che nella comunicazione che il Sindaco ha mandato, non fa altro che ribadire quello che da mesi su questo fatto si discute e si amplia. Anche perché in questo caso non c’è questione di Bolkestein, non c’è questione di liberalizzazione del mercato, ma essendo una struttura che, se non vado errato, da quello che ho letto sempre su questo giornale che è uscito, dicendo che c’era questa cosa, è di circa 45 mila metri quadri, quindi siamo ben oltre i 2.500 metri che richiedono un’autorizzazione specifica non solo comunale ma anche regionale. Pertanto veramente dispiace che questa notizia, così come pubblicata, sembra quasi un fatto di voler per forza creare le condizioni per andare avanti con quel progetto, che qualche illuminato imprenditore ha avuto la compiacenza di farlo uscire, visto che non riusciva ad avere udienza in Comune a Bologna.

Secondo punto, quello che è avvenuto l’altra sera in via Petroni e anche quello che è avvenuto due giorni prima con un altro covo, un deposito di birre e alcolici che poi veniva distribuita fra piazza San Francesco e via Petroni. Intanto voglio ringraziare la Polizia municipale e la Polizia di Stato per il lavoro fatto, che richiede giorni e giorni di indagine per poi arrivare a questi che fanno queste furbate. Quindi li ringrazio e credo che tutti siamo soddisfatti di questo modo di lavorare e di operare. L’altra cosa che chiedo, è questa. Abbiamo letto sui giornali che questa festa fatta in casa, quindi non c’è bisogno di nessuna autorizzazione e nessuna richiesta, quello che la Polizia di Stato in questo caso ha dovuto penare per arrivare, vista la massa enorme di persone che sostanzialmente, non perché facessero resistenza, ma perché fisicamente impedivano l’accesso, visto l’alto numero. Credo che a parte la notizia apparsa di quel locale, che giustamente il Questore ha fatto chiudere, credo che finalmente si comincino ad applicare le leggi dello Stato, il TULPS e quant’altro previsto, e di questo ringrazio il Questore per aver dato un segnale di questo tipo. Io credo che sia, visto che dobbiamo discutere a breve una riorganizzazione di tutte le attività del centro storico di Bologna, oltre specificatamente alla zona universitaria che è una fortissima calamita che richiama centinaia e centinaia, migliaia di ragazzi, credo che il tema che si porrà in quella sede, è anche una revisione del regolamento edilizio. Poi capisco che è difficile, c’è la liberalizzazione degli orari dal 2011, quindi come amministrazioni abbiamo delle difficoltà. Però una strada – ed è una delle cose che qui si dice – che dobbiamo intraprendere, è fare un’analisi seria del carico urbanistico e definire delle quote urbanisticamente compatibili con quella sistemazione medievale della nostra città, perché è evidente che quella zona è un forte polo di richiamo. Nella quasi totalità, moltissimi dei giovani che vivono negli studentati del mio quartiere e in periferia, anche se ci sono locali idonei, si rivolgono al centro. Credo che questi punti vadano affrontati entro l’anno, o massimo i primi del 2018, per dare una normativa che cerca, nel limite del possibile, di contenere queste presenze.