Lunedì 7 gennaio 2019 la consigliera comunale PD Federica Mazzoni è intervenuta ad inizio seduta in merito all’odissea della nave Sea Watch e la storia di Alice Vignodelli, volontaria bolognese di Ya Basta, da tempo impegnata nell’aiuto ai migranti.

Di seguito è disponibile il testo dell intervento, online è inoltre disponibile il comunicato stampa.

Sono ormai 17 giorni. 17 giorni nei quali la nave Sea Watch 3 che fa parte dell’alleanza United4Med insieme a OpenArms e a Mediterranea, è in mare aperto, in pieno inverno, con condizioni climatiche pericolose e difficili, restando in attesa di un porto dove poter sbarcare i 32 naufraghi, esseri umani, tra cui bambini e adolescenti soli, soccorsi nel Mediterraneo lo scorso 22 dicembre, ai quali continua a essere negata la possibilità di scendere in terra sicura.

La politica dei cosiddetti “porti chiusi”, in violazione del diritto internazionale e del diritto del mare si protrae dallo scorso 22 dicembre, sancendo la disumanità e l’indifferenza sterile di governi composti da persone di destra che stanno al caldo nei propri posti di potere e in piena campagna elettorale.

Nessun governo europeo ha risposto positivamente, in particolare quello italiano ci ha costretto al teatrino recitato dai due Vicepremier nelle vesti di poliziotto cattivo, Salvini, che dopo avere scontentato il suo elettorato che sta poco digerendo provvedimenti approvati nella manovra di fine anno che, tuttora, manco chi l’ha votata conosce completamente- e quindi stare perdendo terreno nei sondaggi, decide di tornare alla sua vecchia passione e ossessione: l’inventata presunta invasione di migranti.

E poi l’altra parte della farsa, ovvero il poliziotto buono (fintamente buono) che cerca in maniera patetica di dire che l’Italia è disponibile ad accogliere solo le mamme e i loro bambini -dei padri e delle altre persone, chi se ne importa- Bisogna però informare Di Maio che cercare di essere contemporaneamente di sinistra e di destra non è possibile, i cittadini non sono sprovveduti e il risultato è quello che si è di destra, come ci stanno tristemente dimostrando.

Ma esistono cittadini e cittadine europei e italiani, bolognesi che non ci stanno e si impegnano per fare in modo che i principi dell’Unione Europea -che non si sta mostrando all’altezza- e della nostra Repubblica fondata anche sulla solidarietà, vengano rispettati e non ci si dimentichi dei diritti umani.
Sono persone anche vicino a noi, come Alice Vignodelli, 25 anni, laureata educatrice all’Alma Mater, dell’associazione Ya Basta, è di Bologna ed è sulla Sea Watch, insieme ai 32 migranti.
In un messaggio audio inviato dalla nave racconta di come sopravvivere sia sempre più difficile, maltempo, freddo, onde alte più di 5 metri, si dorme per terra e si mangia poco e lo stesso pasto a pranzo e a cena -un po’ di riso e qualche biscotto- la stanchezza, insieme alla convivenza forzata in piccoli spazi aumentano i disagi e fanno scemare le speranze. Alice riporta che ascoltare le storie di queste persone non può lasciare indifferenti, quello che hanno passato è “angosciante. E lo è ancora di più pensare che nei nostri stati ci sono persone che non vogliono aprire né gli occhi, né i porti” dice.

Sabato scorso in Piazza del Nettuno si è tenuto un presidio promosso da Ya Basta, TPO e Labas per cercare di scuotere le coscienze, personalmente non sono riuscita a partecipare per motivi familiari, ma oggi dall’Aula del Consiglio, oltre a chiedere che si faccia salpare la Sea Watch, mi sento di chiedere, in accordo con il Sindaco Virginio Merola, che l’Amministrazione comunale conceda ad Alice Vignodelli un riconoscimento, una onorificenza adeguata al suo impegno, alla sua lezione di umanità e obbedienza ai valori civili e costituzionali nei quali Bologna si riconosce appieno e per i quali continua a combattere e affinché non siano calpestati.

Grazie Alice, per non essere rimasta a casa tua, come qualcuno inveisce contro quei migranti che stai aiutando.