Lunedì 6 maggio 2024 la consigliera comunale Antonella Di Pietro ha presentato un intervento di inizio seduta in Consiglio comunale dal titolo “Alluvione, a che punto siamo?”.

E’ possibile accedere qui al video dell’intervento in aula.

Di seguito il testo dell’intervento in aula.

A un anno dall’alluvione, le ferite nella nostra Regione, sono ancora aperte. A lamentare questa situazione sono sia i sindaci dei comuni più colpiti che le imprese e i privati. Molte famiglie sfollate ancora non sanno se avranno i contributi per poter svolgere i lavori che servono per tornare nelle proprie abitazioni. Il governo aveva promesso che avrebbe risarcito tutti, ma a oggi mancano provvedimenti adeguati, le risorse stanziate sono inferiori ai bisogni stimati e la ricostruzione, soprattutto quella privata, è troppo lenta per via dei ritardi e della complessità delle procedure per ottenere i ristori promessi. Il vice ministro Bignami, strumentalizzando la situazione per fini puramente elettorali, attacca il Presidente della Regione e nega che le responsabilità più grandi sono del Governo . È perciò opportuno riavvolgere il nastro per ripercorrere quanto avvenuto.
L’alluvione ha travolto tragicamente la nostra regione e si sta lavorando a una ricostruzione che impiegherà anni. Sono due le fasi che hanno caratterizzato questa tragica vicenda.
Nel momento in cui è partita l’emergenza, momento precedente alla nomina del commissario Figliuolo che ha visto in prima linea Il Presidente della Regione Bonaccini, le risorse raccolte e stanziate sono state spese in fretta.
Con la nomina del generale Figliuolo è iniziata la faticosa e lunga fase della ricostruzione.
Come è noto, i danni per l’alluvione ammontano a 9 miliardi di euro di cui 3,5 sono relativi a privati, ma il Governo ha messo a disposizione risorse inferiori a quelle necessarie per la ricostruzione. Gran parte di quelle risorse sono inoltre rimaste congelate fino ai primi versamenti, avvenuti il mese scorso, a causa dei ritardi dei decreti e dei provvedimenti, oltre che per le procedure burocratiche troppo complesse. Di fatto ad oggi su decine di migliaia di richieste danni, solo 775 domande sono state completate e appena 40 approvate dalla struttura commissariale. Sono solo 29 quelle che stanno ricevendo il primo acconto del 50%, per un totale di 401.000 euro erogati. Più che continuare a strumentalizzare la situazione, sarebbe meglio che Bignami e il Governo si impegnassero per sostenere e salvaguardare le nostre comunità, ascoltando coloro che chiedono un ulteriore supporto nella ricostruzione privata e smettendola di dire cose non vere. È importante tener conto delle necessità legate allo snellimento e alla semplificazione delle procedure monitorando costantemente, come sta facendo la Regione , lo stato di avanzamento della ricostruzione e le problematiche concrete che nel percorso emergono per darvi un’opportuna risposta. La politica ha il dovere di garantire la salvaguardia dei cittadini e delle comunità, preservando la coesione sociale. Cosa che non sta facendo l’attuale Governo.