Lunedì 25 marzo 2024 la consigliera comunale Antonella Di Pietro ha presentato un intervento di inizio seduta in Consiglio comunale dal titolo “Altri decessi alla Casa circondariale Rocco d’Amato”.

E’ possibile accedere qui al video dell’intervento in aula.

Di seguito il testo dell’intervento in aula.

Due decessi nel giro di pochi giorni. È quanto avvenuto la scorsa settimana alla Casa circondariale Rocco d’Amato. Una giovane donna con un quadro clinico complesso si è spenta mercoledi’ scorso e giovedi’ una cinquantacinquenne si è tolta la vita. Un’altra donna ieri ha cercato di impiccarsi ma è stata salvata dalla polizia penitenziaria. Sono eventi tragici che non possono consumarsi nel silenzio dell’indifferenza perché nella loro drammaticita’ rappresentano il fallimento del sistema carcere e della politica nel nostro paese. Riflettiamo sui numeri. Sono 28 i decessi che si contano dall’inizio dell’anno e che comprendono detenuti, detentute e personale. Cifre e episodi destinati a crescere che lasciano sgomenti e che producono sconcerto, ripercuotendosi tragicamente su tutta la comunita’ carcere. Situazioni che non possono essere ignorate e a cui va posta la giusta attenzione, per fare chiarezza e per dar vita una volta per tutte, a una battaglia di civiltà.

Il Governo in primis deve farsene carico e tutte le forze politiche coinvolte devono lavorare in questa direzione. Quanto sta avvenendo è qualcosa di profondamente ingiusto e anticostituzionale. Come dice la Costituzione e come ribadito piu’ volte da me e da altri, la pena deve essere rieducativa e vanno salvaguardate le condizioni di vita dei detenuti.

E come si fa a salvaguardarle senza risorse, servizi adeguati e condizioni disumane a cui sono sottoposti? E come si puo’ pensare di tutelare lo stato di salute di tutto il personale coinvolto, se è in sottorganico ed esasperato dai numeri in crescita? Come si fa a prevenire comportamenti inconsulti e gridi di allarme a effetto imitazione, se manca il personale per intervenire?

Nella Casa circondariale Rocco d’Amato la presenza dei detenuti è quasi al doppio dei limiti di capienza e i reclusi che si contano continueranno ad aumentare se non si interviene con misure che consentano di porre un freno a questa deriva. Chi vive l’esperienza in carcere, dai detenuti, ai volontari, agli operatori e ai sindacati, descrive e denuncia costantemente una situazione di sovraffollamento in cui vengono assembrate persone senza distinzione. Ricordo che lo stato dovrebbe tutelare casi psichiatrici, persone in condizione di fragilita’ e poverta’, ma con la politica securitaria del Governo stiamo assistendo a un reale smantellamento dei diritti sociali. Le carceri sono ormai un ammassatoio di persone povere che nel nostro paese vive in condizioni pietose.

Il sovraffollamento è la principale causa di atti di disperazione e suicidi. Per superare queste condizioni insostenibili ci vogliono provvedimenti urgenti che restituiscano al carcere una condizione umana e di possibilita’, per il bene della sua comunita’ e della collettivita’. Gli strumenti che si possono adottare esistono e il Governo deve intervenire, con misure e decreti adeguati, reintroducendo, ad esempio, la liberazione anticipata speciale e applicando seriamente le misure alternative alle pene, come avviene in altri paesi civili. Il Governo deve intervenire e agire secondo dettati costituzionali, nel rispetto di chi deve scontare le pene e di chi opera in forma professionale e volontaria all’interno del carcere e in collegamento con il territorio, nel rispetto dei familiari e dei diritti di ciascun individuo. La vita è un bene inviolabile e lo stato ha il dovere di preservarla. È indispensabile e urgente proseguire con gli approfondimenti necessari e per questo chiederò, insieme ad altre colleghe e colleghi della maggioranza, un’udienza conoscitiva alla V commissione, coinvolgendo referenti penitenziari e Garanti.