Lunedì 8 aprile 2019 la consigliera comunale PD Giulia Di Girolamo è intervenuta ad inizio seduta in Consiglio comunale riguardo ai nuovi arresti per droga in città.

Di seguito il testo dell’intervento di inizio seduta. Online è inoltre disponibile il relativo comunicato stampa.

Dal Sudamerica alle Due Torri. Una tratta privilegiata dai narcotrafficanti, una tratta strategica, volta a rifornire le principali piazze di spaccio della città e non solo.
Due bande italo-albanesi sono state infatti smantellate grazie all’indagine “Nuevo Sol”, che ha portato all’emissione di 12 misure cautelari per spaccio. 6 persone in carcere, tre ai domiciliari e per tre è scattato l’obbligo di dimora.

Un’indagine partita due anni fa, condotta dal nucleo investigativo del reparto operativo dei carabinieri e coordinata dalla procura della repubblica di Bologna, ha portato all’emersione di due bande che sul nostro territorio avevano il compito di rifornire sia la Bologna bene, quella composta per lo più da liberi professionisti che acquistavano soprattutto cocaina, sia la zona universitaria con hashish e mariujana.

Fiumi di droga arrivavano dal Perù e attraverso lo scalo spagnolo e approdavano così sulle nostre piazze alimentando un circuito criminale ben oliato, dedito ad una della attività più redditizie proprie delle organizzazioni criminali.

Tra i soggetti coinvolti nell’inchiesta, oltre al capo del gruppo, Ranko Claudio Pawan, ci sono anche l’ex capo ultras della curva del Bologna Calcio (che gestiva gli acquisti e lo spaccio all’interno dello store del Bologna, dove lavorava) e Natale Barca, calabrese di 60 anni, legato alla ‘ndrina Imerti di Villa San Giovanni, in Calabria, già detenuto nel carcere di Bologna dal 2017 con l’accusa di estorsione sempre legata allo spaccio di cocaina.

Un altro nome coinvolto nell’indagine inoltre è quello di Cristiano Lucchianelli (figlio del campione di motociclismo, Marco Lucchianelli).

Un’indagine questa, partita nel 2016 dalla denuncia di un tossicodipendente che ha raccontato agli inquirenti il giro della droga e denunciato i capi dell’organizzazione. Droga che veniva venduta anche nelle comunità di recupero.

Siamo di fronte quindi ad un sistema criminale intrecciato e ben organizzato, che denota una grande capacità di controllo del territorio, alimentando quel mercato dello stupefacente in risposta alla domanda proveniente dai tanti, troppi consumatori del territorio, nonché la capacità di entrare anche nelle strutture preposte alla cura della tossicodipendenza mettendo a forte rischio un intero sistema di prevenzione e cura dei pazienti in carico a queste strutture.

Un giro d’affari milionario, se pensiamo che, ad esempio, la cocaina, venduta a 45mila euro al kilo, con un principio attivo del 65% ,poteva essere tagliata più volte prima di arrivare nelle piazze, facendo quindi lievitare i ricavi per l’organizzazione, cocaina che rimane la sostanza più redditizia dell’intero mercato.

Voglio ringraziare, quindi, per questa operazione di grandi dimensioni, il nucleo operativo dei carabinieri e la procura per essere riusciti a smantellare un’organizzazione così radicata e complessa, e ribadire che accanto alla repressione, è necessaria una maggiore attenzione dal punto di vista sociale e culturale al fenomeno, ancora oggi fortemente sottovalutato. Come si legge anche da questa inchiesta, ancora una volta risulta molto forte l’intreccio tra organizzazioni criminali per così dire autonome, la ‘ndrangheta e il mondo dello sport, altre volte al centro di inchieste legate al traffico di sostanze stupefacenti e al coinvolgimento di importanti gruppi calcistici e di tifosi con l’organizzazione ‘ndranghetista.

Ripartire dal livello culturale, riportare questi temi al centro del dibattito pubblico e politico, quindi si rende non solo auspicabile, ma necessario per supportare da una parte l’attività investigativa e repressiva, e dall’altra per dare una chiave di lettura e conoscenza di questi fenomeni più complessiva e completa, e che non resti slegata dal contesto territoriale in cui si radicano e agiscono le organizzazioni criminali: dobbiamo avere piena consapevolezza che il loro giro d’affari, in qualsiasi settore, cresce di pari passo con la nostra indifferenza e più che mai in questo settore, che ancora una volta si dimostra essere il business più redditizio e in grado di controllare in maniera puntuale il nostro territorio.