Lunedì 4 aprile 2018 il consigliere comunale Roberto Fattori ha presentato il seguente intervento di inizio seduta.

Di seguito è disponibile il testo dell’intervento, tramite link il relativo comunicato stampa.

E’ aumentata la presenza dei turisti a Bologna nel periodo pasquale.
Il turismo a Bologna è caratterizzato da un trend largamente positivo, ma ulteriore picco in questi giorni delle festività pasquali.
Lo ha potuto sperimentare ciascuno di noi girando per Bologna, per il centro e non solo, dove potevamo ncontrare numerosissimi gruppi di persone di tutte le età, famiglie, coppie che giravano la città guardandosi intorno, spesso con il naso all’insù (non come noi facciamo quasi sempre andando di fretta, con gli occhi bassi) e potevamo ascoltare accenti diversi e numerose lingue straniere;
ce lo dicono i numeri forniti dalle strutture ricettive non solo di Bologna, ma di tutta la città metropolitana:
occupazione di oltre il 90 per cento dei posti nelle strutture ricettive di Bologna (il dato medio è 60%),
ce lo dice il dato della permanenza media che si avvicina alle tre notti.
Lo testimonia l’aumento dei proventi della tassa di soggiorno, introdotta nel 2012, incassi di 3,1 milioni nel 2013, oltre 6 milioni nel 2017.
Vorrei evidenziare l’effetto virtuoso che può avere, se ben gestita, la tassa di soggiorno, i cui proventi vanno impiegati per rendere sempre più attraente la città (qualcuno sosteneva che avrebbe ucciso il turismo).
Quindi non si tratta di una sosta quasi obbligata in un importante crocevia, in attesa di prendere un treno o un aereo, ma una vera a propria scelta di dedicare alcuni giorni a visitare la nostra città e apprezzarne le caratteristiche.
Non solo il centro storico, ma anche tour nei dintorni e turismo in Appennino (+40%, grazie anche alle piste ancora innevata nella “bassa” Pasqua”).
Cosa apprezzano i turisti?
Troppo facile dire Bologna città del cibo, perché Bologna è molto più di questo (non si resta tre notti per mangiare…).
“fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza” dice Ulisse nel 26° canto dell’inferno di Dante, quando spiega per quale motivo non si è accontentato del ritorno a Itaca, ma ha voluto andare oltre le Colonne d’Ercole.
Le persone quando visitano una città come Bologna trovano una sintesi del bisogno di soddisfare la materia (e penso al cibo) e soddisfare lo spirito

Il boom della ristorazione non è una novità, perché il bisogno di mangiare è di tutti. I dati raccontano di boom di prenotazioni nelle botteghe storiche e della musica. Aumentano negli scaffali delle librerie le pubblicazioni dedicate a Bologna in diverse lingue. Aumentano di numero e sono sempre più apprezzati i percorsi naturalistici nei parchi, sulle colline e verso l’Appennino: il portico di Saragozza in certi giorni è pieno di giovani che lo percorrono per cominciare la via degli Dei.

Il Carlino titola, dopo diverse interviste “Non ci sono voti per una città così bella”, Turisti estasiati da cibo e piazze. Mai visto nulla di simile, vorremmo venire ogni anno”.
Ci si riferisce, in particolare, all’atmosfera dei luoghi tra i monumenti cittadini, agli elementi di attrazione diffusa, alla possibilità di scoprire continuamente angoli suggestivi,
Le nostre piazze, alcune delle quali hanno recentemente conosciuto un restyling non privo di polemiche (S.Francesco e Minghetti) per favorire la loro vocazione di luogo di incontro e punto di vista privilegiato per fermarsi ad apprezzare la bellezza dei luoghi.
Le nostre basiliche, le Due Torri (solo io mi sono accorto di quanto è difficile immettersi da via Rizzoli in Strada Maggiore, per i flussi di turisti che la attraversano per salire sulla Torre degli Asinelli?)

Questo intervento per esprimere il mio orgoglio di bolognese: da sempre sostengo che Bologna è una delle città più belle del mondo, sono lieto che se ne stiano accorgendo in tanti. Vorrei che ne fossimo consapevoli anche noi bolognesi, perché a Bologna appena si stappa una bottiglia di champagne c’è chi dice che sa di tappo.

Vorrei introdurre un altro concetto, che meriterebbe ben altro approfondimento. Non credo nella decrescita, che certo non può essere felice, ma nell’epoca post industriale il modello di crescita economica non si può basare sull’aumento della produzione di beni, cose, oggetti, ma deve basarsi sulla produzione di servizi.
Passiamo dal produrre oggetti per riempire la casa di cose, al produrre servizi per riempire la mente di esperienze, di incontri, di sensazioni.
Bologna questo lo ha capito da tempo, ed è uno dei motivi per cui gli indicatori economici ci dicono che qui la crisi non solo ha colpito meno che altrove, ma che anche la nuova fase di crescita procede particolarmente spedita