Lunedì 28 maggio la consigliera comunale Gabriella Montera è intervenuto ad inizio seduta in Consiglio comunale sull’apertura della quarta cucina popolare che aprirà in autunno.

Online ed in allegato è inoltre disponibile il relativo comunicato stampa

Bologna città solidale.
In questi giorni a Bologna è stato presentato il progetto di riqualificazione della Villa Paradiso in Quartiere Savena, nell’ambito del quale in autunno verrà realizzata la quarta cucina popolare.
Era di pochi giorni fa la notizia che le Cucine Popolari avevano inaugurato al Centro Sociale Fondo Comini del quartiere Navile, la colazione solidale. La giornata, per tante persone fragili e sole, può cominciare con un nuovo stimolo: un appuntamento per far colazione in compagnia.
La “colazione solidale” rappresenta un altro tassello di un insieme di azioni avviate nel 2015, grazie all’instancabile attività del vice presidente di Piazza Grande Roberto Morgantini e dei volontari di CIVIBO. Nel giro di due anni sono state realizzate tre cucine popolari in altrettanti quartieri della città: Navile, S. Donato e Porto Saragozza. La prima, inaugurata nel luglio del 2015 in Via del Battiferro, era nata come sperimentazione laica di una mensa sociale.

L’obiettivo degli ideatori, pienamente raggiunto, era quello di ampliare i luoghi di accoglienza per tanti cittadini e cittadine in difficoltà, offrendo loro un pasto caldo e un posto di socialità dove poter contrastare le solitudini dilaganti che la povertà e l’indigenza producono. Il numero dei pasti offerti oggi supera i tre mila al mese e i volontari delle cucine non si fermano neppure a luglio e ad agosto.
La fantasia dei volontari, ma anche di tanti attori non convenzionali che hanno raccolto volentieri questa sfida, non ha limiti. Vale la pena di citare alcune esperienze solidali: nel febbraio di quest’anno è stato inventato dal titolare del Bar “Il Panino” in Via Galliera il “panino sospeso”. I clienti possono pagare un panino per chi non può permetterselo e raccolti un certo numero di scontrini, vengono mandati a Piazza Grande. Ma anche l’offerta del “caffè sospeso” al Caffè Accademia di Via Guerrazzi, oppure al Binario 69, il locale di musica dal vivo dove i tre giovani titolari propongono di lasciare qualche euro per pagare l’ingresso ad adolescenti o studenti, oppure la Fattoria di Masaniello al Pilastro, che nel giro di pochi mesi ha infornato ben 500 “pizze sospese”.
E’ un’attività molto “proficua” perché coinvolge in un sistema integrato di welfare volontario, aziende, associazioni di categoria, parrocchie, fondazioni private e semplici cittadini. Cucine popolari infatti può accogliere tante persone a tavola grazie alla collaborazione offerta dalle imprese del territorio, ma fa di più: chiama a raccolta tanti attori per rammentarci che l’integrazione passa attraverso la costruzione delle relazioni sociali.
Bologna è una grande comunità, che pur se non immune dai problemi delle città a forte antropizzazione propria e di provenienza, non è la città del degrado e dell’insicurezza, ma la città che si contraddistingue sempre per la spinta all’organizzazione e alla coesione sociale, di cui la solidarietà è la colonna portante.