Lunedì 17 giugno 2024 la consigliera comunale PD Antonella Di Pietro ha presentato un intervento ad inizio seduta in Consiglio comunale dal titolo “Carceri italiane. Condizioni indegne ma il governo tace”.

E’ possibile accedere qui al video dell’intervento in aula.

Di seguito il testo dell’intervento in aula.

La situazione nelle carceri italiane è indegna e disumana e i numeri continuano a crescere. Sono 44 i suicidi che si contano nelle carceri italiane, ma il Governo tace. Un’emergenza più volte denunciata da Antigone e da tutti mondi che ruotano attorno al sistema penitenziario. Un’emergenza che come Consiglio abbiamo più volte sollevato e approfondito con interventi e udienze conoscitive che stiamo proseguendo. Siamo un paese che ha avuto sanzioni e richiami dalle istituzioni europee per il cattivo funzionamento delle carceri italiane e per la violazione dei diritti umani. La situazione peggiora di giorno in giorno e bene ha fatto il PD a livello nazionale a denunciare il malessere crescente nell’ambito della Commissione Giustizia e a sottolineare la necessità di un Decreto Legge per alleggerire la popolazione carceraria; richiesta tra l’altro avanzata da tempo dalla polizia penitenziaria.
La questione carceraria va presa in mano seriamente nella sua complessità e non è più rinviabile. Il Governo deve farsene carico. In un momento come questo è inaccettabile la totale assenza del Ministro della Giustizia, del Governo Meloni e del nuovo Garante nazionale che da quando si è insediato, non si è minimamente degnato di realizzare sopralluoghi e monitoraggi per comprendere come intervenire su problematiche che sono ormai note a tutti. A questo Governo non interessa se i detenuti si ammassano, muoiono o si suicidano. Non interessa lo stato di malessere in cui si trovano i familiari e tutti i lavoratori che operano all’interno di questo sistema e non interessa se anche nella polizia penitenziaria e nel personale si registrano suicidi. Non interessano le problematiche legate alle difficoltà sociali che incontrano le persone prive di riferimenti familiari e strumenti materiali quando acquistano la libertà, non interessa investire su percorsi di reinserimento graduali e non interessa se le comunità’ diventano luoghi sempre più fragili e insicuri. La destra ne è convinta, il carcere è un contenitore e deve restare la risposta a tutto, alla povertà, alla salute mentale e a tante altre condizioni che andrebbero trattate con interventi diversi. Per loro si può anche gettare la chiave e lasciare esplodere la rabbia sociale. Lo sanno benissimo che con il Decreto Caivano gli istituti penitenziari giovanili sono sempre più pieni e il sistema carcerario è al collasso ma non rispondono a nessun appello e ad alcuna richiesta di intervento perché quanto stanno praticando è sì, antidemocratico, ma in perfetta linea con la loro visione punitiva e securitaria.