Lunedì 29 aprile 2024 la consigliera comunale Antonella Di Pietro ha presentato un intervento di inizio seduta in Consiglio comunale dal titolo “Carceri Italiane. La situazione è ormai insostenibile”.

E’ possibile accedere qui al video dell’intervento in aula.

Di seguito il testo dell’intervento in aula.

“Carceri Italiane. La situazione è ormai insostenibile”

Sputi, minacce, percosse bastonate e cinghiate a 12 detenuti e perfino una tentata violenza avvenuti nel carcere minorile Beccaria di Milano hanno fatto scattare l’arresto di 13 agenti della polizia penitenziaria. Quanto abbiamo letto sui media è terribile. Abusi e violenze ancor più inaccettabili perché rivolte a minorenni che andrebbero tutelati e rieducati per gli errori commessi.

Quanto avvenuto, in un paese civile, è una sconfitta per tutti noi. L’ennesima prova che il sistema carcerario, oggi esasperato e stressato da una politica di Governo securitaria, non solo non funziona, ma sta degenerando sempre più.

Le drammatiche vicende al Beccaria e le condizioni in cui continuano a vivere i detenuti e tutta la comunità’ carcere, sono l’ennesima conferma che non è tollerabile continuare in questo modo. Il problema è nazionale e non è piu’ riviabile una riforma della giustizia in Italia. Quanto avvenuto è ingiustificabile e i riflettori vanno tenuti accessi per prevenire e contrastare i fenomeni che si stanno verificando.

Abbiamo il dovere di farlo, nei confronti dei detenuti e di chi all’interno delle carceri italiane esercita la propria professione o vocazione con onestà’, umanità’ e passione. Ripercorrendo quanto è accaduto negli ultimi mesi – dalle lettere dei detenuti, alle denunce dei reclusi, dei sindacati e delle associazioni che ogni giorno operano cercando di salvaguardare le persone più fragili e i diritti umani – il primo pensiero va a chi è in carcere e a tutte le donne e agli uomini della polizia penitenziaria che abbiamo avuto modo di incontrare a Bologna e con cui abbiamo modo di confrontarci stabilmente, riscontrando in loro un forte senso di cura di attenzione e di amore nel lavoro che svolgono.

E nel caso del Beccaria, purtroppo, a pagarne le spese e a uscirne delegittimata è l’intera polizia penitenziaria. Per questo sono ancor piu’ inaccettabili le promesse mancate del Ministro della Giustizia e dei sottosegretari. Oltre a mantenere il sottorganico e il sovraffollamento non stanno facendo niente. Non investono sulla formazione degli operatori della polizia penitenziaria e sui servizi educativi, esasperando così una linea politica chiara che inevitabilmente stressa reclusi e operatori. Del resto, non c’è’ molto da stupirsi.

Con questo Governo si sta andando verso l’abolizione del reato di tortura e verso scelte politiche discriminanti come sul pro-vita, gli immigrati, i tagli, il voto in condotta a scuola; si usano linguaggi culturali che sempre più evocano odio, esclusione, censure, guerra e azioni punitive affiancando violenza a violenza.

Una politica che rischia di attecchire di più proprio laddove viene a mancare la giustizia sociale e dove la sofferenza è più diffusa, come nelle carceri.

Anche per questo è veramente apprezzabile che in diverse piazze e da più voci il 25 aprile di quest’anno sia stato associato a una nuova contemporaneità. Sono anni bui e preoccupanti in ogni ambito, ed è nostro dovere continuare a mantenere fari accesi nelle carceri e in tutti quei luoghi in cui i diritti costituzionali vengono negati.