Lunedì 28 maggio la consigliera comunale Mariaraffaella Ferri è intervenuto ad inizio seduta in Consiglio comunale sulla recente esibizione del Coro Papageno, formato dalle detenute e dai detenuti del carcere bolognese della Dozza, a Bologna.

Online ed in allegato è inoltre disponibile il relativo comunicato stampa.

Il Coro Papageno e la musica che cambia la Vita.

Intervengo brevemente per informare il Consiglio e i concittadini che ci ascoltano in streaming del Concerto che si e’ svolto sabato scorso alla Dozza a cui ho partecipato in rappresentanza del Sindaco, insieme agli Assessori comunali Susanna Zaccaria e Matteo Lepore.

“La musica ti cambia la Vita” e’ il sottitolo del Concerto del Coro Papageno che si e’ svolto sabato scorso presso la Casa circondariale Rocco D’Amato di Bologna.

L’educazione musicale ed il canto corale e’ una delle attività continuative che si svolgono settimanalmente alla Dozza ed e’ promossa dall’Associazione Mozart 14 che, appunto, dal 2014 sostiene e porta avanti i progetti educativi e sociali voluti dal Maestro Claudio Abbado nei luoghi di maggior sofferenza: dal carcere degli adulti, come in questo caso, fino ai laboratori di musico terapia presso i Reparti pediatrici del Policlinico Sant’Orsola, i Centri che si occupano di bambini e adolescenti con disabilità fisiche e cognitive o, ancora, con i giovani dell’Istituto Penale Minorile del Pratello.

Il Coro Papageno della Dozza e’ diretto dal Maestro Michele Napolitano ed e’ composto da una sessantina di elementi; e’ un coro misto a cui partecipano uomini e donne detenute – l’unica attività “mista” che sia svolge in carcere – ed e’ integrato con la partecipazione di coristi volontari, che provengono da altri cori cittadini.

Il Concerto annuale del Papageno e’ ormai diventato un appuntamento molto atteso, un’occasione straordinaria di apertura della Casa circondariale alla città e ancora una volta la città ha risposto con entusiasmo e generosità all’invito che le ha rivolto l’Associazione Mozart 14 con la sua Presidente, Signora Alessandra Abbado, insieme alla Direttrice del Carcere, dott.a Claudia Clementi.

Come sempre anche quest’anno e’ stato proposto al pubblico un programma ricco ed articolato di musica colta e musica popolare: dalla cantica medioevale allo spiritual afroamericano, i canti delle feste insieme ai canti degli schiavi, in un intreccio di tradizioni e culture da tutto il mondo che corrisponde simbolicamente alla eterogeneità di questo “specialissimo” coro dalle molte provenienze.

Per raggiungere una perfetta polifonia, ha sottolineato il maestro Napolitano, ogni voce deve imparare ad essere autonoma ed interdipendente dalle altre, in un percorso educativo comune fatto di ascolto reciproco e di sguardo attento rivolto a chi dirige.

La musica e la sua bellezza, dunque, cambiano la vita e questa semplice constatazione in Carcere assume inevitabilmente significati e connotazioni del tutto particolari. Mi interrogavo sabato, guardando i volti dei coristi – difficile, se non li si conosce, distinguere se detenuti o liberi – su come la musica e il canto stia modificando la vita di ciascuno di loro.

Mi sono chiesta se, nella storia personale di qualcuno di loro – e penso a chi e’ cresciuto in contesti particolarmente deprivati culturalmente e umanamente – Il Coro Papageno non rappresenti la prima vera opportunità positiva che la vita gli sta offrendo.

Non lo so, non lo possiamo sapere, ma certamente questa evenienza rende ancor più’ grande e prezioso il lavoro che l’Associazione Mozart 14 sta portando avanti.

L’ho voluto ricordare oggi, con molta riconoscenza.