Lunedì 12 novembre 2018 il Consiglio comunale ha approvato il seguente ordine del giorno, presentato dal consigliere comunale Andrea Colombo con un intervento ad inizio seduta, che invita a chiedere un confronto tra Parlamento, Governo a Comuni sul sistema dell’accoglienza dei migranti, a difendere il modello dello Sprar e ad opporsi ai centri per il rimpatrio.

L’odg è firmato anche dai consiglieri comunali PD Claudio Mazzanti, Federica Mazzoni, Mariaraffaella Ferri, Francesco Errani, Gabriella Montera, Simona Lembi, Isabella Angiuli e Roberta Li Calzi oltre che dal gruppo consiliare Città comune.

Online è inoltre consultabile il comunicato stampa relativo all’intervento di inizio seduta nonché all’approvazione dell’ordine del giorno.

Di seguito sono pubblicati sia il testo dell’intervento di inizio seduta che l’ordine del giorno.

Continuiamo a chiedere con forza a Governo e Parlamento di sospendere e modificare radicalmente il decreto legge cosiddetto “sicurezza e immigrazione” e di aprire un confronto vero con i Comuni, su cui più ricadrebbero gli effetti negativi delle nuove norme, per prima cosa accogliendo gli emendamenti proposti da ANCI che sarebbero almeno una ‘riduzione del danno’.
Invitiamo il Sindaco e la Giunta a promuovere una mobilitazione, a partire dalla città di Bologna, a difesa del sistema ordinario di accoglienza dello SPRAR, chiamando a raccolta enti locali, gestori dei servizi pubblici sociali e sanitari, associazioni e cooperative del terzo settore, comunità religiose, etc., per capire come mantenere in piedi un sistema che ha funzionato e migliorarlo.
Dichiariamo fin d’ora la indisponibilità di Bologna alla nuova creazione o alla riapertura di centri straordinari, che servono solo ad alimentare ad arte tensione sociale, emergenza e insicurezza nelle città, o di centri di rimpatrio, gli ex CIE, di cui rivendichiamo di aver chiesto con forza e ottenuto negli scorsi anni la chiusura perché luogo di sostanziale privazione dei diritti umani. E chiediamo la conferma dell’hub regionale di via Mattei.
Rispondiamo alla destra che i vostri esposti non ci fanno paura. Non arretriamo di un centimetro sulla difesa della convivenza possibile tra cittadini e migranti tramite un sistema strutturato di accoglienza e un pieno rispetto delle regole nelle città. E soprattutto, continueremo a fare da apripista in Italia sui diritti civili e umani anche resistendo contro leggi sbagliate per modificarle, come Bologna ha sempre fatto nella storia: da liberare i servi della gleba col Liber Paradisus, a riaprire l’acqua nelle case occupate da famiglie con bambini e anziani, fino a registrare i matrimoni omosessuali contratti all’estero.
Infine, esprimiamo solidarietà e sostegno ai prof. e agli studenti del liceo Minghetti, di cui sono ancora una volta orgoglioso di essere stato per tre anni rappresentante di istituto degli studenti.
L’interrogazione parlamentare di Forza Italia contro il laboratorio sui migranti, regolarmente inserito dagli organi collegiali nel piano formativo, ha il sapore pericoloso di un attacco all’autonomia didattica e alla coscienza critica dei giovani. Ricorda la ridicola iniziativa di inizio anni 2000 dell’on. Garagnani, il “telefono amico” per segnalare presunti episodi di propaganda contro il governo Berlusconi, smentita perfino dal ministro Moratti. Anche questa volta finirà tutto nel nulla, però intanto si prova a intimorire la comunità scolastica.

Il Consiglio comunale di Bologna

Richiamato il proprio ODG n. 409/2018, approvato da questo Consiglio nella seduta del 29 ottobre 2018, che chiede la sospensione del decreto legge “sicurezza e immigrazione” (DL 113/2018) e l’apertura di un confronto con i Comuni italiani sul sistema dell’accoglienza dei migranti;

Visto che successivamente, in data 7 novembre 2018, il Senato ha approvato, con voto di fiducia, la conversione in legge del decreto in oggetto, che ora passa alla Camera per l’approvazione definitiva;

Considerato che:

– alla luce del testo adottato, sono confermate e anzi cresciute tutte le ragioni di preoccupazione e contrarietà alle nuove norme, per l’eliminazione dei permessi di soggiorno per motivi umanitari, per l’aumento dei tempi di detenzione nei centri di rimpatrio (Cpr), per lo smantellamento del sistema di accoglienza ordinaria e diffusa (Sprar) e il ritorno ai grandi centri straordinari (Cas);

– questo insieme di misure avrà come effetti di favorire la creazione per fini politici di un’emergenza che non c’è, aumentare la tensione sociale nelle città, ridurre le possibilità effettive di accoglienza e integrazione, spingere i migranti verso la marginalità e nelle mani della criminalità, abbassare il livello di tutela di libertà e diritti umani, scaricare costi sociali ed economici sugli enti locali;

Lette le dichiarazioni degli scorsi giorni del Sindaco in merito al decreto e all’eventualità di apertura di centri straordinari a Bologna, e del 2017 sulla incompatibilità ambientale della nostra città con strutture come l’ex CIE;

Ritenuto che appare necessario:

– sostenere e proseguire l’azione di pressione verso le istituzioni nazionali per la sospensione del decreto e il confronto con i Comuni, nonché cominciare a costruire una mobilitazione degli enti locali e del terzo settore a sostegno del sistema SPRAR;

– scongiurare che a Bologna il sistema di accoglienza diffusa e l’hub regionale vengano eliminati e sostituiti da centri straordinari (CAS) o di rimpatrio (CPR), con il sostanziale ripristino dell’ex CIE, di cui rivendichiamo di aver chiesto con forza e ottenuto negli scorsi anni la chiusura, perché luogo di sostanziale privazione dei diritti umani e di esclusione sociale;

IMPEGNA

il Sindaco e la Giunta

– a continuare a chiedere a Parlamento e Governo, fino all’eventuale definitiva approvazione, di sospendere il decreto e aprire un confronto con i Comuni sul sistema dell’accoglienza dei migranti in Italia e nei territori, anche appoggiando gli emendamenti proposti dall’ANCI;

– a promuovere a livello locale e nazionale, a partire dalla città di Bologna, una mobilitazione istituzionale di enti locali, gestori dei servizi pubblici sociali e sanitari, associazioni e cooperative del terzo settore, comunità religiose, etc. a difesa del modello SPRAR;

– a opporsi in ogni sede alla riapertura di centri di accoglienza straordinari ed emergenziali ovvero di rimpatrio a Bologna, e a sostenere il mantenimento dell’hub regionale.

f.to Colombo, Mazzanti, Frascaroli, Mazzoni, Ferri, Errani, Montera, Lembi, Angiuli, Li Calzi.