Lunedì 1 aprile 2019 il capogruppo PD Claudio Mazzanti è intervenuto ad inizio seduta in Consiglio comunale inerente la grande siccità di quest’anno a seguito dei cambiamenti climatici.

Di seguito il testo dell’intervento di inizio seduta.

Ho voluto fare un intervento di inizio seduta, perché credo che sia bene riprendere un vecchio programma che avanzò il Consorzio della Chiusa di Casalecchio, di utilizzare cave abbandonate lungo l’asse del Reno, ma anche del Savena, per ricavare invasi provvisori da riempire d’acqua ed utilizzare durante il periodo estivo. Di questa esperienza ne abbiamo già una operativa.

Quando facciamo l’autostrada Bologna-Firenze vediamo, andando verso Firenze, prima di Sasso Marconi, due invasi enormi gestiti dal Consorzio della Bonifica Renana, che sono due cave abbandonate, che vengono utilizzate come valvole di sfogo quando il Reno è in piena. Vengono riutilizzate nei momenti di secca e sono già ampiamente state utilizzate. Tant’è vero che si trovano già in una situazione di secca.

Questa possibilità si ha anche in altre parti del territorio, sia del torrente Savena che del fiume Reno. Lo chiamiamo fiume ma, come si sa, ha tutte le caratteristiche di un grosso torrente. Quindi si pone un problema di rivisitazione. Io credo sia sbagliato riproporre la costituzione di altre dighe sugli Appennini bolognesi. Anche perché ricordo che l’ipotesi di Castrola, una volta esaminata, da un punto di vista ambientale, la valutazione fatta allora ebbe un risultato negativo per il tipo di dissesto idrografico che avrebbe comportato quell’invaso.

Mentre la possibilità di utilizzare cave scavate e rinaturalizzate, ce ne sono molte di più. Allora il progetto parlava di otto siti che avevano questa caratteristica, per poter, così com’è avvenuto a Sasso Marconi, ripetere quest’esperienza.

Credo che i cambiamenti climatici ci portano a dover riprendere questo ragionamento e vedere in quel modo, oltre naturalmente a un consumo dell’acqua più razionale, lo sviluppo dell’agricoltura che chieda sempre meno attività agricole a grossi consumi d’acqua.