Lunedì 20 maggio 2024 il Consiglio comunale di Bologna ha approvato un ordine del giorno chiedere che nelle nuove progettazioni di spazi ed edifici pubblici siano inseriti indicatori di monitoraggio dell’applicazione delle linee guida per progetti inclusivi di genere a Bologna, presentato ad inizio seduta dalla consigliera comunale PD Mery De Martino.

E’ possibile accedere qui al video della presentazione in aula.

L’ordine del giorno è stato firmato, tra l’altro, dalle consigliere e dai consiglieri comunali PD Michele CampanielloAntonella Di PietroRita MonticelliGiulia Bernagozzi, Maurizio Gaigher

Online e in allegato è disponibile il relativo comunicato stampa.

Di seguito il testo dell’ordine del giorno.

Ordine del giorno per chiedere che nelle nuove progettazioni di spazi ed edifici pubblici siano inseriti indicatori di monitoraggio dell’applicazione delle linee guida per progetti inclusivi di genere a Bologna.

Il Consiglio comunale di Bologna

Premesso che:

Nel giugno 2021 la Città metropolitana di Bologna ha presentato l’Agenda 2.0 per lo sviluppo sostenibile, uno strumento innovativo che estende, dalla dimensione prettamente ambientale della prima Agenda a quella economica e sociale, il concetto di sviluppo sostenibile, come auspicato sia dall’Agenda Onu 2030 che dal Piano strategico metropolitano 2.0;

l’obiettivo è quello di rendere l’Agenda 2.0 un dispositivo di orientamento e integrazione degli strumenti di pianificazione e programmazione mediante la sua integrazione nei documenti di programmazione (Dup) della stessa Città metropolitana e di altri enti del territorio.

nell’ambito della strategia comunale per la realizzazione degli obiettivi dell’Agenda 2030 sono previste diverse azioni e progettualità per migliorare il posizionamento della città rispetto agli obiettivi quantitativi e target individuati nell’Agenda stessa

Premesso inoltre che:

 tra gli obiettivi di performance del Piao (Piano integrato di attività e organizzazione) 2023-2025 funzionali a realizzare il SDGs 5 (Gender Equality) dell’Agenda 2030, è stato inserito il progetto “Gender Gap reduction in Urban Projects in Bologna”;

il progetto cerca di migliorare la conoscenza del gender gap nei servizi e nelle infrastrutture urbane, con particolare riferimento a edifici pubblici, edifici scolastici, piste ciclabili, parchi, spazi verdi, ecc. con l’obiettivo di porre le condizioni per una progettazione della città che includa la prospettiva di genere e promuova l’inclusione sociale della popolazione più fragile;

per accompagnare il progetto, finanziato dalla Banca Europea per gli Investimenti, è stato costituito un gruppo di lavoro intersettoriale (costituito da referenti di tutti i dipartimenti e aree del Comune di Bologna) integrato dalle società partecipate del Comune nell’ambito della mobilità, del TPL, dell’edilizia residenziale pubblica.

Considerato inoltre che:

Grazie a questo progetto è stato sviluppato il Manuale “Linee guida per progetti inclusivi di genere a Bologna” che rappresenta uno strumento per l’integrazione di genere in ogni fase di realizzazione di edifici pubblici e di infrastrutture urbane: analisi del contesto, progettazione, monitoraggio e valutazione, attuazione.

Come ulteriore esito del progetto è stata introdotta la prospettiva di genere nel Piano urbanistico generale in corso di modifica, con delibera di Consiglio Comunale n. 244433 dell’8 aprile 2024

Ricordato che:

Per molto tempo si è pensato che lo spazio pubblico non fosse un luogo per le donne, specialmente se sole. Per questa ragione e per la minore presenza e legittimità delle donne nei luoghi di decisione e progettazione urbana, lo spazio pubblico viene spesso progettato come se tutti avessero le stesse caratteristiche e capacità. Questo vuol dire pianificare gli spazi urbani per un unico tipo di persona (apparentemente neutro, ma di fatto maschile) senza tenere conto delle esigenze e dei bisogni delle donne e del genere femminile. Questa semplificazione rende lo spazio pubblico meno accogliente e accessibile e può dissuadere alcune persone dalla sua frequentazione;

l’urbanistica di genere permette, invece, di concepire lo spazio urbano in modo flessibile, con la capacità di rispondere ai bisogni e alle rappresentazioni socio-spaziali della diversità dei soggetti che la abitano, rendendo effettivo il loro diritto alla piena fruizione della città;

Ricordato inoltre che:

il manuale “Linee guida per progetti inclusivi di genere a Bologna” intende fornire supporto all’applicazione dei criteri di genere in un ambito generale di riferimento (4.1.Sviluppo e rigenerazione urbana) e in tre ambiti di progettazione (4.2.Spazio Pubblico: Strade, Parchi e Piazze; 4.3.Mobilità sostenibile: la rete ciclabile; 4.4.Edifici scolastici).

Alcuni dei criteri previsti sono:

Per lo sviluppo e la rigenerazione urbana.

Presenza di attività e servizi diffusa e capillare, per diminuire gli spostamenti, e permettere un’accessibilità sostenibile. Realizzazione di uno spazio pubblico che permetta di essere vissuto durante le diverse ore della giornata e della sera. La presenza costante di persone, sia in sosta, sia di passaggio, crea, infatti, maggiore senso di sicurezza e di accoglienza negli spazi pubblici

Per lo spazio pubblico, strade parchi e piazze.

Marciapiedi di larghezza sufficiente per il passaggio di passeggini o carrozzine, una presenza diffusa di piazze e aree verdi e arredi urbani in grado di aumentarne l’uso e di sostenere l’autonomia (panchine, fontane, dispositivi ludici, ecc.), presenza di bagni pubblici accessibili, puliti e illuminati, una toponomastica inclusiva. Inoltre, la progettazione degli spazi deve rispondere al principio di “vedere ed essere viste”, ciò significa lavorare su spazi lineari, con un’ampia visuale, ben illuminati, circondati da finestre, porte e vetrine e caratterizzati da una varietà di attività che ne permettono/garantiscono la frequentazione nelle diverse ore del giorno e della notte

Per la mobilità.

Le reti ciclabili devono essere sicure per gli utenti e devono poter supportare tutti i tipi di tragitti, tanto quelli legati al lavoro produttivo, come quelli legati alla sfera della riproduzione. Devono, inoltre, essere pensate tenendo presente che le persone (soprattutto donne) che le usano per portare avanti compiti di cura devono poter trasportare carichi come la spesa, o portare bambini/e, o accompagnarli mentre usano la loro bicicletta. La bicicletta, infatti, è un mezzo particolarmente utile per la mobilità della cura, perché è versatile e non necessita di spazi ampi di parcheggio quindi è facile da lasciare per svolgere le diverse commissioni.

Per gli edifici scolastici.

Le scuole costituiscono un ambito di attenzione dal punto di vista dell’urbanistica di genere perché sono distribuite in tutti i quartieri, accolgono una vasta comunità di utenti e le loro famiglie, attraverso lo spazio (soprattutto quello destinato al gioco) possono veicolare valori e messaggi rivolti all’inclusività e all’equità di genere. Inoltre, come strutture pubbliche possono essere adibite a diversi usi al di fuori dell’orario scolastico. Le scuole devono, quindi, essere localizzate in luoghi accessibili, al centro di una rete di percorsi sicuri che bambini e bambine, ragazzi e ragazze possano percorrere in autonomia; i cortili, i giardini e le aree ludiche devono essere progettate in modo da permettere usi e giochi diversi; i bagni devono essere progettati tenendo conto della fisiologia delle persone che li useranno e in un’ottica inclusiva; lo spazio deve permettere l’apertura al quartiere dopo l’orario scolastico per diverse attività culturali e ricreative da svolgersi anche in contemporanea.

Evidenziato che:

Il manuale prevede già attualmente delle checklist utili a verificare l’applicazione delle linee guida nei diversi ambiti.

Chiede al Sindaco e alla Giunta:

Di prevedere degli indicatori di monitoraggio che permettano di verificare l’effettiva applicazione delle linee guida del manuale nelle progettazioni di riqualificazione dello spazio pubblico e degli edifici pubblici della città;

Che tale monitoraggio sia reso pubblico e allegato alle nuove proposte progettuali riferite ai tre ambiti identificati dal manuale.

f.to.: M. De Martino (Partito Democratico), Michele Campaniello (Partito Democratico), Antonella Di Pietro (Partito Democratico), Rita Monticelli (Partito Democratico), Giulia Bernagozzi (Partito Democratico), Maurizio Gaigher (Partito Democratico).