Il Consiglio comunale di Bologna
Premesso che
La salute è un diritto fondamentale della collettività tutelato dall’articolo 32 della nostra Costituzione
– é indubbio che la drammatica pandemia da Covid-19 indurrà cambiamenti epocali sotto il profilo comportamentale, socio-economico e sanitario;
– il COVID-19 ha evidenziato due concetti:
1) la salute deve essere al primo posto dell’ agenda politica;
2) la pandemia ci ha dimostrato l’importanza della Sanità, settore strategico da finanziare sul quale non sono ammissibili tagli economici di alcun tipo, come avvenuto negli ultimi decenni;
– questa pandemia, nella sua tragedia ha messo in evidenza la ricchezza, in termini di forza lavorativa e valoriale del capitale umano, rappresentato nella sanità dalle donne e dagli uomini che esercitano la nobile professione di cura e assistenza alla persona malata, anziana e/o disabile;
durante questa pandemia, ancor di più, gli operatori sanitari hanno agito con lo spirito di sacrificio e l’amore per la vita insito in una professione che si sceglie di esercitare solo se si ha nell’animo la missione di assistenza e cura del malato e che, talvolta porta a rischiare la propria vita per tutelare la salute della collettività;
– l’emergenza Covid estesa a tutta Italia ha causato decine di migliaia di morti sia fra i cittadini che fra gli Operatori Sanitari, colpiti da nord a sud;
– sono più di 66.000 (66.781) i contagiati sul lavoro dal Sars Cov 2, denunciati all’Inail, tra la fine di febbraio e lo scorso 31 ottobre 2020. Il 39,3% riguarda la categoria dei “tecnici della salute”, che comprende infermieri (83%) e fisioterapisti, seguita da quella degli operatori socio-sanitari (20%), dei medici (10,1%), degli operatori socio-assistenziali (8,4%) (report Inail del 1 novembre 2020).
– analizzando gli ultimi 3 mesi, si evince che:
i Sanitari che oggi vivono il carico emotivo dell’assistenza ai malati, si troveranno in un futuro prossimo a dover affrontare un disagio psichico non indifferente, quale il cosidetto “Bornout da Covid” che ha già duramente colpito alcuni di loro con tragiche conseguenze.
Considerato che
– anche l’informazione sanitaria profusa dai media e dai social è caduta nel tranello di arrivare a facili ed effimere conclusioni, non sapendo distinguere tra ipotesi, opinioni e fatti;
– la medicina non è una scienza esatta ma è dotata di un proprio sapere scientifico conoscitivo e valutativo caratterizzata dal fatto che il suo oggetto di studio è l’uomo, raggiunge i risultati attraverso la ricerca, la formulazione di ipotesi, la loro rigorosa verifica al fine di formulare tesi (protocolli terapeutici) quando possibile;
– durante la pandemia da Covid-19 medici e sanitari sono stati paragonati a eroi o guerrieri che combattevano contro un nemico comune rappresentato dal virus;
– ai Sanitari non interessa essere definiti “eroi” ma riconosciuti per l’abnegazione alla loro missione che ha come fine quello di “assistere, curare e possibilmente guarire e alleviare dalle sofferenze i malati”;
– si tratta, di una professione che, in caso di pandemia, comporta il rischio di ammalarsi ma il rischio deve essere ridotto al minimo, dotando i sanitari di tutti i mezzi preventivi e protettivi adeguati.
Appurato che
– La sicurezza dei luoghi di lavoro e dei lavoratori è un diritto fondamentale di tutti i lavoratori sancito dalla legge. La tutela del personale sanitario deve essere imperativa anche per salvaguardare la continuità delle cure ed assicurarsi che i professionisti non diventino loro stessi veicolo d’infezione”;
– Alla carenza di dispositivi di protezione individuali e di direttive chiare da parte dei “decision maker” ha fatto da contraltare la tenacia, l’abnegazione, il senso del dovere e la professionalità di tutto il personale sanitario che si è prodigato e sacrificato all’inverosimile anche a scapito della propria incolumità e di quella dei famigliari;
– In questo triste scenario troppi operatori sanitari hanno perso la vita a causa del lavoro.
Ribadito
il nostro ringraziamento a tutti i professionisti del Servizio Sanitario, locale e nazionale, che hanno operato in frangenti di estrema difficoltà, spesso in carenza dichiarata di dispositivi idonei a proteggerli e spesso lasciati soli da una politica fatta, non tanto e non solo, di indecisioni di oggi, ma di scelte pessime di ieri.
Auspicato che
superata questa drammatica pagina legata alla pandemia, si colga l’occasione per continuare sulla strada della revisione di modelli organizzativi non più attuali, tipica espressione di alcune realtà sanitarie locali che richiedono un ripensamento in termini di riorganizzazione complessiva, partendo da alcune realtà sanitarie più virtuose, la cui efficienza ed efficacia è risultata particolarmente evidente in questo periodo pandemico.
Invita il Sindaco e la Giunta
ad intitolare una Via, una Piazza od un luogo pubblico in grado di fissare per sempre il ricordo dei tanti Medici, Infermieri, Operatori Socio-Sanitari, Farmacisti, tutte le professioni tecnico-sanitarie e Volontari che si sono impegnati quotidianamente, durante questa pandemia, al fine di onorarne il sacrificio e come segno di imperitura gratitudine e riconoscenza della città di Bologna.
F.to: M.Cocconcelli (LN), P.F.Scarano (LN), U.Bosco (LN). M. C. Manca (PD), R. Santi, F. Mazzoni, P. Licciardello, L. Bittini, M. Campaniello, E. Leti, R. Lama, M. Bugani, M. Piazza, E. Foresti, G. Montera, R. Persiano, S. Lembi, F. Sassone, G. Tisselli, G. Venturi, A. Frascaroli, A. Colombo, G.M. De Biase, I. Angiuli, F. Martelloni, E.M. Clancy, F. Errani.