Lunedì 19 febbraio 2018 la consigliera comunale Roberta Li Calzi è intervenuta ad inizio seduta in Consiglio comunale sui recenti episodi di cronaca ed il dovere civile riguardo all’antifascismo.

Di seguito è disponibile il testo dell’intervento, tramite link il relativo comunicato stampa.

Sottovalutare il pericolo neofascista è moralmente inaccettabile e politicamente sbagliato.
La storia del nostro Paese ci ricorda che lo Stato liberale è crollato nel 1922 perché non volle e non seppe combattere i fascisti, non certo perché i fascisti erano più forti, ancorché più violenti.
Con tutte le differenze del caso, ma senza sottovalutare alcun dettaglio, oggi la Repubblica democratica può sconfiggere il neofascismo soltanto se lo combatte con la massima intransigenza.
In Italia il fascismo è un reato, l’antifascismo è un dovere civile.
Fascismo e Antifascismo non sono in nessun modo paragonabili e manifestare l’antifascismo, in maniera pacifica, è sempre giusto.
In un momento in cui forze che si richiamano direttamente all’ideologia fascista si riorganizzano, acquistano consensi e puntano a entrare in Parlamento, è un grave errore lanciarsi addosso accuse reciproche di fascismo tra chi ha a cuore libertà e democrazia. Siccome le parole sono importanti, credo che utilizzare la parola “fascisti” per definire chi fascista non è, rischi di svuotarla di significato storico.
Non perdiamo di vista quello che il fascismo è stato davvero, perché potrebbe tornare ad esserlo.
Le cittadine e i cittadini da soli non possono vincere contro i fascisti, poiché i fascisti usano la violenza: aggrediscono, intimidiscono. E non si può, nè si vuole, scendere sul terreno della violenza. Soltanto lo Stato può usare la forza legittima e, se non lo fa, chi lo rappresenta si carica di una grave responsabilità.
Lo Stato deve garantire agli antifascisti il diritto di manifestare pacificamente, proteggendoli da aggressioni fasciste.
Sostenere che scendendo in piazza si dà solo più visibilità a queste forze di estrema destra, è un po’ come dire che non vado allo stadio a tifare per la mia squadra perché così metto in risalto la squadra avversaria che di tifoseria ne ha meno, oppure che non vado a protestare contro una legge che non ritengo giusta perché così farei pubblicità al fatto che quella legge sia stata promulgata. Non si può contrapporre l’indifferenza in questi casi. Perché se in alcune occasioni il silenzio è prezioso e può avere più peso di tante parole, in altri appuntamenti della storia, invece, non si può tacere. Non si può stare in casa, non si può rimanere comodi, fermi immobili, mentre davanti ai nostri occhi e alle nostre orecchie sfilano gesti e parole che non sono degne della nostra democrazia.

Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il vostro entusiasmo.
Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la vostra forza.
Studiate, perché avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza.”

Così diceva Antonio Gramsci. E allora, se abbiamo studiato la storia del nostro Paese e la storia della nostra città, Medaglia d’oro della Resistenza, agitiamoci. Perché ci sarà bisogno di tutte le persone libere, con la nostra forza, la nostra intelligenza e il nostro entusiasmo. Mai resteremo fermi e in silenzio.