Lunedì 24 giugno 2024 la consigliera comunale Antonella Di Pietro ha presentato un intervento di inizio seduta in Consiglio comunale dal titolo “La ferocia del caporalato”.

E’ possibile accedere qui al video dell’intervento in aula.

Di seguito il testo dell’intervento in aula.

La morte di Satnam Singh segna il punto dell’orrore nella storia del caporalato e dello sfruttamento umano. Quanto accaduto a Latina è l’ennesima tragedia sul lavoro che questa volta ha colpito in maniera feroce e disumana un giovane immigrato trentunenne, di origine indiana che ha perso un braccio in un incidente avvenuto nell’azienda agricola di Borgo Santa Maria, in cui lavorava assieme a sua moglie di 26 anni. Un giovane che anziche’ essere soccorso, è stato trasportato in un furgone dall’azienda e scaricato nel cortile di casa sua, con il suo braccio amputato in una cassetta, come un rifiuto. I medici dicono che forse si sarebbe potuto salvare, se solo fosse stata chiamata un’autoambulanza subito. Una tragedia che ha scosso l’intero paese e che testimonia quanto in questa storia di sfruttamento, lavoro nero e malpagato, le persone siano considerate solo una merce da usare e gettare quando non serve più, fino a lasciarle morire in strada nel modo più brutale, come è accaduto con Satnam.

È in quei campi che si consuma l’idea di una vita priva di dignità e valore ed è sempre in quei campi che soccorrere e salvare vite umane non è previsto perché significherebbe rompere il sistema criminale di sfruttamento e tratta dei lavoratori e delle lavoratrici che domina in quelle campagne. Purtroppo su questi temi non si è mai fatto a sufficienza, con tempi troppo lunghi per l’applicazione della L. Bellanova. Le misure adottate ad oggi non bastano a contrastare lo sfruttamento dei più deboli. Una strada va trovata. Contro tutte le forme di sfruttamento e schiavitù bisogna agire con fermezza. Il caporalato deve essere contrastato, sanzionato e estirpato con controlli capillari e diffusi che diano un volto a tutti quegli invisibili che ogni giorno subiscono sul lavoro violenze fisiche, psicologiche e sessuali che portano, sotto ricatto, a morire e a suicidarsi. Solo se adotterememo politiche che combattono questo sfruttamento atroce e diffuso potremo dire di orientare il nostro agire quotidiano per salvaguardare gli ultimi e i diritti delle persone piu’ fragili. Nulla in questo ambito è piu’ rimandabile e va fatta giustizia, per Satnam Singh, per sua moglie e per tutte quelle troppe vittime di padroni che si arricchiscono sulla pelle delle persone e che hanno il coraggio di sminuire anche pubblicamente la gravita’ di tragedie come queste. Come del resto è successo con Renzo Lovato, titolare dell’azienda, secondo il quale, il giovane ragazzo avrebbe commesso una leggerezza che è costata a tutti. Parole vergognose indignanti e autoassolutorie che pesano sulle spalle e le coscienze di ognuno di noi e per cui va rinforzata una richiesta ampia di giustizia e solidarieta’. Anche per questo tutte le manifestazione che si stanno promuovendo contro lo sfruttamento e il caporalato vanno sostenute e tradotte in politiche con forza, proseguendo quanto avviato dal precedente Ministro Orlando.