Martedì 19 novembre 2024 la consigliera comunale PD Rita Monticelli ha presentato un intervento di inizio seduta dal titolo “Le parole violente sono violenza”.
E’ possibile accedere qui al video dell’intervento di presentazione in aula.
Di seguito il testo dell’intervento in aula.
“L’idea di veder sfilare questo potente mezzo, che dà prestigio, con il Gruppo operativo mobile sopra, e far sapere ai cittadini chi sta dietro a quel vetro oscurato, come noi sappiamo trattare chi sta dietro quel vetro oscurato, come noi incalziamo chi sta dietro quel vetro oscurato, come noi non lasciamo respirare chi sta dietro quel vetro oscurato, è per il sottoscritto una intima gioia».
Queste parole del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, pronunciate in occasione della presentazione della nuova vettura della Polizia penitenziaria per il trasporto dei detenuti in regime di 41 bis, un argomento particolarmente sensibile in Italia, legato alla lotta contro la criminalità organizzata, sono un caso politico, parole brutali, come le definisce l’Acli, un caso politico e un caso che riguarda anche la giustizia, e sono una offesa per i detenuti e per chi lavora in carcere.
«L’intima gioia» di Delmastro nel non «lasciare respirare» i detenuti, Non può essere liquidata come una battuta mal riuscita, o una metafora male articolata. E’ un frase violenta, è una frase violenta che come tale può sostenere altra violenza. E’ una frase che condanniamo.
### **Il contenuto delle dichiarazioni**
L’espressione “non lasciamo respirare chi sta dietro quel vetro oscurato” e la sua associazione a un’“intima gioia” hanno suscitato reazioni di sdegno trasversale. Se da un lato Fratelli d’Italia difende il sottosegretario, affermando che si tratti di una metafora male interpretata, dall’altro le opposizioni, associazioni civili e vari esponenti del mondo politico condannano le parole come violente, inaccettabili e contrarie ai principi costituzionali. Tra lo sdegno per queste, come sono state definite, orribili parole e brutali, ecco il duro commento dell’Anpi: “Un uomo in preda a questi deliri da macellaio sadico non può fare il sottosegretario alla giustizia. … Crede di stare nel Cile di Pinochet. Fuori Delmastro dalle istituzioni repubblicane”. E purtroppo tornano alla mente le parole di George Lyod prima di morire ‘ I can’t breathe’.
### **Critiche principali**
1. **Violazione dei principi costituzionali**
La frase è stata interpretata come un’apologia implicita di atteggiamenti vessatori nei confronti dei detenuti, in contrasto con l’articolo 27 della Costituzione, che sancisce che la pena deve tendere alla rieducazione del condannato e che è vietata ogni forma di trattamento contrario al senso di umanità.
2. **Elogio della repressione brutale**
Per molti, le dichiarazioni di Delmastro evocano un’idea di giustizia punitiva priva di rispetto per la dignità umana. Anche tra chi sostiene una linea dura contro la criminalità organizzata, queste parole sono viste come un passo oltre il limite del rigore, sfociando in una retorica che rischia di legittimare metodi disumani. Ricordiamo che il crimine non coincide con la totalità della persona, che la dignità umana è da salvaguardare sempre, che la tortura, anche attraverso le parole, è una violazione del diritto.
3. **Danno all’immagine della Polizia penitenziaria**
Diversi osservatori hanno evidenziato che affermazioni di questo tipo rischiano di gettare un’ombra sul lavoro della Polizia penitenziaria, che ogni giorno opera in condizioni difficili rispettando il proprio ruolo istituzionale.
Frasi come queste nascondono davvero quello che è il pensiero della destra anche rispetto alla questione dei detenuti? Qual è la posizione che FI e le destre prendono contro la violenza delle parole?
Tutto questo mentre sono già 80 i suicidi in carcere, mentre il sovraffollamento nelle carceri impedisce una vita non solo dignitosa, ma anche nelle sue funzioni più di base. Quale dignità, quale rimediazione, quale giustizia, quale redenzione?