Nella seduta di lunedì 30 luglio 2018 il consigliere comunale PD Claudio Mazzanti ha presentato il seguente intervento di inizio seduta in Consiglio comunale.

Il mio intervento è riferito a quanto avvenuto in seguito al nubifragio che si è verificato. La cosa che mi ha particolarmente colpito, e che ho cercato di capire, è che l’albero era stato certificato ed era sostanzialmente un albero sano; con un vento che andava 90 chilometri all’ora, nel momento in cui si è verificato il fatto, quell’alberatura sostanzialmente non ha tenuto.

Questo però apre una riflessione, anche perché a Bologna, quando si parla di alberi, o si parla di alberatura di qualsiasi tipo, si apre uno scontro pesante fra chi propende per la tutela e chi no. Viste le esperienze del passato, non dimentichiamo che Bologna conta, credo negli ultimi trent’anni, tre deceduti in seguito a caduta di un albero e alcuni feriti. Questa volta, per fortuna, non è successo nulla, però il tema che si pone è che tutte le volte che si taglia un albero, perché è considerato ammalato, o ha dei problemi, si apre la canea; c’è chi dice che poteva essere curato, chi dice che andava rinforzato. Poi succede come successe a Corticella, in via Bentini, dove per fortuna un bagolaro di dimensioni enormi, è caduto, ha schiacciato una macchina, l’autista si è salvato per il rotto della cuffia, anche perché, chi aveva fatto i lavori di posa di cavi per la telefonia, aveva tranciato le radici di quegli alberi e quegli alberi si erano posti in una condizione di difficoltà.

Pertanto credo – e questa è la dimostrazione – che in questo caso la sfortuna è stata l’artefice. Un albero sano, un albero robusto, un albero che per la fortissima velocità del vento (oltre 90 chilometri all’ora) viene totalmente ribaltato e sradicato, quasi come se ci fosse un uragano in corso. Questo però ci pone una questione, che così come fa l’Amministrazione, bene fa ad avere sempre un meccanismo di tutela, e questa ne è la dimostrazione. Nel momento in cui si ha un dubbio o c’è un rischio, visto che per tutti gli alberi comunali vengono verificati due volte all’anno l’impianto radicale e la struttura scheletrica, nel momento in cui si hanno dubbi, questa è la dimostrazione palese che non si può aspettare, non si può attendere, non si può tentennare, anche perché per ogni albero che demoliamo, per motivi fitosanitari, un albero piantiamo.

È talmente vero – ci ricorda l’ufficio verde pubblico – che oltre 2000 sono gli alberi piantumati nel Comune di Bologna. Credo che questa sia la prova del nove che quando qualcuno balbetta e parlando dice: «Ma no, aspettiamo, vediamo, guardiamo. Ma non si può salvare?». Credo che se un albero sano, certificato come questo, con una velocità del vento di quelle proporzioni non ha tenuto, proviamo ad immaginarci se quell’albero avesse avuto l’impianto radicale o l’anima di sostegno ammalata. Quindi questo è il dato. Questo è l’appello che faccio, in modo molto sereno e tranquillo, avendo fatto per quasi dodici anni il Presidente di quartiere, avendo sempre avuto un occhio di riguardo alla staticità per i problemi.

Ricordo che un anno e mezzo fa, in via Libia, un albero, un platano, in seguito ad una tromba d’aria, fece lo stesso effetto di questo e schiacciò una pensilina dell’autobus. Vi ricordate? Andò sui giornali. Non successe nulla, ma questo la dice lunga sul fatto di intervenire senza guardare i se e i ma e colpire quando c’è bisogno di abbattere alberature di questo tipo.

Naturalmente, massima solidarietà al proprietario del chiosco. Il Comune ha una sua struttura assicurativa e credo sia giusto che questa persona che ha subito questo danno venga rimborsata del danno che gli è stato arrecato. Questo naturalmente vuol dire anche tutelare le alberature sane e non tutelare quelle che hanno dei seri problemi.

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