Lunedì 9 ottobre 2017 la consigliera comunale Elena Leti  ha presentato in Consiglio comunale il seguente intervento di inizio seduta.

Di seguito è disponibile il testo dell’intervento. In allegato è disponibile il comunicato stampa.

 Oggi con la presenza delle autorità locali si è inaugurata la nuova apertura del Padiglione dell’Esprit Nouveau, dopo 40 anni, ubicato di fronte alla Fiera District.

Il Padiglione dell’Esprit Nouveau, progettato da Le Courbusier per l’Esposizione Internazionale delle Arti Decorative di Parigi nel 1925, fu identificato dallo stesso maestro francese come punto di svolta nella progettazione di interni moderni e “ condensatore” delle idee e degli studi da lui condotti sull’abitare moderno.

L’edificio era stato pensato come prototipo di “alloggio standardizzato” a basso costo, composto da una “cellula tipo” dell’unità abitativa e una rotonda per l’esposizione di progetti. Nel 1926 al termine dell’Esposizione, il Padiglione venne demolito.

Nel 1977 verrà ricostruito a Bologna, in zona Fiera dagli architetti Giuliano Gresleri e Joseè Oubrie.

Le ragioni della ricostruzione del Padiglione a Bologna sono da ricercarsi nel progetto complessivo voluto in quegli anni dall’allora Sindaco di Bologna Gianguido Fanti per la realizzazione del quartiere fieristico. Nel 1966 venne conferito a Kenzo Tange l’incarico della variante per Bologna Nord, mentre il cardinale di Bologna Giacomo Lercaro identificò in quell’area la realizzazione di un centro ecumenico. In quegli anni inoltre vengono realizzati una prima parte dei padiglioni fieristici, ad opera di Leonardo Benevolo ed altri progettisti importanti, il Palazzo dei Congressi e la Galleria di Arte Moderna.

Comparto che diverrà cuore pulsante della produzione della cultura e dell’arte.

La ricostruzione del Padiglione avviene in occasione della partecipazione della Francia al Salone Internazionale dell’Industrializzazione edilizia. La vasta area verde antistante gli ingressi della Fiera, che il comune aveva destinato a parco, sembrano essere, per l’accessibilità e le ampie prospettive, il luogo ideale per la ricostruzione del progetto.

Il Restauro attuale dell’edificio, iniziato appena tre mesi fa, e ora terminato, è stato promosso dalla Vicepresidente della Regione Elisabetta Gualmini. Il recupero dell’immobile è stato curato dall’Arch. Gresleri, progettista originario, con la collaborazione della Fondazione parigina franco-Svizzera, dai produttori di mobili infissi e luci. Le lavorazioni hanno riguardato la tinteggiatura esterna ed in parte interna, la sostituzione dei vetri originali, la sostituzione dei tendaggi e il restauro dei mobili con la volontà di riportare i materiali e i colori al loro contesto originario.

L’edificio è vincolato dagli strumenti urbanistici del Comune di Bologna, insieme a tutto il complesso della Fiera District, pertanto gli interventi e le modifiche sono stati progettati ed attuati nel rispetto di quanto specificatamente normato nel RUE.

Il recupero di questo immobile ha previsto inoltre una convenzione stipulata tra Regione Emilia Romana e il comune di Bologna, per la ripubblicazione del catalogo del 1977, e per la gestione dello spazio, attraverso la realizzazione di iniziative culturali e divulgative ad opera dell’Istituzione musei/Mambo.

Il recupero di questa opera, oltre ad avere comportato anche una riqualificazione dell’area esterna, esattamente compresa tra l’entrata principale della Fiera district e il parcheggio rappresenta una operazione di valore storico, architettonico e culturale.

Le Courbusier, uno dei più importanti architetti, urbanisti e artisti di tutti i tempi, ha dedicato la maggior parte del suo lavoro e dei suoi studi “all’abitare collettivo” ad un nuovo modo di concepire le abitazioni per dare un volto nuovo alle nostre città. Precursore dei tempi le sue parole risultano più che mai attuali.

“Città rumorose, trafficate, intasate, dove il relax è una chimera, la natura un vago ricordo, il confort un lusso. Propongo di recuperare nella vita della civiltà meccanizzata le condizioni naturali che sono state disturbate, cioè il sole, lo spazio, il verde, fattori cosmici con i quali si vive e senza i quali si muore. Se si vuole cambiare il mondo bisogna partire dal modo in cui si abita il mondo, ciascuno nella propria casa, tutti insieme nella città. Le vere rivoluzioni, infatti, partono sempre dal basso, da ciò che è comune a tutti, da ciò che è vitale per tutti. E l’abitazione è il bene comune per eccellenza.”