Venerdì 21 dicembre 2018 il Consiglio comunale ha aprovato il seguente ordine del giorno presentato dalla consigliera comunale PD Roberta Li Calzi per invitare il Parlamento a discutere ed approvare con urgenza una legge in materia di applicazione del principio di parità di genere nel settore sportivo. L’odg è inoltre firmato dai consiglieri comunali PD Simona Lembi, Piergiorgio Licciardello, Nicola De Filippo, Federica Mazzoni, Isabella Angiuli, Mariaraffaella Ferri, Francesco Errani nonché dai consiglieri Amelia Frascaroli (Città comune) ed Emily Clancy (Coalizione civica).

Online è inoltre disponibile il comunicato stampa.

IL CONSIGLIO COMUNALE
PREMESSO CHE:

· nel 2017 ricorrono i 30 anni dall’adozione della Risoluzione delle Donne nello sport (1987) da parte del Parlamento europeo, primo tentativo di riconoscimento delle pari opportunità di donne e uomini nello sport all’interno del territorio europeo, basata sulla “Carta europea dei diritti delle donne nello sport” elaborata dalla Uisp italiana ed altre organizzazioni internazionali;
· la Carta internazionale dello sport e dell’educazione fisica, adottata dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (UNESCO) il 21 novembre 1978, all’articolo 1 recita: “la pratica dell’educazione fisica e dello sport è un diritto fondamentale per tutti”;
· il 18 dicembre 1979, con l’adozione a New York della Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne, si sancisce il passaggio dall’affermazione di un diritto allo sport per tutti ad un diritto allo sport senza distinzioni di genere;
· nel 2007, al fine di promuovere gli obiettivi della Dichiarazione di Pechino e la Piattaforma d’Azione del 1995, il Dipartimento di economia e affari sociali delle Nazioni Unite pubblica il dossier “Women, gender equality and sport”, intendendo con esso affrontare in maniera sistematica l’argomento delle discriminazioni di genere nello sport, oltreché segnalare la persistenza di profonde differenze in numerosi settori;
· la Commissione europea, nella comunicazione “Sviluppare la dimensione europea dello sport” (2011), individua l’inclusione sociale e la parità dei sessi nello sport tra i temi prioritari dell’agenda Ue per lo sport;
· a seguito dell’espansione europea, nel 2011 è stata presentata al Parlamento europeo una nuova “Carta europea dei diritti delle donne nello sport”;
· la Legge n. 91 del 23 marzo 1981, “Norme in materia di rapporti tra società e sportivi professionisti”, non prevede alcuna disciplina sportiva femminile qualificata come professionistica;
· due proposte di legge sono attualmente all’esame del Parlamento sul tema della parità tra i sessi anche per la pratica professionale dell’attività sportiva:
1) Proposta di legge C. 2707 presentata il 6 novembre 2014 alla Camera dei Deputati da Laura Coccia ed altri: “Modifiche agli articoli 2 e 10 della legge 23 marzo 1981, n. 91, in materia di applicazione del principio di parità tra i sessi nel settore sportivo professionistico”;
2) DDL S. 1996 presentato il 1 luglio 2015 al Senato della Repubblica da Valeria Fedeli, Josefa Idem e altri: “Modifiche alla legge 23 marzo 1981, n. 91, per la promozione dell’equilibrio di genere nei rapporti tra società e sportivi professionisti”;
· la Legge Regionale “Norme per la promozione e lo sviluppo delle attività motorie e sportive”, recentemente approvata, “promuove attività e iniziative volte al sostegno dell’associazionismo sportivo, favorendo l’equa partecipazione allo sport e contrastando gli stereotipi di genere”;
· il “Piano strategico dello sport bolognese”, presentato in questi giorni dall’Assessorato allo sport del Comune di Bologna, mira a costruire una “cittadinanza sportiva” “costituisca la base dello sviluppo di una cultura civica e sportiva capace di costruire uno stile di vita che superi ogni forma di pregiudizio e discriminazione”;

CONSIDERATO CHE:

· in Italia, il campo delle attività sportive è segnato da profonde differenze di genere sia in termini di accesso alla pratica sportiva, sia con riferimento alla maggiore rilevanza economica, sociale e mediatica dello sport praticato dagli uomini, sia, infine, per quanto concerne il campo della tutela dei diritti e della rappresentanza femminile negli organi istituzionali nazionali e internazionali che amministrano lo sport;
· le donne che praticano sport risultano, al 2016, solo il 24% della popolazione femminile;
· nessuna donna è presidente nazionale di Federazione sportiva, ente di promozione o disciplina associata;
· la mancata qualificazione delle discipline sportive femminili come professionismo comporta disparità o assenza di tutele sanitarie, assicurative, previdenziali, nonché di trattamenti salariali;
· le differenze di genere in ambito sportivo divengono ancora più evidenti se si considera che, a tutt’oggi, in Italia nessuna disciplina sportiva femminile è qualificata come professionistica ai sensi della Legge 23 marzo 1981 n. 91;
· occorre quindi intervenire con norme antidiscriminatorie e di tutela del genere, con investimenti sullo sport come strumento di inclusione e piena cittadinanza, anche sollecitando in tal senso le istituzioni e federazioni sportive, le organizzazioni, le università, le scuole;

INVITA

il Parlamento a discutere ed approvare con urgenza una legge in materia di applicazione del principio di parità di genere nel settore sportivo.

F.to: R. Li Calzi, S. Lembi, P. Licciardello, N. De Filippo, F. Mazzoni, I. Angiuli, M. Ferri, F. Errani, A. Frascaroli , E. Clancy.