Lunedì 6 maggio 2024 il Consiglio comunale di Bologna ha approvato un ordine del giorno, presentata dalla consigliera comunale Cristina Ceretti, che riguarda l’attuazione concreta del Piano nazionale garanzia infanzia.

L’ordine del giorno è stato inoltre firmato dalle consigliere e dai consiglieri comunali PD Roberta Toschi, Maurizio Gaigher, Franco Cima, Roberto FattoriAntonella Di Pietro, Roberto Iovine, Giulia Bernagozzi, Michele Campaniello, Mery De Martino, Rita Monticelli, Loretta Bittini, Marco Piazza.

Di seguito il testo dell’ordine del giorno approvato.

IL CONSIGLIO COMUNALE DI BOLOGNA

Premesso che

Le più recenti statistiche dell’Unione Europea mostrano che 1/4 dei bambini e degli adolescenti europei sono a rischio povertà o esclusione sociale;

I bambini e gli adolescenti italiani sono esposti al rischio di povertà ed esclusione sociale pari al 30%, ben oltre la media UE che si attesta al 24,4%: secondo i dati recentemente diffusi dall’Istat, nel 2021 la povertà assoluta in Italia conferma i massimi storici raggiunti in periodo di pandemia, toccando ben 1,4 milioni di bambine/i – pari al 14,2% – e 762mila famiglie con minori, una situazione che ha possibili ripercussioni anche nell’accesso a beni e servizi, tra cui assistenza sanitaria e istruzione gratuite e di qualità, condizioni abitative dignitose e alimentazione adeguata.

Il rapporto OCSE 2023 “Uno sguardo sull’istruzione” vede l’Italia al 34simo posto risultati delle istituzioni scolastiche; impatto dell’apprendimento; accesso all’istruzione; ammontare delle risorse finanziarie investite.

In Italia, la povertà è fortemente legata all’età e al numero di bambini per famiglia, con i minorenni che sono particolarmente a rischio. Misure come il Reddito di Cittadinanza e l’Assegno Unico Universale per i Figli sono cruciali per ridurre la povertà assoluta e l’esclusione sociale tra i giovani, ma sono necessari ulteriori interventi per proteggere efficacemente questa fascia di età.

Nel Report della Regione Emilia-Romagna Povertà ed esclusione sociale in Emilia-Romagna Anni 2020 e 2021 del 25.10.2022 si legge che l’11,2% dei residenti in regione vive in condizioni di rischio di povertà o esclusione sociale, un valore in linea rispetto al 2020 (11,0).

Sottolineato che

In Italia così come in altri Paesi europei, la Garanzia Europea per l’Infanzia (EU Child Guarantee) intende colmare questo divario e promuovere modelli di intervento volti a ridurre la povertà minorile e favorire l’inclusione sociale;

L’European Child Guarantee (Il sistema europeo di garanzia per i bambini vulnerabili) è un’iniziativa europea volta a promuovere pari opportunità e garantire l’accesso a servizi essenziali per i bambini e i ragazzi bisognosi (con meno di 18 anni e a rischio di povertà o esclusione sociale): la Raccomandazione del Consiglio europeo del 14 giugno 2021 ha istituito, infatti, una Garanzia Europea per l’Infanzia (Child Guarantee) al fine di prevenire e combattere l’esclusione sociale;

la Garanzia per l’infanzia si concentra sui minori più vulnerabili, quali minori senza fissa dimora, minori con disabilità, minori che hanno problemi di salute mentale, che provengono da un contesto migratorio o ancora a minori che si trovano in strutture di assistenza o che vivono situazioni familiari precarie.

Con il Sistema europeo di garanzia, agli Stati membri dell’Unione è stato raccomandato di fornire un accesso gratuito ed effettivo ai bambini bisognosi a: servizi educativi e di cura per la prima infanzia; attività educative e scolastiche; almeno un pasto sano ogni giorno di scuola; servizi sanitari (salute); alloggi adeguati.

Considerato che

La Garanzia per l’infanzia si inquadra nell’ambito della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo, è in linea con la Carta europea dei diritti fondamentali, che riconosce il diritto all’istruzione come diritto fondamentale, ed è coerente con l’obiettivo di sviluppo sostenibile 4.2 dell’Agenda 2030 dell’ONU che prevede che tutte le bambine e tutti i bambini abbiano accesso ad attività di sviluppo infantile, a cure e a un’educazione prescolare di qualità entro il 2030; è inoltre uno dei risultati concreti anche del Pilastro europeo dei diritti sociali (fa riferimento al diritto dei minori all’educazione e cura della prima infanzia a costi sostenibili e di buona qualità); contribuisce inoltre direttamente all’attuazione della Strategia europea sui diritti dei minori, di cui alla COM (2021) 142 del 24/3/2021, avendo come obiettivo la riduzione della povertà infantile.

Per queste azioni, l’Unione europea rende disponibili finanziamenti nell’ambito del Fondo sociale europeo plus (European Social Fund Plus – ESF+), il quale finanzia progetti che promuovono l’inclusione sociale, contrastano la povertà e investono nelle persone, così come il Fondo europeo per lo sviluppo regionale, InvestEU e il Dispositivo per la ripresa e resilienza (Recovery and Resilience Facility – Next Generation EU).

L’Unione Europea richiede che Regioni e i Comuni a loro volta utilizzino fondi per la garanzia Infanzia (FSE+ regionali, PNRR o altri)

Rilevato che

L’Italia ha elaborato nei tempi previsti il Piano di Attuazione Nazionale della Garanzia Infanzia (PANGI) che è complementare al V Piano nazionale infanzia e adolescenza approvato con decreto del Presidente della Repubblica del 25 gennaio 2022, di fatto ne attua molte azioni (tra le quali, l’adozione di LEP per i servizi di refezione scolastica, per i servizi educativi 0-3 e per la partecipazione dei ragazzi), e le rafforza, non solo in termini di sistema, perché rende evidente che entrambi i piani sono espressione di un’unica strategia nazionale a tutela dell’infanzia, ma anche sotto il profilo delle risorse: nei Paesi nei quali la povertà minorile è superiore alla media europea, come l’Italia, il 5% del Fondo sociale europeo plus sarà, infatti, destinato ad azioni di contrasto a tale fenomeno;

Il PANGI è un documento di programmazione che si proietta fino al 2030 e che affronta 3 questioni fondamentali:
1) coniugare l’universalità dei diritti dei soggetti minorenni con l’azione specifica rivolta ad alcuni di essi;
2) riorganizzare i diversi sistemi- a partire da quello amministrativo, sociale, sanitario scolastico- per migliorare la governance a tutti i livelli e promuovere l’intersettorialità e l’interprofessionalità;
3) prevede l’aumento e la qualificazione continua di tutte le figure professionali che operano nel mondo dell’infanzia e dell’adolescenza;

Il Piano nazionale ha un cronoprogramma molto dettagliato, sia rispetto alla governance, sia alle azioni da realizzare.

Evidenziato che

Per la programmazione delle risorse e l’implementazione delle azioni strategiche il Piano d’Azione italiano della Garanzia Infanzia, in armonia con le indicazioni europee, presenta un ampio programma di misure, dettagliato nelle proposte, nei tempi e nelle responsabilità: assicurare progressivamente nidi e mense gratuite, politiche continuative e diffuse per i primi mille giorni di bambine e bambini, sostegno alla funzione genitoriale ed alle famiglie fragili, tutela e diritti dei bambini provenienti da contesti migratori, centri di aggregazione per gli adolescenti, azioni per la salute anche mentale e il benessere psicologico, contrasto all’abbandono scolastico e alla povertà educativa, misure specifiche per minorenni disabili.

Rilevato altresì che

Tra i principali obiettivi del Piano Nazionale di Attuazione della Garanzia Infanzia (PANGI) vi sono:

a) Il potenziamento delle misure e degli interventi di contrasto al rischio di povertà e esclusione sociale dei minorenni, obiettivo fondamentale per garantire la coerenza tra gli orientamenti e le priorità condivise nel PANGI (Piano Nazionale di Azione per l’Inclusione) e la programmazione regionale e territoriale. Per il raggiungimento di questo obiettivo, il Piano ritiene necessario:
1) promuovere la partecipazione attiva delle autorità locali nella definizione e implementazione degli interventi a sostegno dei minori a rischio di povertà e esclusione sociale, coinvolgendo le amministrazioni locali nella definizione delle priorità e degli obiettivi dell’azione pubblica e valorizzando il loro ruolo nella gestione dei servizi e delle risorse a livello territoriale;
2) favorire la collaborazione tra le diverse istituzioni e le organizzazioni della società civile presenti sul territorio, promuovendo il coordinamento e lo scambio di buone pratiche a livello locale, metropolitano e regionale al fine di favorire una maggiore efficacia e coerenza degli interventi, evitando sovrapposizioni e duplicazioni di attività;
3) garantire una maggiore trasparenza e monitoraggio dei risultati degli interventi a sostegno dei minori a rischio di povertà e esclusione sociale, promuovendo la partecipazione attiva dei cittadini e delle organizzazioni della società civile nella definizione degli obiettivi e nella valutazione degli impatti delle politiche pubbliche. Solo attraverso un dialogo aperto e una partecipazione attiva di tutti i soggetti coinvolti si può garantire una gestione efficace e sostenibile delle risorse e una maggiore coerenza tra gli orientamenti e le priorità condivise a livello nazionale e la programmazione territoriale.

b) l’ampliamento dei modelli di intervento della Garanzia Infanzia sperimentati nel nostro territorio per assicurare l’accesso universale ai servizi soprattutto per i minorenni più vulnerabili, con particolare attenzione ai servizi di sensibilizzazione e di contatto con i beneficiari (outreach services) per una loro successiva messa a sistema a livello nazionale.

La fase sperimentale della Garanzia Infanzia ha, infatti, previsto la realizzazione di una serie di modelli di intervento a livello nazionale (coordinati con il livello UE) ed alcuni anche in Emilia-Romagna, che hanno permesso di sperimentare nuove metodologie e strumenti di intervento per contrastare la povertà e l’esclusione sociale dei minori.

Tra questi modelli sperimentali, il Governo, con l’assistenza tecnica di UNICEF, ha portato avanti nel nostro Comune:
1) Il programma formativo per lo sviluppo delle competenze linguistiche attraverso l’uso della piattaforma digitale Akelius in modalità ibrida, in diversi Istituti Comprensivi a Bologna, che mira a favorire l’apprendimento della lingua italiana da parte dei bambini stranieri e la loro integrazione sociale attraverso l’uso di tecnologie innovative.

2) La realizzazione di un programma per lo sviluppo delle competenze del XXI secolo e l’orientamento al lavoro, in collaborazione con il CPIA (Centro Provinciale Istruzione Adulti) di Bologna e le strutture di accoglienza locali. Questo programma mira a favorire l’inserimento lavorativo dei giovani e a promuovere lo sviluppo di competenze utili per il mondo del lavoro, come la creatività, la capacità di problem solving e l’utilizzo delle nuove tecnologie.

3) Nell’ambito del sostegno alla famiglia, con particolare attenzione alle famiglie con bambini con disabilità, sono stati realizzati interventi in diverse regioni italiane, in cui è stata effettuata una mappatura dei servizi già offerti dai Centri per la Famiglia, concentrando l’attenzione sulle esperienze di supporto peer-to-peer tra famiglie e sullo sviluppo di una metodologia standardizzata. Attualmente, in alcuni Centri per la Famiglia, si sta avviando la formazione degli operatori sul toolkit, anche attraverso la valorizzazione di esperienze già avanzate, come quella di Bologna. L’obiettivo di questi interventi è quello di offrire alle famiglie con bambini con disabilità un sostegno concreto, basato sulle esperienze positive di altre famiglie che hanno vissuto situazioni simili, e di promuovere l’inclusione sociale e la partecipazione attiva delle famiglie nella comunità locale. Inoltre, si cerca di valorizzare il ruolo dei Centri per la Famiglia come punti di riferimento per le famiglie, promuovendo la co-progettazione e la governance partecipata tra tutti gli attori coinvolti nel sostegno alle famiglie. Queste esperienze di sperimentazione hanno permesso di testare nuove metodologie e strumenti di intervento, valutandone l’efficacia e la fattibilità a livello locale, al fine di definire le modalità di implementazione della Garanzia Infanzia a livello nazionale. Grazie alla collaborazione tra le diverse istituzioni e le organizzazioni della società civile, si è potuto promuovere l’innovazione sociale e il miglioramento delle politiche a sostegno dei minori a rischio di povertà e esclusione sociale: questi modelli hanno avuto successo e vanno dunque implementati e ulteriormente potenziati a livello comunale, metropolitano e regionale.

La Child Guarantee ha dedicato un riferimento specifico al ruolo dell’Autorità garante nazionale e quindi alla rete dei Garanti regionali per l’infanzia, quali istituzioni di garanzia rispetto all’implementazione delle azioni nonché alla loro verifica in itinere.

Dato atto che
La partecipazione alle attività di educazione e cura della prima infanzia implica molteplici benefici tanto per i singoli quanto per la società in generale: dal conseguimento di un migliore livello d’istruzione e di migliori risultati nel mercato del lavoro a un minor numero di interventi sociali ed educativi fino a società più coese e inclusive. Nelle indagini PIRLS ( The Progress in International Reading Literacy Study (PIRLS).) e PISA (The Programme for International Student Assessment (PISA), OCSE (2016), Education at a Glance.) i bambini che hanno ricevuto un’educazione nella prima infanzia per più di un anno hanno ottenuto punteggi migliori in lingua e matematica. È stato inoltre dimostrato che la partecipazione all’educazione e alla cura della prima infanzia di qualità è un fattore importante per la prevenzione dell’abbandono scolastico ( Commissione europea(2014), Study on the effective use of early childhood education and care in preventing early school leaving).

L’educazione e la cura sin dalle prime fasi di vita sono di primaria importanza per imparare a convivere in società eterogenee e possono rafforzare in vari modi la coesione e l’inclusione sociale

La disponibilità, l’accessibilità e la sostenibilità dei costi di strutture di alta qualità per la cura dell’infanzia sono inoltre fattori chiave che consentono alle donne e agli uomini con responsabilità di cura di partecipare al mercato del lavoro, come riconosciuto dal Consiglio europeo di Barcellona del 2002, dal Patto europeo per la parità di genere del 2011 e dalla comunicazione della Commissione sull’equilibrio tra attività professionale e vita familiare adottata il 26 aprile 2017. L’occupazione femminile contribuisce in maniera diretta al miglioramento della situazione socioeconomica della famiglia e alla crescita economica.

Ribadito che

Sono davvero tante le città europee che hanno già aderito a Garanzia Infanzia e stanno iniziando ad aderire anche diverse città italiane.

L’Italia è uno dei 6 su 27 Paesi che hanno presentato il primo monitoraggio della garanzia Infanzia.

Sono due i bandi nazionali già pubblicati con risorse specifiche legate alla Child Guarantee: uno per l’inclusione e l’integrazione di bambine, bambini e adolescenti rom, sinti e camminanti e uno per la realizzazione di 60 spazi multifunzionali per adolescenti.

Il 18 e 19 aprile 2023 nella Sala del Consiglio comunale a Palazzo d’Accursio a Bologna, si è tenuta la l’Istruttoria Pubblica sui Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza con la finalità di invitare il Sindaco e la Giunta a sviluppare azioni e progetti per ampliare l’offerta formativa con i nuovi saperi, potenziare l’attività motoria; potenziare le azioni contro la dispersione scolastica, valorizzando l’importanza dell’orientamento scolastico, in collaborazione con le istituzioni scolastiche e la rete dei servizi socio-sanitari e educativi;
sviluppare forme di sostegno psicologico per affrontare i disturbi alimentari, sempre più diffusi tra gli adolescenti; favorire attività educative per prevenire e contrastare atti di violenza, sviluppare l’educativa di strada; favorire la responsabilizzazione e l’aggregazione giovanile, mettendo a disposizione spazi accessibili autogestiti; sviluppare azioni di sostegno alla genitorialità con particolare riferimento all’uso dei social e educazione al digitale; aggiornare la mappatura dei servizi offerti dalle realtà del terzo settore e valorizzare le realtà vicine ai bisogni di ragazze e ragazzi e loro famiglie.

Il Comune di Bologna ha sviluppato il Piano Adolescenza della città di Bologna, con cui intende individuare le direttrici verso le quali indirizzare le politiche educative a favore delle e degli adolescenti, favorendo un’azione coordinata e integrata tra tutti gli attori che a vario titolo si occupano di loro. Il Piano Adolescenza del Comune di Bologna – redatto a cura dell’Area educazione, istruzione e nuove generazioni – è frutto di un grande lavoro di collaborazione e integrazione tra settori, enti, servizi e professionisti, che ogni giorno operano nella cornice normativa e di indirizzo nazionale, regionale e locale e presenta sei ambiti di intervento: Servizi extrascolastici; Collaborazioni e sinergie con le scuole cittadine; Protagonismo giovanile e partecipazione attiva; Interventi rivolti alla genitorialità; Cura degli adolescenti; Esperienze nei quartieri.

Tutto ciò premesso e considerato,
Invita la Giunta comunale di Bologna

– A sollecitare il Governo ad attivarsi, in tutte le sedi istituzionali opportune, per dare concreta attuazione al Piano nazionale per la Garanzia infanzia, proseguendo celermente il lavoro fatto finora, coinvolgendo anche le Regioni e i Comuni, affinché i risultati raggiunti non vadano dispersi e garantendo la copertura finanziaria necessaria.

– Ad adottare ogni azione utile al potenziamento della governance metropolitana e regionale delle misure e degli interventi di contrasto al rischio di povertà e esclusione sociale dei minorenni, coinvolgendo i settori sociale, sanitario, educativo, assieme al terzo settore e ai professionisti esperti della materia;

– A favorire l’ampliamento dei modelli di intervento della Garanzia Infanzia già sperimentati in Comune e in Regione, per assicurare l’accesso universale ai servizi soprattutto per i minorenni più vulnerabili, con particolare attenzione ai servizi di sensibilizzazione e di contatto con gli stessi beneficiari (outreach services), per una loro successiva messa a sistema a livello nazionale.

F.to: Cristina Ceretti (Partito Democratico), D. Celli (Europa Verde – Verdi), Roberta Toschi (Partito Democratico), Maurizio Gaigher (Partito Democratico), Franco Cima (Partito Democratico), Roberto Fattori (Partito Democratico), Antonella Di Pietro (Partito Democratico), Roberto Iovine (Partito Democratico), Giulia Bernagozzi (Partito Democratico), Michele Campaniello (Partito Democratico), Mery De Martino (Partito Democratico), Rita Monticelli, (Partito Democratico), Loretta Bittini (Partito Democratico), Marco Piazza (Partito Democratico)