Lunedì 8 gennaio 2024 la consigliera comunale Mery De Martino ha presentato un intervento di inizio seduta in Consiglio comunale dal titolo “Primo tragico bollettino del 2024: per due nuove nate, tre uccise”.

E’ possibile accedere qui al video dell’intervento in aula.

Di seguito il testo dell’intervento in aula.

Primo tragico bollettino del 2024: per due nuove nate, tre uccise. 

Le prime due nate nel 2024 sono state due bambine. Una notizia accolta da molti come buon auspicio, dopo un anno che, al 3 dicembre 2023, aveva visto l’uccisione di 109 donne. Purtroppo, però, l’auspicio si è subito scontrato con la realtà in cui viviamo. E tutte le caselle sono subito tornate al loro posto. A due bambine nate, infatti, sono corrisposte tre donne uccise nei primi 6 giorni del 2024. 

A Naro sono state uccise due donne di circa 50 anni per aver rifiutato delle avance sessuali. Una di loro è morta carbonizzata, la figlia ha visto il suo corpo. Carbonizzato. 

A Sant’oreste una donna di 71 anni è stata uccisa dal marito che inizialmente, quando l’ha portata in ospedale (ben 3 ore dopo la morte), ha finto che fosse caduta dalle scale. 

A questi tre orribili casi di femminicidio nei primi 8 giorni di gennaio, la stampa aggiunge anche altri terribili casi: 

A Bologna, la violazione del provvedimento di allontanamento da parte di un coniuge violento che più volte aveva picchiato la moglie anche davanti alle figlie. 

A Trieste, una violenza sessuale ai danni di una giovane donna. 

A Roma, arresto di un uomo per minaccia e stalking ininterrotto alla ex fidanzata dal mese di luglio 2023.

A Napoli arresto di un uomo che il 2 dicembre aveva nuovamente picchiato la moglie, afferrandola per i capelli e immergendole la testa in un secchio d’acqua nel tentativo di annegarla e urlando: “fai succedere sempre questo, sei una istigatrice di merda”.

A Massa Carrara, una giovane donna violentata in spiaggia la notte di capodanno.

A Napoli, i carabinieri allertati dall’attuale compagno della donna, sfondano la porta di casa e trovano a terra due bambini terrorizzati di 5 e 9 anni. Sul pavimento tracce di sangue della donna che aveva una ferita alla mano e teneva fra le braccia un altro bimbo di 7 mesi. Di fronte a lei il suo ex compagno brandiva un coltello.  

A Niscemi, “ho esagerato, non volevo farle così male ma l’ho ammazzata”, uomo si costituisce pensando di aver ucciso la moglie che adesso si trova in ospedale salvata dai figli.

Pietra Ligure, uomo con processo pendente per maltrattamenti in famiglia colpisce violentemente alla testa la moglie con un’arma contundente. Salvata solo grazie all’intervento dei vicini di casa che hanno allertato i carabinieri. 

Di ieri anche la notizia dell’esito di un questionario anonimo diffuso tra le lavoratrici del sant’orsola di Bologna.  53 donne, su 76 che hanno risposto, hanno dichiarato di aver subito molestie anche in corsia. Un dato che, come giustamente ha ricordato oggi la vicesindaca Clancy, è fondamentale che emerga ma che non ci può e non ci deve stupire. Questa è semplicemente la realtà in cui viviamo. Una realtà in cui non si fa in tempo a festeggiare due nuove nate, che subito torniamo a piangere tre sorelle ingiustamente uccise per mano di un uomo, uomo la cui età o nazionalità, in questo scenario, diventa un elemento del tutto irrilevante. Uccisioni che sono solo l’apice di un sistema fatto di violenza, abusi, molestie e sopraffazioni quotidiane nei confronti delle donne. 

Per questo non possiamo che accogliere con favore il questionario promosso dal comune di Bologna in collaborazione con Period E Sex and the city e conclusosi giusto ieri per la creazione di un atlante di genere. Perché, come ricordano giustamente anche Clancy e Madrid, la sicurezza riguarda tutto. Riguarda il contesto culturale in cui cresciamo e della cui costruzione siamo tutte e tutti complici, riguarda le strade della nostra città, la possibilità di avere un’abitazione e una indipendenza economica, riguarda il modo in cui sono stati pianificati urbanisticamente gli spazi urbani. E aggiungo io, riguarda il fatto che se per gli uomini il crimine più temuto è la rapina, per le donne è lo stupro. E questa paura è data dalle continue molestie e approcci che avvengono in strada, ma anche per mano di persone conosciute, come ci conferma il questionario del sant’orsola. 

Allora come molte donne si sono già augurate, anche se i primi giorni del 2024 fanno purtroppo presagire tutt’altro, se la parola del 2023 per la treccani è stata femminicidio, proviamo a fare in modo che la parola del 2024 sia femminismo. Un femminismo che ci aiuti a metterci in discussione e a darci una mano. Perché ciascuna di noi ha vicino a sé almeno una sorella in difficoltà. Che sia in strada, perché seguita da uno sconosciuto, o che sia in casa perché vittima di un compagno violento di cui noi non sappiamo nulla. L’augurio per questo anno è di tenerci ancora più strette e guardarci ancora di più le spalle a vicenda, mentre politicamente lottiamo per la fine di questa mattanza. E mentre continuiamo a riconoscerci come donne, a testa alta. Senza bisogno di sgrammaticate declinazioni maschili e, sicuramente, senza bisogno di ricevere validazioni esterne che passano dall’essere considerate non al pari ma proprio come degli uomini, quando raggiungiamo posizioni di potere. Possiamo essere molto meglio di così, possiamo essere femministe per noi e per le nostre sorelle, presenti e future.