Giovedì 21 dicembre 2017 il Consiglio comunale ha approvato l’ordine del giorno 420.14, presentato dal consigliere counale Francesco Errani con cui invita ”a promuovere lo sviluppo degli appalti pubblici socialmente responsabili come nuovo modello di governance del Comune di Bologna: strumento strategico per uno sviluppo sostenibile del proprio territorio, dal punto di vista sociale ed ambientale, per stimolare l’adozione di comportamenti virtuosi e responsabili e per promuovere la collaborazione fra tutti gli attori del territorio (imprese, attori sociali, cittadini) ed a eliminare le gare d’appalto e la competizione al ribasso, in particolare relativamente ai servizi sociali, educativi e culturali, con risposte a basso costo che comportano il rischio di precarizzazione e dequalificazione del lavoro; promuovendo invece la qualità e l’innovazione negli appalti pubblici del Comune di Bologna con gare centrate su criteri qualitativi (rapporto offerta tecnica/economica e formula per la valutazione delle offerte economiche) e prevedendo adeguati strumenti di controllo del servizio”.

Di seguito è disponibile il testo dell’ordine del giorno.

Tutta la documentazione del Bilancio sarà disponibile entro breve nella versione definitiva online, come indicato nel comunicato stampa.

IL CONSIGLIO COMUNALE DI BOLOGNA
Premesso che:

• gli appalti pubblici svolgono un ruolo fondamentale nella strategia “Europa 2020”, in quanto costituiscono uno degli strumenti del mercato necessari alla realizzazione di una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, e, contemporaneamente, garantiscono l’uso più efficiente possibile dei finanziamenti pubblici;
• gli enti pubblici possono utilizzare il loro potere di acquisto per ottenere lavori, beni e servizi che promuovano l’innovazione, rispettino l’ambiente e contrastino il cambiamento climatico, migliorando l’occupazione, la salute pubblica e le condizioni sociali;
• la Legge 8 novembre 2000, n. 328 ”Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali” promuove la solidarietà sociale attraverso la valorizzazione delle iniziative delle persone, delle famiglie, delle forme di auto-aiuto e di reciprocità, nonché della solidarietà organizzata;
• la nuova Direttiva europea 2014/24/UE è fortemente connotata da elementi derivanti dai principi di sostenibilità sociale ed ambientale, ed ha quindi di fatto aperto nuove opportunità;
• l’ANAC ha inviato al Governo ed al Parlamento l’Atto di Segnalazione n.3 del 2014 (Direttive 2014/24/UE, 2014/25/UE e 2014/23/UE), con cui evidenzia l’opportunità di dare giusto rilievo, in fase di recepimento, ad una serie di aspetti cruciali della politica dell’Unione Europea;
• il Parere 298/2015 del Consiglio di Stato applica per la prima volta i principi della Direttiva europea 2014/24/Ue sugli appalti pubblici, stabilendo che gli appalti affidati a soggetti facenti parte dell’amministrazione stessa possono avvenire senza gara anche a favore di società pubbliche partecipate;
• il piano d’azione nazionale sulla responsabilità sociale d’impresa 2012-2014, redatto dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e dal Ministero dello Sviluppo Economico, suggerisce la promozione di appalti pubblici che integrino criteri sociali ed ambientali;
• il legislatore ha confermato l’integrazione tra criteri ambientali e criteri sociali, con l’approvazione di uno dei regolamenti attuativi del Piano di azione nazionale per il Green Public Procurement (PANGPP) e con il Decreto Ministeriale del 6 giugno 2012, dedicato all’introduzione di criteri sociali (tutela del lavoro, inclusione sociale, ecc.) nel sistema degli appalti pubblici;

Considerato che:

• nell’ottica della nuova direttiva europea, il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa va inteso in una accezione più complessa di quella attuale, quale strumento per promuovere la qualità e l’innovazione negli appalti pubblici, per includere gli aspetti ambientali e sociali (a favore della tutela dell’occupazione e delle condizioni di lavoro nonché a favore dei disabili e di altri gruppi svantaggiati), garantire una maggiore professionalizzazione e aumentare la partecipazione delle PMI incluse le imprese sociali;
• accanto alla preferenza accordata al criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, il criterio del “prezzo più basso” non dovrebbe più essere un fattore determinante per l’assegnazione dei contratti, ma dovrebbe essere sostituito da criteri più ampi che includano l’impatto sociale e ambientale della proposta e prendano in considerazione l’intero ciclo di produzione del bene o del servizio in appalto;
• ai criteri tradizionali si aggiunge, nel caso in cui le prestazioni dedotte nel contratto di appalto abbiano un prezzo o costo fisso, la possibilità che gli operatori economici competano solo in base a criteri qualitativi;
• il legislatore comunitario ha inteso dare centralità anche alla qualità della prestazione: qualora la qualità del personale addetto influisca sul livello dell’esecuzione dell’appalto, le amministrazioni aggiudicatrici dovrebbero anche avere la facoltà di usare come criterio di aggiudicazione l’organizzazione, la qualifica e l’esperienza del personale incaricato di eseguire l’appalto, in quanto ciò può incidere sulla qualità dell’esecuzione dell’appalto e, di conseguenza, sul valore economico dell’offerta;
• grazie agli stimoli dell’Unione Europea, e in vista di un’adeguata integrazione dei requisiti in materia ambientale, sociale e di lavoro nelle procedure di appalto pubblico, è particolarmente importante che gli Stati membri e le amministrazioni aggiudicatrici adottino misure per garantire il rispetto degli obblighi in materia di diritto ambientale, sociale e del lavoro che si applicano nel luogo in cui i lavori sono eseguiti o i servizi forniti;
• l’approvazione da parte del Consiglio comunale del Regolamento n.471/2013 “Regolamento delle procedure contrattuali per l’inserimento lavorativo di persone in condizione di svantaggio” obbliga il Comune di Bologna a destinare una quota minima pari al 5% della spesa annua per appalti per le forniture di beni e di servizi, all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate (disabili, cassaintegrati, disoccupati di lungo periodo, ultracinquantenni, giovani inoccupati, adulti soli con figli, ecc.);
• il protocollo appalti del Comune di Bologna, condiviso il 6 luglio 2015 con le associazioni economiche e con quelle dei lavoratori, tutela il lavoro e l’occupazione, sostiene la legalità e la trasparenza, la qualità delle imprese e i controlli;
• l’art. 23 comma 16 del nuovo Codice degli Appalti determina annualmente il costo del lavoro per i contratti relativi a lavori, servizi e forniture, in apposite tabelle del Ministero del lavoro e delle politiche sociali;
• la Delibera di Giunta della Regione Emilia-Romagna n. 969/2016 “Adozione delle linee guida regionali sull’affidamento dei servizi alla cooperazione sociale” promuove l’affidamento dei servizi alla cooperative sociali;
• a garanzia della qualità dei servizi, è importante che il rapporto offerta tecnica e offerta economica e che la formula per l’attribuzione del punteggio economico disincentivino i ribassi e valutino effettivamente la qualità dei progetti.

INVITA SINDACO E GIUNTA

• a promuovere lo sviluppo degli appalti pubblici socialmente responsabili come nuovo modello di governance del Comune di Bologna: strumento strategico per uno sviluppo sostenibile del proprio territorio, dal punto di vista sociale ed ambientale, per stimolare l’adozione di comportamenti virtuosi e responsabili e per promuovere la collaborazione fra tutti gli attori del territorio (imprese, attori sociali, cittadini);
• a eliminare le gare d’appalto e la competizione al ribasso, in particolare relativamente ai servizi sociali, educativi e culturali, con risposte a basso costo che comportano il rischio di precarizzazione e dequalificazione del lavoro; promuovendo invece la qualità e l’innovazione negli appalti pubblici del Comune di Bologna con gare centrate su criteri qualitativi (rapporto offerta tecnica/economica e formula per la valutazione delle offerte economiche) e prevedendo adeguati strumenti di controllo del servizio.

F.to: F. Errani, A. Colombo, S. Lembi, I. Angiuli, R. Fattori, M. Ferri, N. De Filippo, L. Bittini, C. Mazzanti.