Lunedì 14 maggio 2018 il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno presentato dalla consigliera comunale Raffaella Santi Casali per iconoscimento come Patrimonio dell’Umanità Unesco dell’Arte delle sfogline bolognesi e per la creazione di un marchio di qualità per la tutela del ragù bolognese

Di seguito il testo dell’ordine del giorno, online è disponibile il comunicato stampa.

A breve verrà aggiornata la sezione anche con l’aggiunta dei firmatari dell’ordine del giorno.

Il Consiglio comunale di Bologna,

premesso che:

l’Italia ha uno straordinario patrimonio materiale e immateriale, un territorio geomorfologicamente vario che consente produzioni agroalimentari di elevatissima qualità, una immensa tradizione artistico-culturale ed una ricca ed inimitabile offerta di eccellenze enogastronomiche;

i prodotti tipici dell’Emilia Romagna tutta, ed in particolare di Bologna ed il suo territorio metropolitano, sono da sempre fra gli emblemi più significativi ed evocativi del “mangiar bene” italiano, secondo una tradizione antica e sapiente che ha saputo, nel tempo, rinnovarsi e riproporsi;

Bologna, definita la Grassa, oltre che la Dotta e la Rossa, in vista della cucina tradizionale bolognese che rappresenta un aspetto fondamentale dell’identità e della cultura locali, nonché una porta d’accesso irrinunciabile per chi vuole conoscere la città in modo autentico e genuino;

fra tutte le eccellenze, sicuramente spiccano la sfoglia tirata al mattarello, in particolare i tortellini e le tagliatelle, e il ragù tradizionale, autentiche e inimitabili icone della cucina bolognese, le cui ricette sono codificate e conservate presso la Camera di Commercio.

Considerato che:

a fronte dei numerosi, costanti e diffusi episodi di imitazione e contraffazione individuati in Italia e all’estero, risulta necessario tutelare maggiormente ed in modo più efficace la qualità e la tipicità dei prodotti tradizionali, attraverso idonee certificazioni, così come ottenuto, per esempio, per l’Arte del pizzaiuolo napoletano (Patrimonio Unesco) e come è in corso di definizione per la ricetta del Pesto alla genovese e del sugo all’ Amatriciana;

sono attive in città associazioni di cittadini che da tempo si impegnano al fine di celebrare e fare riconoscere a livello internazionale le nostre ricchezze culinarie, segnalando la necessità di garantire la tutela della qualità dei prodotti gastronomici tradizionali, in un tempo, come quello attuale, in cui le frodi alimentari sono un reale pericolo per il consumatore.

Visto che:

il 17 ottobre 2003 la Conferenza Generale Unesco ha approvato la Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, per la tutela della cultura tradizionale e del folclore del nostro Pianeta.

Evidenziato che:

l’Unesco si pone lo scopo di salvaguardare questi capolavori per evitarne la scomparsa, preservando lo stupefacente insieme di linguaggi, rituali, consuetudini sociali, cognizioni e prassi relative ai saperi legati all’artigianato che nei millenni si sono tramandati di generazione in generazione rappresentando le sfumature e le differenziazioni insite nell’evoluzione dell’Umanità.

Considerato inoltre che:

il grande patrimonio di prodotti tipici italiani viene da tempo valorizzato con diversi marchi di qualità, noti e condivisi a livello nazionale ed europeo.

I marchi di qualità sono certificazioni di prodotto riconosciute agli alimenti dalla Comunità Europea che vengono rilasciate da enti di certificazione riconosciuti dal Ministero delle Politiche Agricole e garantiscono al consumatore la provenienza originale del prodotto e/o che il processo di produzione avvenga secondo modalità legate a una tipicità territoriale nel rispetto del disciplinare che regola il marchio di qualità.

Ricordando che:

i marchi che possiamo trovare sui prodotti alimentari sono:

– D.O.P. (Denominazione di Origine Protetta): la produzione, trasformazione ed elaborazione dei prodotti D.O.P. avviene in un’area geografica delimitata e definita. Le qualità e le caratteristiche dipendono essenzialmente o esclusivamente all’ambiente geografico comprensivo di fattori naturali e umani.

– I.G.P. (Indicazione Geografica Protetta): la produzione e/o trasformazione e/o elaborazione dei prodotti I.G.P. avviene in un’area geografica determinata e definita. La qualità o un’altra caratteristica può essere attribuita all’origine geografica.

– S.G.T. (Specialità Tradizionale Garantita): sono prodotti la cui specificità non è legata a un’area geografica delimitata ma alla tradizione e quindi all’utilizzo di materie prime tradizionali o a una composizione tradizionale o ad un metodo di produzione e/o trasformazione tradizionali.

La produzione di vino in Italia è caratterizzata da una grande diversificazione di tipologie di vini, molti di grande prestigio sia a livello nazionale che internazionale. Per questo motivo il Ministero delle Politiche Agricole, le Camere di Commercio e le Regioni hanno l’obiettivo di favorire il consolidamento del successo delle produzioni di qualità, riconoscibili dai marchi D.O.C.G., D.O.C. e I.G.T.

– D.O.C.G. (Denominazione d’Origine Controllata e garantita): sono i vini più pregiati, il marchio garantisce l’origine, la qualità e consente la numerazione delle bottiglie prodotte. La legge impone che sulle etichette ci siano le seguenti informazioni: nome della regione da cui provengono i vini, nome o ragione sociale dell’imbottigliatore unitamente alla menzione del Comune e dello Stato membro in cui l’imbottigliatore ha la propria sede principale, volume nominale in litri, centilitri o millilitri, titolo alcolometrico effettivo e lotto di produzione che identifichi il vino prodotto o confezionato in condizioni identiche.

– D.O.C. (Denominazione d’Origine controllata): sono vini di qualità, originari di zone limitate, il cui ciclo produttivo deve essere conforme al disciplinare di produzione. Prima di essere commercializzati vengono controllati qualitativamente dalle Commissioni di degustazione che li sottopone ad analisi chimico fisiche e organolettiche per verificare la corrispondenza ai requisiti di legge.

– I.G.T. (Indicazione geografica tipica): sono 118 i vini in commercio con questo marchio, che rappresenta un riconoscimento di qualità attribuito ai vini da tavola che non hanno un disciplinare particolarmente restrittivo e le aree di produzioni sono abbastanza ampie. I vini I.G.T. dopo cinque anni possono aspirare a diventare D.O.C.

Impegna il Sindaco e la Giunta

a mettere in atto, in sinergia con le altre Istituzioni locali e nazionali, ogni azione utile ad ottenere il riconoscimento di Patrimonio immateriale dell’Umanità Unesco all'”Arte delle sfogline bolognesi”;

ad istituire, a seguito del riconoscimento di cui sopra, un registro presso la Camera di Commercio di Bologna delle Sfogline e degli Sfoglini di Bologna e a promuovere, anche di concerto con la Città Metropolitana, strumenti di valorizzazione delle attività commerciali che rispetteranno quanto previsto dal protocollo Unesco;

a mettere in atto, in sinergia con le altre Istituzioni locali e nazionali, ogni azione utile ad ottenere il Marchio di qualità più consono alla massima tutela possibile del “Ragù tradizionale bolognese.

f.to Santi Casali, L. Guidone, I. Angiuli, E. Leti, M. Campaniello, G. Di Girolamo, C. Mazzanti, V. Zanetti, M. Bugani, G. Venturi, G.M. De Biase, A. Frascaroli, M. Cocconcelli, L. Borgonzoni, F. Sassone.