Lunedì 1 aprile 2019 la consigliera comunale PD Simona Lembi è intervenuta ad inizio seduta in Consiglio comunale per ricordare la figura di Margherita Simili, recentemente scomparsa. Al termine, il Consiglio ha osservato un minuto di silenzio, unendo nel ricordo Andrea Emiliani, commemorato dalla consigliera Federica Mazzoni.

Di seguito il testo dell’intervento di inizio seduta. Online è inoltre disponibile il relativo comunicato stampa.

Ricordo di Margherita Simili.

Nei giorni scorsi è venuta a mancare Margherita Simili, figura storica della ristorazione bolognese.

Insieme con la gemella, Valeria, ha insegnato a cucinare a mezza Bologna e saputo innovare, con sapienza e dedizione, la solida e longeva tradizione culinaria bolognese.

Difficile, nel tempo breve dedicato a questo ricordo, raccontate una lunga vita, così intrecciata con quella della nostra città. Mi limiterò quindi ad esplicitare 3 aspetti della vita di Margherita Simili che mi pare, in un contesto come quello del Consiglio comunale, significativo ricordare le origini di Margherita e la questione di un sapere artigiano intrecciato all’innovazione tecnica.

Margherita Simili era nata nel 1936 a Bologna. Figlia d’arte (si direbbe meglio per altri mestieri, ma non è, forse, quello del fare il pane, una vera e propria arte?), sin da piccola lavorò al forno dei genitori che, insieme con quello di Atti e della famiglia Pedrazzi, fu uno tra i più noti della nostra città. Crebbe in un’epoca in cui le famiglie si recavano al forno anche per cuocere il pane prodotto da casa, inserendo un bigliettino con il nome della famiglia, arrotolato nell’anella della teglia.

Tra le molte cose, di quel periodo Margherita e la sorella amavano ricordare la spronella a stampi rotanti commissionata dal padre per ritagliare dalla sfoglia dischi rotondi perfetti per i tortelli.

Questo episodio racconta, meglio di mille convegni, della specifica tradizione di Bologna che ha sempre unire l’innovazione del sapere artigiano, con quello tecnico.
Dal 1973 al 1986 Margherita, insieme con la sorella, gestisce un nuovo forno, tutto loro: “Panetteria e roba dolce” più noto come il forno delle sorelle Simili, un luogo capace anch’esso, di innovare la tradizione gastronomica bolognese. Esempio di questo sono state “le streghe”: piccoli e sottili rettangoli di pane ben cotto.

Non che prima non esistessero. Cosa erano le streghe? Teglie di pasta messe al forno per verificare la buona temperatura dello stesso: se bruciavano (da cui il nome di Streghe) occorreva prestare attenzione prima di infornare il pane e attendere ancora un po’ per la giusta temperatura.

Margherita e la sorella rivisitarono la ricetta, assottigliarono il foglio di pasta ed ecco le nuove e ancora oggi rinomate ‘streghe delle Simili’!
Artigiana della ristorazione, quindi, Margherita seppe, insieme con la sorella, reinterpretare una solida tradizione secondo il gusto del tempo, con sapienza e grande talento.

Nel 1986, terminata l’esperienza del Forno di Frassinago, le sorelle Simili iniziano ad insegnare e a trasmettere l’arte del cucinare anche sulla spinta di Marcella Hazan, studiosa e maestra di cucina a New York e di Anna Gennari, prima donna chef in Italia a vedersi attribuire il prestigioso Cordon Blue.

Tra i molti corsisti, tengo a ricordare Burt Lancaster che presentandosi alle sorelle Simili disse “I’m Burt Lancaster” e Margherita, risposte “I see…”!

Poi iniziano a viaggiare per tenere corsi di cucina (a loro il New York times dedicherà una pagina intera) e ad essere invitate in ogni parte del mondo, più volte in Giappone da cui, per rientrare in Italia, una volta, presero la mitica transiberiana. A chi chiedeva loro cosa ci facessero due signore in giro per quelli luoghi, rispondevano, ‘siamo andate a fare il pane in Giappone’ e intanto leggevano Nabokov e Puskin.

Ringrazio, di cuore, Bruno Damini per avere messo su carta molto degli episodi che io stessa ho ripreso per mettere a punto questo saluto.

Nel 2015 il Sindaco ha voluto riconoscergli quanto prezioso sia stato per Bologna il loro lavoro, consegnando loro la turrita d’argento.

Davanti al Gotha della ristorazione bolognese (ricordo tra i presenti Gino Fabbri, Aurora Zucchelli e Annamaria Bonaga, titolare del forno Atti, solo per citarne alcuni) venuto a rendere omaggio alle Signore del Pane di Bologna, insieme con tantissimi loro ex allievi, ho visto Margherita emozionarsi davanti al Sindaco e all’Assessore Lepore che consegnò loro, come riconoscimento del loro essere state a lungo ambasciatrici di Bologna nel mondo, un piccolo matterello di legno!

Erano emozionate, e schive, quasi come se sentissero di non meritarsi alcun riconoscimento vivendo ormai da tempo una vita ritirata.

Succede spesso che le donne siano più schive, che, anche quando grandi, come nel caso di Margherita, considerino il loro lavoro un lavoro comune. Anche per questo, perché attribuito a due donne, quel riconoscimento valse doppio.

Signora Presidente, ho partecipato ai funerali di Margherita Simili la settimana scorsa. La signora Valeria, sua sorella, cui rivolgiamo il nostro cordoglio, ha voluto ringraziare il Sindaco e l’amministrazione per i fiori ricevuti arricchiti da tante spighe di grano, la partecipazione e il cordoglio espresso dall’amministrazione tutta. Mi pareva doveroso riportare questo anche in Consiglio comunale.

Per tutte queste ragioni, chiedo cortesemente Signora Presidente, di invitare il Consiglio comunale di Bologna a tenere un minuto di silenzio in memoria di Margherita Simili.