Lunedì 16 aprile 2018 la consigliera comunale Isabella Angiuli ha presentato un intervento di inizio seduta in Consiglio comunale in tema di riconoscimento dei diritti dei ciclo fattorini.

Di seguito è disponibile il testo dell’intervento, tramite link il relativo comunicato stampa.

E’ Bologna la prima città in Italia a proporre e far sottoscrivere la prima carta dei diritti dei rider che potrebbe essere estesa a tutti i lavoratori del digitale.
Faccio un passo indietro per i nostri ascoltatori in streaming. Chi sono i cosiddetti Rider e che tipo di situazione si era creata?
I Rider sono i ciclo fattorini, in genere giovani, in molti casi studenti, che consegnano cibo a domicilio. Per le consegne utilizzano le bici che, in città come la nostra, consentono consegne più rapide e nel rispetto dell’ambiente.
Li vediamo sfrecciare in qualsiasi condizione meteo in bici con dei grandi scatoloni colorati sul poggia pacchi. Questi cubi recano le sigle e i logo delle piattaforme digitali che accettano le prenotazioni on line. Si tratta di piattaforme collegate ad app per smartphone dalle quali chiunque può effettuare l’acquisto di piatti pronti.
Le piattaforme consentono a molte realtà dell’enogastronomia locale di essere raggiungibili su internet e di soddisfare la crescente richiesta di consegne di cibo a domicilio, una necessità che sta
crescendo enormemente a seguito del cambiamento delle abitudini delle persone.
Questo inverno, le condizioni disagiate di lavoro di queste persone sono state sotto gli occhi di tutti. Durante le grandi nevicate, le piattaforme non hanno interrotto il servizio, e la cronaca ci ha segnalato anche alcuni incidenti stradali che hanno interessato alcuni fattorini.
Il sindacato che li riunisce, Riders Union, ha rivendicato con forza la necessità di migliorare le condizioni di lavoro di queste persone ma l’opinione pubblica si è divisa e c’è stato chi ha sostenuto che trattandosi di lavoratori autonomi (in alcuni casi le forme contrattuali effettivamente li configurano come autonomi) nulla è dovuto.
Ma come si può pensare che uno studente che fa questo lavoro per sbarcare il lunario, per mantenersi all’università come fuori sede o mettere da parte i soldi necessari per l’Erasmus o il Master sia paragonabile ad un Lavoratore autonomo a Partita Iva che decide di investire sulla propria attività, sui mezzi strumentali, prevedere un piano di sviluppo, cercarsi i clienti e mettere in essere tutte quelle pratiche che gli consentono di svolgere professionalmente e autonomamente la propria attività? io credo che la sproporzione tra Piattaforme e relativi fornitori (imprese della ristorazione) da un lato e un ciclo-fattorino sia lampante!
Sono i lavoratori della Gig Economy, la cosiddetta economia dei lavoretti, e la fortuna è che la politica, a Bologna, ha dimostrato di essere capace di decodificare questo fenomeno e proporre delle soluzioni.
“A prescindere dalla qualificazione giuridica del rapporto di lavoro (autonomo o subordinato) e senza una regolamentazione condivisa, le nuove attività economiche che stanno emergendo attraverso l’uso di strumenti digitali, possono generare zone grigie che ricadono sui lavoratori”, parole scritte nero su bianco nella nota congiunta del Comune di Bologna e di Riders Union Bologna.
“Noi siamo a favore della crescita dell’economia digitale, ma deve essere equilibrata e dare tutele ai lavoratori”, questa la posizione dell’assessore Lombardo che e che credo trovi ampia condivisione in tutti i gruppi consiliari del Comune di Bologna.
Una paga minima adeguata, stop al cottimo, coperture assicurative, indennità meteo e trasparenza nei contratti, sono i punti fondamentali della carta dei diritti dei lavoratori digitali di Bologna.
Inoltre, sono previsti standard minimi di informazione al momento della stipula dei contratti e la previsione di un meccanismo di “portabilità” della reputazione da una piattaforma all’altra. La valutazione delle prestazioni del lavoratore, affidata agli algoritmi, è uno dei punti dirimenti nell’organizzazione delle piattaforme, perché influenza l’accesso ai turni.
Per la prima volta una città in Italia ha provato a fissare una serie di tutele per chi opera per conto delle piattaforme online. Riders Union Bologna, il sindacato che rappresenta i fattorini della città, Cgil, Cisl e Uil sono pronti a firmare l’accordo frutto di un importante lavoro congiunto svoltosi a partire dagli orientamenti emersi nel Consiglio Comunale di Bologna e recepiti in un lavoro di approfondimento tecnico e di mediazione politica guidato dall’Assessore al Lavoro Marco Lombardo.
L’Amministrazione comunale aveva avviato la negoziazione nel mese di Gennaio ed è davvero un’ottima notizia che a distanza di così poco tempo si sia raggiunta una elaborazione tecnica e politica cosi altamente qualificata.
Nella giornata di ieri la carta è stata presentata ai corrieri nel corso della prima assemblea nazionale del settore, tenutasi proprio a Bologna ed il riscontro è stato molto positivo al punto che ne è emersa la richiesta di estensione ad altre citta italiane. “La prima applicazione sperimentale sarà ai rider, ma in potenza ne potrebbero beneficiare tutti i lavoratori delle piattaforme”. E’ evidente che l’auspicio a questo punto è che ci sia l’impegno da parte delle piattaforme digitali a siglare la carta.
Sono in corso proprio in questi giorni gli incontri tra l’Amministrazione Comunale e le principali piattaforme e personalmente sono ottimista circa l’esito positivo di questo processo che darebbe un vantaggio competitivo in primis alle piattaforme firmatarie. L’obiettivo è di chiudere tutto entro maggio e sarebbe una bella notizia con la quale Festeggiare i Nuovi Lavoratori e festeggiare anche la Politica con la P maiuscola che dimostra di essere in grado di svolgere al meglio la funzione che è chiamata a svolgere

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