Lunedì 17 luglio 2017 il consigliere comunale Vinicio Zanetti ha presentato in Consiglio comunale il seguente intervento di inizio seduta riguardo ai recenti fatti di Via Gandusio.

Venerdì si è concluso il lungo percorso per liberare gli immobili di via Gandusio. Parlo di concluso e lungo perché ha visto l’amministrazione, gli uffici comunali e Acer impegnati in un lavoro complesso che ha permesso di trovare le migliori soluzioni possibili per ciascuna delle persone che lì abitavano.
In questi mesi sono stati 120 gli appartamenti liberati, mentre 40 risultavano, venerdì, ancora occupati, 18 dei quali in modo abusivo.

A chi era in regola è stato proposto un altro appartamento, mentre il pronto intervento sociale del Comune (pris) ha preso in carico una cinquantina di persone tra le quali nuclei con minori e persone singole con fragilità (mamme e bambini) dando loro una sistemazione. Quindi, a prescindere dall’essere legittimati o meno a stare in quell’appartamento, tutte le persone si sono viste trattare con la sensibilità e l’umanità che sono sempre dovute.

Penso quindi sia stato fatto un buon lavoro da parte dell’amministrazione che, per accedere al finanziamento regionale, dovrà iniziare i lavori nel mese di settembre.

Via Gandusio era diventata nel tempo una sorta di ghetto e di zona franca e ciò non deve più accadere. C’erano palazzi inavvicinabili, persone all’esterno che controllavano gli ingressi come che la strada fosse di qualcuno e non di tutti. Bisognerebbe analizzarne i motivi e le responsabilità, ma preferisco parlare di ciò che via Gandusio deve diventare.

Il finanziamento regionale di 5 milioni di euro garantirà interventi di tipo strutturale e sugli impianti, l’efficientamento energetico e un aumento degli alloggi disponibili rispetto agli attuali 160 gestiti da Acer Bologna. Ma penso soprattutto che via Gandusio debba diventare un esempio virtuoso per Bologna e per l’Italia di un mix sociale, ricucitura sociale, dove siano presenti: famiglie numerose, coppie, persone singole, persone giovani e anziane. Persone che possono vivere insieme, aiutandosi reciprocamente ma soprattutto un luogo che torni pienamente a parlare con il resto del quartiere San Donato. Un luogo dove venga garantita e fatta rispettare la legalità e dove chi ha più bisogno può vivere e crescere serenamente con il supporto di Bologna tutta.
Perchè Bologna deve essere una città aperta, solidale, vicina ai più deboli, nel rispetto della legalità che garantisce tutti, sopratutto chi meno ha.

Chiederò una serie di udienze conoscitive per seguire in maniera puntuale il progetto di riqualificazione.