Lunedì 15 aprile 2019 la consigliera comunale PD Maria Caterina Manca è intervenuta ad inizio seduta in Consiglio comunale in tema di sicurezza sul lavoro e dei numerosi morti che ancora si stanno verificando.

Di seguito il testo dell’intervento di inizio seduta. Online è inoltre disponibile il relativo comunicato stampa.

È di qualche giorno fa la notizia della morte, a Napoli, di un operaio di 52 anni travolto e ucciso da un muletto meccanico in movimento e di un altro giovane operaio, di 25 anni, schiacciato e ucciso da una pressa, in Brianza.
Da gennaio, 26 vittime schiacciate dal trattore titola un noto quotidiano l’ 11 aprile scorso”.

Un vero e proprio bollettino di guerra annunciato alle soglie della celebrazione, nel prossimo 28 aprile, della Giornata mondiale della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, riconosciuta e promossa dall’ILO, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di promuovere il lavoro dignitoso e produttivo in condizioni di libertà, uguaglianza, sicurezza e dignità umana per uomini e donne con l’obiettivo di sostenere i diritti dei lavoratori e migliorare la protezione sociale.

Secondo le stime dell’ILO, ogni anno, 2,3 milioni di donne e uomini muoiono a causa di un infortunio o di una malattia connessi al lavoro.
313 milioni di lavoratori, inoltre, sono coinvolti in infortuni sul lavoro non mortali ma che provocano lesioni gravi e assenza dal lavoro. Si stimano in 160 milioni, invece, i casi di malattie professionali.

Non meno drammatici sono, ahimè, i dati che riguardano il nostro Paese.

Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’ Inail tra gennaio e febbraio 2019, sono state 100.290 (questo dato corrisponde ad un aumento del 4,3% rispetto allo stesso periodo del 2018), 121 delle quali con esito mortale.

Da segnalare che restano fuori da queste statistiche intere categorie di non assicurati Inail e lavoratori “in nero”.

A questo proposito i dati dell’Osservatorio indipendente di Bologna, unico sito in Italia attivo dal 1° gennaio 2008, che monitora in tempo reale le morti sul lavoro, segnala che dall’ inizio dell’ anno i decessi per lavoro sono stati 178. Questi diventano complessivamente 370 se si contano le vittime di incidenti in itinere ossia quelli che avvengono lungo il tragitto casa-lavoro e viceversa , che sono a tutti gli effetti infortuni sul lavoro.

Per l’osservatorio di Bologna si tratta, dunque, di un aumento dei morti sul lavoro in un anno pari al 3,9%.

I costi totali vengono spesso sottostimati, il costo umano di queste tragedie quotidiane è al contrario enorme. L’onere economico causato dalle precarie pratiche di messa in sicurezza dei luoghi di lavoro è stimato essere, ogni anno, del 4% del prodotto interno lordo mondiale.

Gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali causano profonde sofferenze alle vittime e alle loro famiglie, influiscono negativamente sull’efficienza e sulla produttività delle imprese, rappresentano una ingente perdita economica per la società nel suo complesso.

Certo molti passi in avanti si sono compiuti, in questi anni, sul tema, sia attraverso le fonti normative che attraverso le numerose sentenze della corte di cassazione in merito.
Grazie tutto questo, esiste uno stringente obbligo formativo e informativo, obbligo di prevenzione e di messa in sicurezza dei luoghi di lavoro.
L’informazione e la formazione dei lavoratori costituiscono i pilastri della prevenzione degli infortuni.

È ampiamente provato che i lavoratori che ricevono adeguata formazione percepiscono più correttamente la pericolosità di alcuni rischi rispetto a coloro che non hanno frequentato corsi di formazione.

In questi anni all’idea secondo la quale migliorare la salute e la sicurezza sul lavoro rappresenti un costo aggiuntivo, si è per fortuna, progressivamente sostituita la convinzione che la salute, la sicurezza e il benessere dei lavoratori sono parte integrante della sostenibilità economica e dello sviluppo organizzativo di una impresa.
E allora perché ancora oggi si continua a morire in occasione del lavoro? Dove occorre ancora intervenire per porre fine a questa piaga dilagante?

Sicuramente fondamentale è continuare ad investire sulla sicurezza nei luoghi di lavoro incrementando l’informazione, investendo sulla la promozione e diffusione di azioni di prevenzione a tutti i livelli.

E allora come si può non essere preoccupati del fatto che, con la manovra finanziaria 2019, questo governo ha tagliato i fondi per la sicurezza e la prevenzione sul lavoro?
È stato, infatti, previsto un taglio delle imposte sul lavoro pagate dagli imprenditori (che, in alcuni casi arriverà, al 30 per cento) a scapito però, dei fondi che servono ad incentivare gli imprenditori stessi a migliorare la sicurezza sui luoghi di lavoro.

Secondo una recente sentenza della Cassazione la nuova legge (n. 145 del 2018), peraltro, ridurrà la possibilità per i lavoratori di ottenere rimborsi in caso di infortunio sul lavoro in quanto altera i principi definiti dalle supreme corti in tema di diritto al risarcimento del danno limitando di fatto il risarcimento del danno medesimo e sollevando concreti dubbi di incostituzionalità.

Ora più che mai è importante riflettere e tenere alta l’attenzione sul tema, partendo dai dati delle morti sul lavoro che continuano a raccontare di una emergenza irrisolta. Noi possiamo e dobbiamo farlo con gli strumenti a nostra disposizione.

Abbiamo iniziato a parlarne nel corso di una seduta della Quinta Commissione consiliare tramite una udienza conoscitiva sulle malattie professionali promossa dalla sottoscritta, in qualità di Presidente della stessa e continueremo a farlo con una altra udienza già promossa e programmata da me per approfondire questo tema di primaria importanza.