Lunedì 7 gennaio 2019 il consigliere comunale Claudio Mazzanti ha presentato il seguente intervento di inizio seduta in Consiglio comunale dal titolo “Sì alla sicurezza con i tornelli sì alla continuità territoriale tra Bolognina, Navile e il centro storico con il mantenimento di un sottopasso di collegamento”.

In questi giorni avete visto sulla stampa una discussione sulla stazione di Bologna riguardante temi della sicurezza.

Nessuno mette in discussione il fatto che la stazione di Bologna vada custodita, coi tempi che corrono, per l’amor di Dio. Una stazione molto difficile perché, a differenza di Milano, di Torino, di Venezia, è una stazione di transito, quindi con tantissimi accessi.

Il tema che però si è dimenticato, credo, in questa discussione, è che le Ferrovie si erano impegnate, in modo molto deciso allora negli accordi presi, con l’intervento dell’alta velocità, a superare quella divisione, frazione storica che ha tagliato in due Bologna con le Ferrovie. Ricordo che fino al 1904 non vi era una casa in Bolognina;

la prima casa che ha riguardato la zona Bolognina, Arcoveggio, Casaralta è del 1904 e sino a quel momento problemi non ce n’erano, anche perché c’era un semplice passaggio livello dove oggi c’è il ponte di Galliera. Poi è nata la Bolognina, col ponte di Galliera, via Matteotti, però nessuno, negli anni, nei decenni, ha mai pensato di superare. Poi, finalmente, quella frattura storica e poi finalmente parte il progetto di potenziamento col quadruplicamento della Bologna-Firenze-Roma. In quell’ambito – lo ricordo per chi avesse perso la memoria – l’alta velocità (o il rafforzamento ferroviario, come si chiamò all’inizio) prevedeva tutto un intervento di superficie, con la demolizione di un tratto importante del quartiere Savena, la demolizione di un tratto importante del quartiere San Ruffillo, lo sbancamento di tutta una zona riguardante la zona San Donnino, Bolognina, Santa Viola, il tutto realizzato in superficie.

Poi, l’allora ministro dei trasporti, onorevole Tesini, insieme all’allora Sindaco, all’inizio del suo mandato Imbeni, decisero – per fortuna – che da San Ruffillo ad arrivare al bivio Santa Viola era bene scavare, andare sottoterra, perché le demolizioni avrebbero riguardato alcune centinaia di palazzi e avrebbero comunque stravolto interi quartieri della città. Nel progetto era anche previsto finalmente il collegamento fra i due lati delle due realtà storiche: la parte al centro storico e la parte di Bolognina Navile.

In questi giorni pare che qualcuno si sia dimenticato, però è bene ricordarlo, anche perché i collegamenti che oggi ci sono, sostituiscono il progetto approvato dalle ferrovie, che è la stazione di Isozaki, mai realizzata per mancanza di fondi da parte delle Ferrovie. Noi vogliamo la sicurezza e ci vanno bene i tornelli, però ricordatevi di lasciare un passaggio per i pedoni e per le biciclette, in modo da non interrompere quella continuità che esiste e sarà nostra cura ricordarlo alle Ferrovie e a tutti gli organi istituzionali che dovranno trattare.

Venerdì presenterò una domanda d’attualità e chiederò anche un’udienza conoscitiva per vedere cosa e come intendono la Prefettura, il Comune di Bologna ed altri, risolvere questo problema, che è complesso, lo capiamo, complessissimo, ma ricordo che un passaggio già attrezzato anche per le biciclette c’è già e va mantenuto, perché non possiamo tornare a fare il giro della luna per andare in centro storico o prendere obbligatoriamente l’autobus o un mezzo motorizzato. Pertanto, questo è quello che chiediamo.