Lunedì 8 ottobre 2018 la consigliera comunale Federica Mazzoni ha presentato il seguente intervento di inizio seduta sulla solidarietà a favore di Mimmo Lucano.

Di seguito il testo dell’intervento, tramite link e negli allegati è inoltre consultabile il comunicato stampa.

Voglio dichiarare in quest’Aula del Consiglio comunale la solidarietà a Mimmo Lucano, Sindaco di Riace, agli arresti in relazione a presunte irregolarità relative al sistema di accoglienza di migranti creato nel suo comune.

Un Sindaco di un piccolo paese in un territorio dove la ‘Ndrangheta è radicata e pervasiva, dove nella scorsa estate si sono svolte le udienze per 39 imputati, rinviati a giudizio dalla Giupponi Carmela Tedesco nell’ambito dell’udienza preliminare del processo “Jonny”, nato dall’omonima indagine della Doda di Catanzaro contro le cosche di Isola Capo Rizzuto. Le accuse, a vario titolo, vanno dall’associazione mafiosa all’estorsione, porto e detenzione illegale di armi, intestazione fittizia di beni, malversazione ai danni dello Stato, truffa aggravata, frode in pubbliche forniture e altri reati di natura fiscale, tutti aggravati dalle modalità mafiose. Perno dell’inchiesta il centro di accoglienza migranti, il CARA, Sant’Anna di Isola, controllato, secondo l’accusa da cosche locali.

Solidarietà a Mimmo Lucano perché se ha commesso delle illegalità – è solo la Magistratura potrà dirlonessuno gli imputa un guadagno personale dal sistema di accoglienza e rivitalizzazione totale di Riace. E questo, da un punto di vista etico, FA la differenza. E da Bologna affetto e solidarietà gli sono arrivate immediatamente in un presidio che lo ha abbracciato lo scorso 3 ottobre, Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione.

E da Bologna è importante anche fare un ragionamento politico complessivo sul valore della scelta dell’accoglienza volta alla tutela dei diritti umani, in primis, e alla coesione e possibile crescita sociale dei territori.

Mimmo Lucano, insieme a Bologna, ha contribuito a ideare lo SPRAR, il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati. Sistema che dal 2004 a oggi si è evoluto, si è ampliato fino a raggiungere oltre 35 mila posti oggi disponibili, in 877 progetti che coinvolgono 1200 Comuni.
Un cammino faticosissimo che ha dovuto farsi strada tra norme sempre più complesse e orientate alla logica del libero recato e della concorrenza come contrasto alla corruzione, sacrosante, ma che hanno sfidato i Comuni tutti, in particolare quelli piccoli, ad avere competenze e forze per attivare gare a evidenza pubblica, forme di coprogettazione analoghe nei principi e nella complessità alle gare di appalto.

Bologna ha scelto questo cammino: si è proposta come capofila nell’ambito metropolitano, ha lavorato con tutti i Sindaci del territorio per realizzare un progetto Sprar ampio e innovativo che coinvolge 43 Comuni su 45, nei 6 distretti, escluso il circondario imolese che ne ha uno proprio.

Sono oltre 1000 i posti disponibili in ambito metropolitano per nuclei e adulti, a cui si aggiungono 60 posti dedicati al progetto per i vulnerabili, e circa 200 posti per minori stranieri non accompagnati. Il processo è stato ed è trasparente, ASP Bologna ha la responsabilità operativa del progetto e garantisce il rispetto delle regole di rendicontazione che sappiamo essere reiterate e molto severe, orientate alla piena rendicontabilità sociale.
Va ricordato come lo SPRAR per primo, attraverso il Servizio tecnico Centrale, che opera presso il Ministero, garantisca un elevatissimo livello di controllo, in grado di intercettare inadempienze ben prima che assumano un significato penale. Forse Mimmo Lucano ha compiuto alcune irregolarità che risulta che gli siano state contestate, ma nessuna di queste ha assunto un rilievo penale.

Nel territorio cittadino in particolare i CAS (Centri di accoglienza straordinari, gestiti dalla Prefettura) sono residuali, e in via di trasformazione in Sprar, su poco meno di 900 persone accolte circa il 16% si trova in CAS, cioè in una struttura “straordinaria” che fino dal nome identifica la mancanza di un disegno di sistema solido e integrato.

Che significato ha lo Sprar per il nostro territorio?
Significa aver attivato un sistema strutturato per costruire un progetto individuale per ogni beneficiario, prevedendo opportunità di formazione e di integrazione per favorire percorsi di vita autonomi e integrati.
Non vi può essere certezza dei risultati, ma è importante il fatto che il sistema sia parte integrante del welfare locale che non può disinteressarsi di coloro che avviano presso la nostra città il loro cammino di cittadinanza. Se aiutate e sostenuti adeguatamente fin dall’arrivo potranno più facilmente emanciparsi dal nostro aiuto, contando sulla propria resilienza prima di cadere nella cronicità dell’assistenza.

Contiamo che ci sia un vantaggio nell’operare oltre l’emergenza, nella costruzione di un sistema di servizi che fondi diritti esigibili per richiedenti asilo e rifugiati. Ed è il vantaggio di contrastare la deflagrazione sociale tipica dell’emergenza attuando invece pratiche di convivenza civile, di mediazione della conflittualità sociale, a partire dai condomini in cui abitano i beneficiari, sparsi in tutta la città e provincia, dalle pratiche di cura dei beni comuni, dal dialogo con il mondo locale dell’imprenditoria per facilitare l’inserimento nel mondo del lavoro.

Anche attraverso lo SPRAR e le risorse che ci mette a disposizione si è costruito, si sta costruendo, un sistema locale che ha cercato finanziamento nazionale ed europeo per sostenere servizi e interventi locali di cui i cittadini di Bologna possano godere servendosene per rendere la propria città accogliente e vivibile per tutti.
Questo è ciò che ha fatto Mimmo Lucano.

Anche noi, con rigore, coraggio delle scelte politiche, praticando con pazienza la via della condivisione con tutti. I Sindaci, anche i più riottosi e di appartenenze diverse. Ricercando sempre la collaborazione con le altre Istituzioni coinvolte, avvalendosi di professionalità.