Lunedì 5 febbraio 2024 la consigliera comunale Antonella Di Pietro ha presentato un intervento di inizio seduta in Consiglio comunale dal titolo “Un patto per la casa”.

E’ possibile accedere qui al video dell’intervento in aula.

Di seguito il testo dell’intervento in aula.

Un patto per la casa

La scorsa settimana si è tenuto in sala borsa il convegno sugli stati Generali dell’industria. Si è innanzitutto sottolineato quanto il progetto Insieme per il lavoro, che vede unite Istituzioni, curia e imprese, abbia avuto sulla nostra città un impatto posivito. Per quanto la questione occupazionale, il lavoro povero e precario sia un problema che interessa il paese a livello nazionale, Bologna è la città con il più basso tasso di disoccupazione, lo sappiamo e questo è stato ribadito.
In quella specifica occasione è emersa anche la questione abitativa. A fronte di una scelta del Governo che vede la totale assenza di un piano casa nazionale, a fronte dei tagli effettuati ai fondi del contributo affitti, a fronte della non messa a disposizione gratuita delle aree demaniali (come ad esempio le caserme), il Sindaco ha giustamente posto l’accento sulla necessità di adottare nuove strategie per rispondere a queste mancanze gravissime. Ha parlato dell’ l’importanza di consolidare come per il lavoro un tavolo misto tra pubblico e privati.
Un patto per la casa in questo momento storico è fondamentale e lo ha ricordato anche il Cardinale Zuppi che su questa emergenza serve uno sforzo maggiore. È opportuno ricordare che Il nostro Comune nel 2024 intende realizzare un’agenzia per la casa investendo risorse europee pari a 220 milioni. Inoltre è necessario sottolineare l’importanza del coinvolgimento delle imprese per intervenire su quella fascia di popolazione di 1500 persone che, pur avendo un lavoro povero o precario, non ce la fa. Si veda ad esempio il caso di via Carracci 63, con famiglie che vivono in situazione di occupazione per l’impossibilità di rientrare nel mercato abitativo che ha, rispetto agli stipendi, prezzi spropositati. Classico esempio di lavoro povero: famiglie che vanno alla Caritas o vivono in abitazioni occupate per via del basso reddito o perché straniere. Il Comune, a differenza del Governo, sta investendo molto sulla casa, ma dal mio punto di vista rimane prioritaria la collaborazione tra istituzioni e imprese che è fondamentale per avviare percorsi innovativi che possano favorire e implementare l’utilizzo di beni immobili ad oggi inutilizzati perché mancano le risorse per adeguarli alla normativa vigente. Ci sono città come Firenze e Roma che per allentare la tensione abitativa hanno già favorito l’autorecupero, con delibere regionali ad hoc. Ricordo che Bologna è stata in passato tra le prime a livello Metropolitano ad adottare forme di autocostruzione innovative e so che su questo anche in Regione ci stanno lavorando. Ritengo che questa sia la chiave per avviare percorsi capaci di rispondere a questi bisogni anche nel breve periodo.