Lunedì 18 settembre 2017 la consigliera comunale Simona Lembi ha presentato in Consiglio comunale il seguente intervento di inizio seduta sui casi di violenza che si continua a registrare.

Di seguito è disponibile il testo dell’intervento. In allegato è disponibile il comunicato stampa.

Signor Sindaco, signori consiglieri,
due fatti di cronaca hanno scosso il nostro paese nelle scorse settimane, la stampa ne ha a lungo scritto. Pur non essendo questo motivo sufficiente per discuterne in Consiglio comunale, penso che ogni fatto di violenza avvenuto sul territorio nazionale aiuti anche noi a capire meglio questo fenomeno e a porvi rimedio.

Di che cosa si tratta? Il 3 settembre una giovane ragazza, appena 16 enne, è stata uccisa dal giovane fidanzato, anche lui minorenne. E’ avvenuto a Specchia, in Puglia, e a leggere la ricostruzione del caso (secondo le prime dichiarazioni del ragazzo, dei famigliari e di chi sta indagando) sembra emergere una dinamica già vista, troppe volte: una relazione difficile, denunce già presentate per percosse, un uomo (un giovane uomo) che uccide una donna (una giovane donna).
Sempre a inizio mese, a due passi da qui, a Firenze, altre due giovani donne, di appena 19 e 21 anni, denunciano di essere state aggredite e stuprate da due carabinieri nella notte tra il 6 e il 7 settembre.
Come sempre attenderemo l’esito delle indagini e saremo garantisti fino alla fine, ma anche qui pare assistere ad un copione già visto: uomini che agiscono violenza contro donne.

Desidero, a questo proposito, esprimere apprezzamento per le parole provenienti dall’arma dei Carabinieri e anche da parte del Governo:
il Comandante Generale dell’Arma Tullio del Sette ha definito il fatto ‘comportamento indegno che infanga il lavoro di tutti’; il Colonnello Riccardi ha detto ‘non faremo sconti, non esiste un rapporto consenziente in una simile situazione, i due militari erano in turno e dunque non avrebbero dovuto fare nulla di quanto invece è accaduto’; aggiungo a questo l’apprezzamento per le parole di condanna anche della Ministra della Difesa Pinotti.
Perché sono preziose queste parole? Perché di fronte ad un fenomeno che sta sotto gli occhi di tutti, che tutti gli studi ci dicono non guardare in faccia al colore della pelle, all’età o alle condizioni economiche né della vittima, né del carnefice, i più autorevoli rappresentanti delle Istituzioni esprimono parole pubbliche di condanna e di solidarietà alle vittime e ai loro famigliari, annunciano provvedimenti nei confronti delle persone direttamente coinvolte, e più complessivamente intendono prevenire l’accadere di questi fenomeni.

Chi conosce la questione della violenza sa che non c’è nessuna bacchetta magica, sa che chi la propone, di fatto, inganna ognuno di noi; chi conosce il fenomeno sa che si tratta di questione epocale, storicamente radicata, su cui occorre avere il fiato del maratoneta e una capacità di guardare a tutto tondo, per rispondervi adeguatamente.
Così lavora il piano nazionale antiviolenza, così lavora la legge regionale dell’Emilia Romagna n.6 del 2014 e così lavora il Comune di Bologna che ha sottoscritto l’accordo con la Regione per attuarne i contenuti.

Che cosa accade in Consiglio comunale invece? Qualcuno smette di indignarsi e di usare parole come ‘schifo e ribrezzo’, anche se già usate per condannare altri episodi di violenza consumati sul web. Forse perché i presunti carnefici in questo caso non hanno il passaporto giusto o il colore della pelle adeguata suscitare indignazione?
E qualcun altro appoggia nuove campagne antigender che ricordano, è stato scritto, le schedature delle scuole, il bavaglio agli insegnanti e il mancato riconoscimento dell’autonomia scolastica.
Si è svolta in Comune a Bologna una conferenza stampa su questo cui ha partecipato anche un gruppo consigliare seduto tra questi banchi.
Tra le molte critiche, io vedo anche buone notizie: pare che il 77 per cento delle scuole bolognesi adotti specifici programmi nei piani dell’offerta formativa!
E così, a Bologna, nelle scuole pubbliche, oltre ad imparare chi sia Cavour o dell’esistenza dei numeri fattoriali, oggi si può partecipare ad attività di educazione alla parità tra i sessi e di prevenzione alla violenza di genere.

A termine di questo intervento desidero manifestare la piena solidarietà a quegli insegnanti che promuovono questo lavoro oltre che il nostro ribadire di essere dalla parte della liberà di insegnamento.
Nel ribadire che per noi la violenza di genere è un reato da contrastare e condannare senza distinzione di sesso, di razza, di lingua , di religione, di opinioni politiche e di condizioni personali e sociali, anticipo al Consiglio di voler avanzare, insieme con altri colleghi e colleghe, la richiesta di una udienza conoscitiva con le assessore Pillati e Zaccaria, per conoscere l’attività che il Comune sta promuovendo per la piena attuazione del protocollo per la parità e il contrasto alla violenza di genere sottoscritto con la Regione Emilia Romagna.